Torba, scavi archeologici nella torre, a caccia di tracce longobarde
Riprendono gli scavi nel bene del FAI, grazie all'intervento dell'Università di Padova e Regione Lombardia. Obiettivo: trovare la datazione precisa della torre di Torba
«L’obiettivo di quest’anno è quello di trovare altri elementi archeologici che permettano di datare in modo preciso la torre di Torba. E chissà che finalmente si trovi anche questa famosa tomba del guerriero longobardo». Sono le parole di Alexandra Chavarria, docente dell’Università di Padova, che spiega cosa si sta facendo in questi giorni al Monastero di Torba a Gornate Olona.
Sono infatti ripresi gli scavi archeologici nel bene del Fai – Fondo Ambiente Italiano che da anni collabora con l’Università di Padova e Regione Lombardia per effettuare ogni estate almeno un mese di campagna archeologica. Nell’attività di scavo sono impegnati decine di studenti, supportati anche dall’attività di alcuni volontari del FAI che li assistono nelle operazioni di pulizia dei reperti all’esterno dello scavo.
A spiegare l’obiettivo delle indagini di quest’anno è proprio Alexandra Chavarria, direttrice scientifica dello scavo che guida gli studenti che si occupano delle operazioni nella torre: «Quest’anno è la quinta campagna che effettuiamo a Torba. Nelle prossime settimane ci concentreremo all’interno della torre di Torba, perché ad oggi non si è ancora capito con certezza a quale epoca risalga la costruzione di questo edificio: appartiene al Castrum di Castelseprio, ovvero alla fine dell’impero romano, o la sua costruzione è avvenuta in seguito? Abbiamo la quasi certezza che sia la prima ipotesi, ma noi archeologi abbiamo bisogno di dati scientifici per confermarlo. E gli scavi di quest’anno hanno proprio questo obiettivo».
Nella torre
Le indagini archeologiche dei prossimi giorni porteranno quindi a scavare all’interno della torre a più di 2 metri e mezzo sotto l’attuale livello. Nei primi tre giorni sono già state fatte diverse scoperte scendendo nei primi centimetri, vicino a dove l’anno scorso vennero trovati i resti di un bue decapitato. «L’anno scorso eravamo rimasti una a delle scoperte interessanti – prosegue la Chavarria -, oltre ai resti dell’animale avevamo trovato anche le parti di una cintura di epoca longobarda. Abbiamo ripreso a scavare proprio in quel punto e abbiamo già trovato i resti di un focolare che fanno pensare a una intensa attività metallurgica».
Fuori dalla torre
«Oltre allo scavo all’interno della struttura, abbiamo ripreso degli scavi che erano stati fatti fuori dalla torre negli anni ’70 da Alessandro Deiana, dove era stato rinvenuto un cavallo. Questa scoperta è sempre stata messa in rapporto alle tombe longobarde e quindi una parte del nostro lavoro consisterà nello scavare ulteriormente nei pressi di quel luogo e magari scoprire la famosa tomba del guerriero longobardo».

Le visite agli scavi archeologici
Il FAI offre l’opportunità di assistere in prima persona a un cantiere di scavo archeologico, osservare il meticoloso lavoro degli esperti e, chissà, essere testimoni di sorprendenti scoperte. In via eccezionale, giovedì 30 e venerdì 31 agosto; mercoledì 5, giovedì 6, venerdì 7, mercoledì 12 e giovedì 13 settembre 2018 alle ore 15, gli archeologi dell’Università degli Studi di Padova, impegnati sul campo nell’attività di scavo, accompagneranno i visitatori tra i resti e i reperti che affiorano dal complesso e dal territorio circostante e racconteranno la storia millenaria di Torba attraverso i loro recenti ritrovamenti. La visita è inclusa nel costo del biglietto d’ingresso al monastero.
Biglietti: Intero: € 7; Ridotto (4-14 anni e studenti universitari fino a 26 anni): € 3,50; Iscritti FAI e residenti comune di Gornate Olona: gratuito
Il FAI
«Questi scavi che stanno riportando alla luce dei piani così antichi vanno a dimostrare l’importanza del sito di Torba – spiega Simona Gasparini, responsabile della gestione operativa del Monastero -. Il FAI da decenni è impegnato nel far emergere la storia millenaria di questo sito, che è stato il primo Bene donato alla fondazione nel 1977. E il tutto avviene grazie a importanti collaborazioni come quella con l’Università di Padova e al fondamentale contributo di donatori privati ed enti pubblici come in questo caso di Regione Lombardia. Attraverso queste campagne di scavi emergono pagine di storia sempre più importanti di un luogo che, grazie all’iniziativa “aperto per restauri” permette ai visitatori del Monastero di Torba, di condividere le emozionanti scoperte di uno scavo archeologico. Le visite agli scavi sono inoltre un’opportunità per avvicinare al Bene e alla sua scoperta gli abitanti del luogo e dei territori limitrofi, perché come spesso accade, si tende a sottovalutare ciò che si ha vicino. Ma possiamo dire che l’impegno nel far vivere e conoscere il sito al pubblico è una delle nostre priorità, ben consapevoli che sia un luogo che ha ancora tanto da raccontare».
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