Galimberti: “Preoccupato come sindaco per le ripercussioni della Manovra”

Il sindaco di Varese: "Non possiamo e non vogliamo in nessun modo rischiare di dover abbassare il livello di servizi erogati ai cittadini e in particolare per le fasce più deboli"

davide galimberti

«Sono molto preoccupato per le ripercussioni che la manovra potrà avere sul nostro bilancio. Non possiamo e non vogliamo in nessun modo rischiare di dover abbassare il livello di servizi erogati ai cittadini e in particolare per le fasce più deboli – E’ questo il commento del sindaco di Varese Davide Galimberti, che ieri, giovedì 10 gennaio, ha partecipato al direttivo nazionale di ANCI in cui si è discusso del Decreto sicurezza e della Legge di bilancio – Per il decreto sicurezza è emersa la necessità di apportare alcuni correttivi e chiarimenti in ordine agli aspetti applicativi che rischiano di mettere in difficoltà le città italiane in materia di sicurezza e ordine pubblico. Per la legge di bilancio è invece chiaramente emerso che le soluzioni contenute sottraggono risorse ai comuni ed avranno ricadute sulla qualità dei servizi dei cittadini».

COSA FARA’ ANCI

«Ho ricevuto il mandato pieno dal direttivo dell’associazione – riferisce Decaro – di presentare tre approfondimenti tecnici per ridurre l’impatto sui territori dell’applicazione del provvedimento. Della questione si occuperà una commissione interna rappresentativa delle diverse sensibilità politiche che porterà i risultati del suo lavoro al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, quando lunedì incontrerà una nostra delegazione sia sul dl sicurezza che sulla legge di bilancio».

I tre aspetti che il tavolo di lavoro, con mandato unanime del comitato direttivo, affronterà sono: conservare l’accesso allo Sprar dei soggetti vulnerabili (“lo stesso ministero dell’Interno – ha rilevato Decaro – con una circolare ha invitato a sorvegliare l’uscita dagli Sprar”); l’applicazione di modalità uniformi per la presa in carico dei richiedenti asilo da parte delle Asl; il riconoscimento del diritto per i Comuni di conoscere numero, età e sesso delle persone ospiti nei centri di accoglienza. «E’ vero che il decreto fissa un termine di sei mesi per il riconoscimento dello status di rifugiato, ma sappiamo bene – ha evidenziatoil presidente dell’Anci, Antonio Decaro – che servono dai due ai tre anni per ottenere una risposta. Per questo è opportuno che, oltre la questura, anche gli amministratori abbiano informazioni sulla composizione dei nuclei familiari e sul turnover delle persone accolte perché dobbiamo essere in grado di programmare le nostre politiche sul territorio».

Decaro ha ribadito che, malgrado alcune misure favorevoli come il ripristino dei fondi per il bando periferie, lo svincolo degli avanzi e lo stanziamento di 400 milioni per i piccoli Comuni, la spesa di parte corrente prevede nuovi tagli. Nello specifico le richieste dell’Anci riguardano: i 300 milioni di ristoro delle risorse venute meno nel passaggio dall’Imu alla Tasi (attualmente ne sono assegnati 190) il cui utilizzo non deve essere limitato alla parte di bilancio destinata agli investimenti; il mantenimento della percentuale di accantonamento per il Fondo crediti dubbi esigibilità al 75%, in caso di rispetto dell’obiettivo di migliorare la capacità di riscossione, o in caso contrario all’80%; anticipazione tesoreria a 5/12; abolizione della sanzione accantonamento obbligatorio per tempi pagamento; apertura di un nuovo riaccertamento straordinario; recupero di 560 milioni del taglio del dl 66 in modo graduale.

 

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Pubblicato il 11 Gennaio 2019
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