Carbone attivo: l’oro nero tutto green
Una volta, quando si pensava ai campi di applicazione del carbone, il pensiero si fermava ai barbecue... o alla Befana! Ma la ricerca, grazie anche alle nuove tecnologie, progredisce
Una volta, quando si pensava ai campi di applicazione del carbone, il pensiero si fermava ai barbecue… o alla Befana! Ma la ricerca, grazie anche alle nuove tecnologie, progredisce.
Continui studi in merito al carbone hanno portato questo derivato del legno ad essere una vera e propria fonte (quasi) inesauribile: un oro nero tutto green.
Il carbone attivo, o carbone vegetale, è una polvere che si ottiene mediante la lavorazione di legnami e relativi cascami. Questi legnami possono provenire da specie differenti (betulla, salice, pioppo, etc…). Per alcune tipologie di carbone vegetale, la fonte potrà essere anche gusci e noccioli di frutta, ma in tutti i casi lo si otterrà tramite una combustione senza fiamma.
La lavorazione difatti consiste nel portare a 500/600°C il materiale in un ambiente povero di ossigeno. Il carbone che deriverà da questa combustione, ulteriormente trattato, verrà ridotto in una polvere finissima, molto porosa, insapore e inodore, pronta per essere utilizzata in molteplici ambiti.
Le proprietà del carbone attivo
Il carbone vegetale – che, a differenza di quanto precedentemente spiegato, in natura lo si ottiene dopo millenni grazie all’azione di funghi e batteri su quello che in origine era il legno – è in grado di assorbire alcune sostanze. Andrà quindi ad effettuare un’azione di pulizia trattenendo le tossine malevole.
Uno dei campi di applicazione del carbone attivo, ad esempio, è quello di essere utilizzato per ridurre il gonfiore intestinale e la tensione addominale. Questa sostanza naturale ha difatti la capacità di adsorbire: significa che è in grado, tramite un processo chimico, di trattenere sulla sua superficie delle singole molecole. Adsorbendo i gas, questa sostanza ha il potere di spegnere bruciori e far diminuire eventuali infiammazioni delle pareti gastriche in presenza di acidità e gastrite, grazie alla presenza di alcuni sali minerali, molti dei quali sono di tipo basico.
Grazie a queste particolari proprietà, questo carbone dalle mille risorse si rivela ideale in caso di meteorismo, aerofagia e colite, nonché, grazie ad una blanda azione disinfettante, di ridurre le fermentazioni intestinali.
Nei casi di meteorismo, però, è bene precisare una cosa: in contemporanea all’assunzione del carbone vegetale, sono consigliate anche sostanze con proprietà carminative. Anice, cumino e finocchio sono solo alcune da citare che, come detto, se assunte insieme al carbone, favoriranno la completa eliminazione dei gas.
Il carbone vegetale si rivela molto efficace anche nell’ostacolare l’assorbimento di sostanze tossiche, favorendo tra l’altro l’espulsione dei metalli pesanti: in caso di avvelenamento da funghi, ad esempio, una classica strategia di intervento consiste nel somministrare appunto carbone attivo.
Ma i problemi che questa sostanza miracolosa è in grado di risolvere non terminano qui. Un’altra applicazione del carbone vegetale è quella per la diminuzione dell’alitosi, che spesso viene causata da una produzione eccessiva di succhi gastrici che determina un reflusso e un aumento di batteri che causa l’alito cattivo.
I campi di applicazione del carbone vegetale
Come detto precedentemente, la ricerca ha portato a sperimentare numerosissimi campi di applicazione del carbone vegetale. Dall’utilizzo interno all’organismo, si è passati a studiare come utilizzarlo all’esterno, scoprendo che, ad esempio, è efficacissimo sulla pelle, sui capelli e sui denti.
Se utilizzato su pelle e capelli, il carbone attivo ha una funzione sebo-regolatrice, purificante e detossinante, ideale per chi ha la pelle grassa o arida e sensibile, soprattutto per chi vive in ambienti che sono inquinati dallo smog o dal fumo di sigaretta. Sui capelli invece svolge un’azione purificante. Non da ultimo si rivela efficace se applicato sulle ciglia, come infoltente, antisettico per le spugnette da make-up ed infine per gli spazzolini da denti.
I dentifrici al carbone attivo
In aggiunta a tutti gli usi già descritti e alle applicazioni industriali nella produzione di filtri di qualsiasi natura (come ad esempio quelli delle cappe), il carbone attivo viene ampiamente utilizzato nella produzione di cosmetici e dentifrici.
Negli ultimi anni lo sbiancamento dentale ha preso sempre più piede. D’altronde l’importanza di un bel sorriso non andrebbe nemmeno decantata, soprattutto nelle relazioni sociali.
Per compiere questi sbiancamenti, vengono utilizzati svariati metodi: dalle tradizionali sedute dal dentista a mascherine sbiancanti, dalle strisce adesive che si attivano alla luce dei led blu, fino a metodi casalinghi come ad esempio l’utilizzo di bicarbonato.
Quest’ultimo è sconsigliato perché, se è pur vero che inizialmente ha un’azione sbiancante, è altrettanto vero che è molto aggressivo ed alla lunga potrebbe danneggiare lo smalto dei denti, peggiorando il problema anziché risolverlo.
Ecco che per non avere la controindicazione del danneggiamento dello smalto, si è arrivati alla produzione di dentifrici a base di carbone attivo, che si piazzano, addirittura, fra i migliori prodotti di Amazon.
I dentifrici al carbone attivo si presentano come una pasta (in qualche caso anche come una polvere), dal caratteristico colore nero, ovviamente determinato dal carbone stesso.
Nel caso dei dentifrici, il carbone vegetale ha un incredibile potere sbiancante che non viene dato però da una reazione chimica come avviene con altre tipologie di sbiancanti.
Il dentifricio al carbone reagisce per semplice azione meccanica (leggera) e sarà in grado di rimuovere sia le macchie che la patina gialla dai denti, facendoli tornare al loro caratteristico bianco naturale. Questo risultato è dato, tra l’altro, grazie all’azione assorbente già spiegata del carbone, che sarà in grado di attrarre a sé tossine, microbi e sostanze nocive.
I risultati dell’utilizzo del dentifricio al carbone attivo, generalmente, sono visibili già dopo quattro settimane di utilizzo dello stesso, permettendo una sbiancatura fino a 14 toni.
Precisazioni sul dentifricio al carbone attivo
È bene prestare attenzione quando scegliete il dentifricio al carbone vegetale. In commercio, come per ogni prodotto, esistono varie tipologie e varie qualità di dentifricio. Dovrete avere quindi l’accortezza di leggere gli ingredienti per appurare realmente l’esistenza del principio attivo. Questo perché alcune aziende mentono (consapevoli di farlo) non utilizzando il carbone, ma bensì un colorante, ingannando il consumatore.
Infine il carbone migliore, idoneo per questi utilizzi, è quello derivato da legno di pioppo o di salice, dal bambù o da noci di cocco. No assoluto a carboni derivati da petrolati.
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