Meccanica, le officine cercano “millennials” qualificati

Un'azienda su quattro fatica a trovare personale specializzato. Galli (Confartigianato): "Ben vengano le iniziative che aprono le porte delle aziende ai ragazzi e alle scuole"

confartigianato meccanica

Può sembrare un paradosso ma nel settore della meccanica, comparto trainante che in Italia sfiora i 180 miliardi di euro e occupa circa 1 milione e 400mila lavoratori, un’azienda su quattro ha ancora difficoltà a reperire personale qualificato. Un campanello d’allarme che risuona da tempo anche nel nostro territorio dove questo settore riveste un ruolo particolarmente strategico: il Varesotto con le sue 3.800 imprese è infatti l’ottava provincia italiana per vocazione alla meccanica con un indice di specializzazione ben al di sopra della media regionale. Anche se non esente dalle dinamiche internazionali (come la guerra dei dazi che ha influito sull’andamento degli ultimi dodici mesi) il comparto è sano e traina l’occupazione con il 36,62 per cento delle nuove assunzioni che, in un caso su due, sono di under 30. Eppure pare esserci, verso questo mondo, un pregiudizio duro a morire.

Per usare le parole di Davide Galli, presidente di Confartigianato Varese, «è necessario riportare i ragazzi a respirare l’odore delle officine perché soltanto entrandoci, potranno rendersi conto di quanto questo mondo sia fortemente cambiato rispetto all’idea diffusa. Digitalizzazione, meccatronica e innovazione tecnologica sono oggi la regola e non più l’eccezione».

Il settore guarda con attenzione ai millennials perché il bisogno di nuova forza lavoro e in particolare di tecnici e persone con dimestichezza verso le nuove tecnologie è evidente: lo sottolineano i dati dell’Osservatorio per il Mercato del lavoro di Confartigianato Varese che su questo tema e sull’andamento del settore ha presentato un focus proprio questa mattina ribadendo la necessità di una politica industriale mirata e orientata anche alle piccole imprese, sulla scia dell’esperienza dell’Industria 4.0.

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IMPORTANTI LE COMPETENZE MA ANCHE LA VOGLIA DI CRESCERE IN AZIENDA
«Il percorso formativo è fondamentale – precisa Galli – e le competenze sono un fattore decisivo e lo saranno sempre di più. Ma attenzione, le aziende di questo settore non cercano soltanto personale qualificato (nella maggior parte dei casi i titoli di studio richiesti sono diplomi e qualifiche professionali e tecniche, ndr), il settore offre delle opportunità anche a chi non ha titoli di studio purché abbia voglia di impegnarsi e fare un percorso di crescita all’interno dell’azienda».

I PROFILI RICERCATI
«Se osserviamo nel dettaglio le nuove assunzioni effettuate dall’aprile 2017 al marzo 2019 – spiega Giulio Di Martino, referente dell’area Contrattualistica e bilateralità di Confartigianato Varese – oltre il 40% sono state fatte in aziende specializzate nella fabbricazione di prodotti in metallo, per mansioni relative a lavori di meccanica in generale (16,5% del totale), fabbricazione di strutture metalliche (6,9% del totale), fabbricazione di utensileria (3,7% del totale) e fabbricazione di porte e finestre (2,9% del totale). Particolarmente ricercate anche le figure specializzate nella fabbricazione di prodotti elettromedicali (7,2% del totale) e nella fabbricazione di apparecchi di misura e regolazione (2,9% del totale). Particolarmente ricercate anche le figure specializzate nella fabbricazione di prodotti elettromedicali (7,2% del totale) e nella fabbricazione di apparecchi di misura e regolazione (2,9% del totale).».

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IL MESSAGGIO PER LE FAMIGLIE E IL MONDO DELLA SCUOLA
«Ben vengano esperienze come l’apprendistato e l’alternanza scuola lavoro – ha sottolineato Galli – ma è anche necessario far arrivare alle scuole, ai centri di formazione post diploma e alle università un messaggio chiaro: non si può più prescindere dalla composizione produttiva del territorio nel delineare i piani formativi e di riqualificazione professionale».

STABILITA’ E SALARI 
Se si guarda alle opportunità offerte da questo settore non è soltanto il dato delle nuove assunzioni a risultare interessante: in provincia di Varese anche l’altro volto, quello della qualità contrattuale, è da segnalare: l’Osservatorio evidenzia che il 48,5% sono state fatte con contratto a tempo determinato e il 51,5% con contratto a tempo indeterminato e oltre il 90% dei contratti a tempo determinato è poi stato trasformato in tempo indeterminato. «Per quanto riguarda i salari – concludono i responsabili di Confartigianato – le prospettive sono interessanti. Si va dai primi contratti, come quelli di apprendistato, che vanno dagli 800 ai 1200 euro netti a fronte di un percorso lavorativo e di formazione fino ad arrivare a livelli di salari più elevati come quelli degli operai qualificati che arrivano anche a 1600 – 2000 euro».

Maria Carla Cebrelli
mariacarla.cebrelli@varesenews.it

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Pubblicato il 04 Giugno 2019
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