Fallimento aziendale, con la nuova normativa cosa succede ai dipendenti

Il diritto fallimentare è il ramo del diritto italiano che regolamenta il fallimento e gli aspetti ad esso collegati

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Il diritto fallimentare è il ramo del diritto italiano che regolamenta il fallimento e gli aspetti ad esso collegati. L’analisi statistica Movipress – condotta da InfoCamere sugli archivi di tutte le Camere di Commercio italiane nel 2017 – evidenzia che il numero delle aziende che falliscono nel nostro Paese è in calo. Produzione, fatturato e export mostrano segni di ripresa unanime e i numeri riguardanti i fallimenti confermano questa tendenza. Tra i mesi di aprile e giugno 2017, secondo i dati raccolti, sono fallite soltanto 3.008 imprese, ovvero il 15% meno rispetto al periodo aprile-giugno 2016. Le aperture delle procedure fallimentari sono diminuite soprattutto nel Nord-Ovest del Paese (- 14,7%) ma anche nel Centro Italia il numero è calato (- 12,2%). Il miglioramento è visibile quasi ovunque e in quasi tutti i settori. Nonostante i dati confermano che il numero delle aziende fallite continui a diminuire, è comunque opportuna fare chiarezza su termini e procedure del diritto fallimentare, con un occhio di riguardo ai dipendenti.

Fallimento aziendale: cosa succede ai dipendenti

Nel caso in cui un’azienda sia costretta a cessare la propria attività a causa del fallimento della stessa, cosa succede ai dipendenti? Vediamo nel dettaglio le conseguenze.

La questione più importante da affrontare riguarda i contratti di lavoro. Consultando l’art. 72 della legge fallimentare è possibile constatare che, in caso di fallimento di un’azienda, tutti i contratti vengono sospesi: il dipendente non è licenziato ma, al tempo stesso, non può né lavorare né rivendicare la propria retribuzione nei mesi successivi. Tutto resta sospeso fino alla decisione del Curatore Fallimentare: sarà lui a decidere se continuare oppure sciogliere il contratto. Spetta cioè a lui la decisione se licenziare oppure mantenere tutti i lavoratori o alcuni di essi che, in seguito, riprenderanno regolarmente a lavorare.

Lo Studio Legale Mazzotta, grazie a anni di esperienza nel settore, sarà in grado di offrire consulenza e assistenza legale in tutte le cause di diritto fallimentare.

Fallimento, la nuova normativa

Pubblicata in Gazzetta Ufficiale in data 30 ottobre 2017, la Legge 19 ottobre 2017, n. 155, recante “Delega al Governo per la riforma delle discipline della crisi di impresa e dell’insolvenza” ha delegato il Governo per adottare uno o più decreti legislativi entro 12 mesi dalla relativa emanazione, che andranno a riscrivere integralmente la legge fallimentare e non solo.

La delega infatti ha ad oggetto la riforma del fallimento e delle procedure concorsuali, la disciplina della composizione delle crisi da sovraindebitamento (Legge n. 3/2012) e il sistema dei privilegi e delle garanzie.

Dando uno sguardo alla nuova normativa, tra le principali novità introdotte ci saranno:

  • Cambio del termine fallimento: questo termine verrà sostituito da quello di “liquidazione giudiziale”, la cui disciplina andrà a sostituire quella fallimentare;
  • Maggiori poteri per gli organi di gestione e controllo: sindaci, revisori e amministratori avranno maggiori poteri;
  • Semplificazione delle procedure: le procedure verranno semplificate per diminuire i costi; inoltre verranno favorite quelle che assicurano la continuità aziendale.
  • Istituzione di un nuovo albo: presso il Ministero della Giustizia, verrà istituito un albo in cui potranno iscriversi tutti i soggetti in possesso dei requisiti di professionalità ed esperienza necessari, che potranno svolgere attività di gestione o controllo all’interno delle procedure concorsuali.

Lo Studio Legale Mazzotta offre consulenza legale a tutti coloro che devono risolvere un contenzioso in materia di diritto fallimentare e che necessitano chiarimenti riguardo la nuova riforma del fallimento.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Gennaio 2019
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