Il saluto da Stoccolma di Tommaso Piatti

Conversazione con il capogruppo della Lista Galimberti che ha dato le dimissioni dal Consiglio comunale. Ora è un varesino all'estero

consiglio comunale 2019

L’annuncio delle dimissioni del capogruppo della Lista Galimberti Tommaso Piatti dal consiglio comunale è arrivato appena concluse le vacanze di Natale, ma il motivo che le ha causate era già “operativo” da settembre: «Vivo a Stoccolma dall’inizio delle scuole perchè mi sono trasferito, con la famiglia, per lavoro: ora seguo il mercato del nord Europa di Leonardo elicotteri».

Tommaso Piatti ha così fatto il “pendolare del Consiglio” nelle ultime sedute dell’anno, poi, passato lo scoglio del bilancio, si è dimesso. Ora è un varesino all’estero (la foto di apertura dell’articolo è stata scattata in Svezia, ndr), e conta di farne occasione di studio per una politica più aperta ai cambiamenti.

Il consigliere Tommaso Piatti lascia la carica

«Frequento i paesi del nord da diversi anni, a Davide Galimberti davo conferma che quello che si sta facendo con questa maggioranza esiste e viene messo in pratica con successo in questi paesi. Tante cose che hanno creato scandalo a Varese qui sono la normalità».

Un esempio? «Ricorda le polemiche a proposito dei costi dei parcheggi nei supermercati? Qui, semplicemente, i parcheggi dei supermercati si pagano. Più precisamente si prende il tagliando del parcheggio, si fa la spesa e poi si va in cassa e, dopo aver pagato, si riceve lo scontrino per uscire. Mi sembra di ricordare che il supermercato paga le prime due ore di parcheggio. Da noi il provvedimento di mettere i parcheggi alla fine non è stato nemmeno fatto, millantato dalle opposizioni come un attacco alla democrazia».

In generale: «La verità è che se certe cose le fanno in questi paesi, siamo sulla strada buona anche a Varese: io ho incominciato a segnare e prendere un po’ di appunti su quel che succede in Svezia, per poterli mettere in discussione quando torno a casa».

Un  altro esempio lo segnala semplicemente guardando fuori dalla finestra del suo nuovo ufficio: «Qui le strade non le puliscono quando c’è la neve: semplicemente, si mettono le gomme invernali e si va piano. La neve e il ghiaccio sono una scocciatura per tutti, ma qui nessuno si indigna, accusa le istituzioni o posta foto su facebook. Fuori dalle finestre, mentre le parlo, ci sono due signore a piedi: hanno bastoni da trekking e si muovono cosi, per stare più in sicurezza. Non tutto di quello che fanno è facilmente applicabile in Italia, però su alcune cose dovremmo fermarci a pensare».

Naturalmente, questo non significa che i paesi nordici siano un paradiso: «Non tutto qui è bello, anche qui ci sono criticità importanti: per esempio una rigidità di sistema per noi difficile da capire. Ma il confronto tra i paesi consente una più grande apertura mentale».

Ora lascia il testimone a Marisa Coletta: ha qualcosa da segnalarle?
«Marisa ha già lavorato molto bene per la lista, anche all’interno delle commissioni: le lascio un testimone di un gruppo consiliare che finalmente sembra avere trovato la sua strada. Anche perché il momento in cui la successione avviene è positivo e sereno, per la maggioranza e per la lista. In particolare, penso che per la lista Galimberti si apra un nuovo capitolo:  aldilà dei personalismi, penso che adesso possano trovare un modo di lavorare».

Tra le prime questioni da affrontare, ci sarà la scelta del nuovo capogruppo: Piatti non lascia solo la sedia di consigliere, ma un ruolo preciso. Toccherà ora a chi resta – Maria Paola Cocchiere, Agostino de Troia, Valerio Crugnola e Marisa Coletta – riposizionare i propri impegni all’interno del gruppo e nominarne il rappresentante.

Questa è stata la sua prima esperienza politica: qual è il bilancio?
«Lo rifarei. Sono felice di averlo fatto, felice di come sono andate le cose e felice di avere tenuto duro in una fase iniziale che è stata la piu difficile di questa lista. Il dispiacere è che avremmo potuto lavorare tanto come lista, molto di più, anche se abbiamo lavorato comunque, singolarmente. Il rimpianto è che mancato un gruppo, che adesso potrebbe invece crescere».

Del resto, essere una lista di sostegno ad un singolo non è facile, proprio per la natura che questa lista ha: «Essendo fuori da ogni logica di partito, con compagni di lista che non si conoscevano, non avevano un percor e nessun regolamento interno non era facile darsi un obiettivo e una regola di comportamento comuni. Una volta in maggioranza, poi, la questione diventa ancora più difficile. Fare la minoranza è facile: non è difficile trovare argomenti comuni contro chi governa. Da chi è in maggiorana invece si vuole un maggiore senso della responsabilità, una capacità di governo unitaria. Il segreto della “componente civica” di cui tutti si riempiono la bocca è questo: persone che abbiano senso di responsabilità e dedichino un gran tempo alla politica, anche se ognuno poi lo fa poi con i propri scopi. Da questo punto di vista Davide è sempre stato bravo a tenere dritta la barra e non cedere pezzi in favore dei personalismi»

In sostanza, quindi: «Il bilancio è buono, mi dispiace molto lasciare: anche perché adesso arriva la fase piu bella, quella in cui si vedono i risultati. Ma ho dovuto prendere atto del fatto che l’attività di un consigliere non si fa in Consiglio, cosa che una volta al mese potrei anche fare. Si fa tenendo i piedi in città, vivendo la città tutti i giorni. Perciò non potevo più andare avanti cosi».

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 09 Gennaio 2019
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