Io so di valere quanto loro: le artiste raccontate da Martina Corgnati

Sarà presentato al Museo Maga venerdì 23 novembre il nuovo volume scritto dalla critica d’arte

Arte - Mostre

Sarà presentato venerdì 23 novembre alle 18.00 al Museo Maga il nuovo libro di Martina Corgnati. Berthe Morisot, Eva Gonzales, Marie Bracquemond, Marry Cassat, quattro donne, quattro pittrici. Per parlare di loro Martina Corgnati, con puntuali trattazioni costruisce, per le edizioni NOMOS, il libro “Impressioniste”. Libro che viene così a riempire un vuoto nella complessità dell’arte di fine ottocento dove, molto spesso, l’interezza dei protagonisti messi a margine, appartiene al mondo femminile, poiché a nessuna donna è lasciato un ruolo primario nel contesto delle attività pittoriche o scultoree, se non come comprimari di una più vasta moltitudine di artisti uomini. Operazione che è stata percorsa anche dagli IMPRESSIONISTI, in cui le quattro artiste si sono imposte.

I quattro saggi a loro dedicati mettono in evidenza il loro percorso artistico, ne raccontano la vita, le aspirazioni, i successi, le difficoltà e le sconfitte, in un quadro chiaro e ben articolato che, nello stesso tempo, ci racconta la vita sociale di Parigi e dei suoi luoghi culturali, alla fine del mille ottocento (1.800). Quattro donne che superato lo status di pittrici amatoriali, si immersero, con tenacia e determinazione, in una condizione esistenziale tutta dedita alla pittura, nonostante la disapprovazione sociale, malgrado la diffidenza e il biasimo subiti, per via del tempo sottratto alla condizione maternale; linea di dovere che condizionava la società borghese del momento. In una società propensa a suggerire all’universo femminile di praticare musica e arte, ma solo come passatempo decoroso e mai come quello di moglie e madre.

Grazie al libro di Martina Corgnati, veniamo così a scoprire l’esistenza di quattro artiste nel contesto delle esposizioni degli Impressionisti, figure femminili tutt’altro che ordinarie che nella comune condizione d’essere oggetto di scandalo sociale sanno organizzarsi pubblicamente e con caparbietà lottare all’interno del sistema artistico dominante.

Ecco allora che Marie Quivoron in Bracquemond partecipa alle diverse esposizioni degli Impressionisti con una particolare attitudine ai ritratti, alle nature morte o con tele realizzate “en plein air” in cui i colori della natura si impongono per la loro luminosità e per la capacità di integrazione tonale. Il conflitto persistente con il marito, l’incisore Felix Bracquemond, la porterà a desistere e a ritirarsi dal mondo che l’aveva accolta e imposta all’attenzione di molti.

Analogamente Eva Gonzalèz; donna con un forte e determinato carattere un po’ più riservate delle altre; verso la quale Manet ebbe molte attenzioni, ritraendola in un paio di lavori e riconoscendo, al suo mondo pittorico, elementi coloristici e compositivi che ritrovava nel suo stesso modo di dipingere. La morte precoce a trentaquattro (34) anni fu il pretesto per relegare, il suo lavoro, nel dimenticatoio che solo la grande attenzione al Movimento, emersa in questi ultimi anni nella sua complessità le ha reso in parte giustizia.

Così anche per Berthe Morrisot allieva di Eduard Manet, che successivamente sposerà il fratello Eugéne. Di carattere forte e determinato parteciperà alla prima esposizione del gruppo Impressionista nello studio del fotografo Nadar con ben nove tele con differenti soggetti e tipologie. Successivamente produsse lavori con stesure cromatiche leggere, prive di contorni e molto atmosferiche. Tele costruite con tagli compositivi fotografici attraverso l’eliminazione del disegno, elaborate con colori luminosi e trasparenti realizzati tono su tono. Si impose nel gruppo proprio in ragione del suo carattere, senza mai lasciarsi sopraffare e chiedendo d’essere riconosciuta “alla pari” dai suoi compagni artisti uomini.

Infine Mary Cassat (l’americana), grazie al rapporto privilegiato che intratteneva con Edgar Degas consolida la sua posizione nel contesto del gruppo, inoltre fece da tramite alla diffusione della pittura impressionista negli Stati Uniti d’America, facendo del Metropolitan Museum di New York il secondo museo al mondo per i lavori d’autori francesi dell’ottocento. Le sfumature cromatiche, i tagli di luce degli interni borghesi così come l’attenzione alla composizione, alla solennità dei ritratti sempre femminili o di bimbi, l’impostazione del disegno, restano un po’ i tratti dominanti la sua ampia produzione pittorica.

Un libro mai settario, fuori da ogni parzialità di genere, costruito attraverso una capacità narrativa equilibrata che ha permesso di riportare nel suo giusto ambito quattro tipologie di cammino, che con tenacia e notevole consapevolezza hanno percorso il più importante momento innovativo emerso nel campo dell’arte. Momento capace, attraverso la singolarità delle tele e alla organicità della visione, di visualizzare aspetti del mondo, mettendo le basi culturali a quella dimensione della storia definita Modernismo, movimento che ha attraversato tutta l’arte del novecento e in parte, ancora attraversa, l’attuale presente.

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Pubblicato il 23 Novembre 2018
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