Tempi d’attesa in sanità: l’aumento di domanda dilata le liste

Lo studio di Polis evidenzia la crescita della domanda di prestazioni e la dilatazione dei tempi d'attesa. Timori per l'avvio delle agende separate destinate ai pazienti cronici

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Cresce la domanda ma non l’offerta. Così le liste d’attesa si allungano. In estrema sintesi è quanto racconta il report di Polis sui tempi d’attesa dei cittadini per avere una prestazione sanitaria.

Tanti sono i fattori che concorrono a creare questa situazione:  l’aumento dell’età dei pazienti e quindi della domanda dei servizi; il miglioramento tecnologico per analisi e diagnosi; il comportamento dell’utenza che a volte crea disfunzioni (ad esempio quando la persona prenota ma poi non si presenta e non informa l’erogatore oppure effettua prenotazioni multiple senza comunicare la scelta della sede definitiva); richieste inappropriate determinate sia da prescrittori che dall’utenza; alcune particolari situazioni di carenze organizzative.

L’indagine riguarda gli anni 2016/2017 periodo in cui le prestazione erogate sono salite: nel 2017 In Lombardia 66 enti (ATS, ASST,..) e 1,004 strutture (ospedali, poliambulatori,…) pubbliche o private accreditate hanno erogato un totale di 134,280,768 prestazioni ambulatoriali, circa 1,5 milioni in più rispetto al 2016.
Di conseguenza, si sono leggermente gonfiate le liste d’attesa
per 14 visite tipi di specialistiche, 37 prestazioni di diagnostica strumentale, prime visite e prime prestazioni diagnostiche-terapeutiche.  Per le prestazioni strumentali i tempi più lunghi sono per l’ecografia (59 giorni), una tomografia computerizzata (39 giorni), una risonanza magnetica (24 giorni) e una radiografia (15 giorni). Se si considera il raggruppamento delle altre tipologie di prestazioni strumentali, per le mammografie si attende di più per la monolaterale (124 giorni) e per la bilaterale (101 giorni). Per la spirometria semplice l’attesa è la minore (13 giorni). Occorrono 59 giorni per la prima visita oculistica e 43 per la prima visita ginecologica; i tempi più bassi sono per la prima visita oncologica (14 giorni) e di chirurgica vascolare (25 giorni).

Il 54 % delle prestazioni è erogato dal pubblico e il 46 % dal privato accreditato, percentuale che cambia leggermente nelle due province di ATS Insubria dove il rapporto è del 60 e 40% con tempi di attesa decisamente diversi: 57 gg contro i  36 gg del privato accreditato.

La norma regionale fissa dei tetti di attesa e, in generale, impone tempi massimi da doversi rispettare nel 95% dei casi, una percentuale che viene abbastanza riosservata con un andamento del 93%  delle prestazioni ambulatoriali soggette a monitoraggio e del 85% dei casi per le prestazioni con tempi di prescrizione più brevi (fino a 60 giorni).

A influenzare i dati sono anche la qualità e innovazione messe in campo dalla singola struttura che possono provocare un aumento mirato della domanda e, quindi, la crescita dell’attesa nonostante altre strutture concedano appuntamenti per ravvicinati nel tempo. Si parla di tempo di attesa rilevato e il tempo di attesa minimo: il primo dà una effettiva conoscenza di quanto realmente attendono i cittadini per le prestazioni soggette a monitoraggio, il secondo di quanto potenzialmente attenderebbero se accettassero la prima data a loro prospettata. In provincia di Varese il tempo medio è di 45 gg contro il tempo minimo di 41. 

CHE COSA SI STA FACENDO. Le azioni individuate per migliorare la situazione sono state previste nel Piano Regionale di Governo delle liste d’attesa (PRGLA) e riguardano la responsabilizzazione dei cittadini, il miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva, il miglioramento dell’efficienza dei sistemi di prenotazione centralizzata. A queste si aggiungono iniziative specifiche di Regione Lombardia quali il miglioramento del centro unificato di prenotazione lombardo con l’applicazione Salutile che permette prenotazioni anche da smartphone o il sistema MOSA (Monitoraggio Offerta Sanitaria Ambulatoriale), che mette a disposizione a cadenza quotidiana i dati relativi alle prestazioni. Inoltre il progetto Ambulatori aperti ha ampliato l’offerta dei servizi.

«Sicuramente – ha sottolineato il Presidente della Commissione Sanità Emanuele Monti (Lega) – su ritardi e lungaggini nelle prenotazioni bisogna porre attenzione e controllo. Tuttavia, il rapporto non ci consegna una situazione di allarme e criticità ampia e diffusa come sollevano troppo spesso le opposizioni. Certo, Regione Lombardia deve fare meglio e la strada per raggiungere l’obiettivo è già stata in parte segnata anche in Commissione e riguarda l’Agenda unicail database unico delle disponibilità per esami e visite ambulatoriali di strutture pubbliche e private accreditate con il sistema sanitario regionale».

Ma è proprio sulle agende connesse che solleva la critica Michele Usuelli, consigliere regionale del gruppo +Europa con Emma Bonino: «Alla luce di queste difficoltà della Regione a governare i fenomeni, di cui le liste di attesa sono un importante indicatore, desta preoccupazione la nuova normativa sulla gestione separata del paziente cronico. Infatti, secondo i criteri di inclusione prescelti riguarderebbe addirittura 3,5 milioni di cittadini lombardi, mole che comporta una ulteriore frammentazione delle agende di prenotazione e che potrebbe avere un impatto negativo sui tempi di attesa»,

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Settembre 2018
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  1. Avatar
    Scritto da carlo196

    Mi pare che i 59 giorni per un’ecografia siano una chimera visto che il sottoscritto per averne una in tempo da portare ad una visita di controllo oncologico programmata dopo sei mesi dalla precedente, a fatica riesce ad averla, oltretutto all’ospedale di Cuasso al Monte. Chi non ci crede provi a chiedere al CUP dell’Ospedale di Circolo.

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