Referendum, la fusione in Valcuvia non passa
In entrambi i paesi vincono i No. Affluenza bassa a Cuveglio. Gli amministratori: «Occasione di sviluppo sprecata»
Prima del computo totale dei voti fra i due paesi di Cuveglio e Duno in cui oggi, 8 luglio, si votava per la fusione, arriva una prima, ma lapidaria notizia da Duno: i no alla fusione vincono 38 a 33, mettendo la parola fine al progetto di unire i due paesi.
Si attendono ora i dati definitivi per Cuveglio anche se i primi dati ufficiosi parlano anche qui nel fondo valle di una vittoria del No in maniera massiccia, con uno scarto di oltre 150 voti dei contrari alla fusione sui si.
CUVEGLIO
(dati in aggiornamento, non ufficiali)
Aventi diritto al voto 2881
Affluenza 26,87%
Seggio numero 1: 1 nulla,155 No, 133 Sì
Seggio numero 2: 155 No, 82 Sì
Seggio numero 3: 2 bianche, 154 No, 96 Sì
Il commento del sindaco Giorgio Piccolo: «La votazione referendaria ha avuto esito negativo per il progetto di fusione. Evidentemente non si è riusciti a comprendere completamente i vantaggi prospettici della fusione. Prendiamo atto della decisione della maggioranza degli elettori partecipanti al referendum, pur rimanendo convinti che sia stata una occasione persa,e continuiamo nella nostra attività amministrativa consapevoli che molto probabilmente la decisione di accorpamento ci verrà imposta per legge e che magari non permetterà la scelta dei partners e non saranno previste premialità»
DUNO
I dati:
Aventi diritto al volto 111
Votanti 71
Voti nulli 0
Voti validi 71
SI 33 46,5%
NO 38 53,5%
Comune Valcuvia 0
Comune di Cuveglio Duno 0
Non espressi 0
Il commento del sindaco Francesco Paglia: «Abbiamo combattuto una battaglia, per molti versi dal risultato incerto, segno che l’idea di fusione, seppur modesta dal punto di vista numerico 123 abitanti Duno , 3.500 Cuveglio, fatica a farsi strada nel percepito sociale.
Campanilismi, paura del cambiamento, sospetti di disegni politici non chiari, posizioni preconcette sono state a mio avviso i punti di forza di chi contrario.
Come già affermato in fase di preparazione al referendum il risultato positivo o negativo non sarà impedimento a proseguire su questa strada, anzi con maggiore vigore dobbiamo riprendere questo lavoro certi che il tempo premierà quest’idea che riteniamo corretta .
Oggi dobbiamo riorganizzare le forze, coinvolgere nuove energie e sinergie, lavorare con tutte le persone che credono in un processo di sviluppo indipendente da schieramenti politici e dinamiche partitiche.
Certo, con le organizzazione partitiche e politiche dovremo colloquiare ma partendo dalla nostra identità, dalle nostre reali necessità, da qui dobbiamo partire e su questo dobbiamo lavorare.
Tutti dobbiamo fare un passo avanti mettendoci in gioco in prima persona ben consapevoli che questo referendum, pur rappresentando una oggettiva sconfitta ha avuto il merito di sollecitare una discussione vera sul nostro futuro e spalanca, di fatto, a nuovi scenari definendo la fine di un vecchio ciclo ed il contemporaneo inizio di un nuovo ciclo.
E’ altresì evidente che il risultato di questo referendum pone alla nostra compagine amministrativa il problema della reale rappresentanza del corpo sociale; non dobbiamo dimenticare che uno dei punti fondamentali della compagna elettorale fu quella della fusione, ed in tutti gli incontri proposti, al fine di comunicare lo stato di avanzamento delle attività, per chiarire eventuali dubbi e per raccogliere indicazioni operative, nessuna voce dissenziente si è fatta sentire.
Questo risultato è quindi nei fatti in netta contrapposizione con il nostro operato, ne è stata bocciata l’idea portante, non è stata gradita la strada intrapresa, strada secondo noi obbligatoria.
Per questi motivi, e per rispettare sino in fondo il volere popolare, si dovrà aprire quanto prima una profonda riflessione all’interno della compagine amministrativa al fine di definire nuove strategie operative»
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