Professione gamer: con quale attrezzatura iniziare a fare e-sports per guadagnare
Molti adulti di oggi, cresciuti tra la fine degli anni '90 e i primi Duemila, hanno passato interi pomeriggi a sfidare gli amici alla Play Station, una partita di Fifa dopo l'altra, imbastendo piccoli tornei domestici

Molti adulti di oggi, cresciuti tra la fine degli anni ’90 e i primi Duemila, hanno passato interi pomeriggi a sfidare gli amici alla Play Station, una partita di Fifa dopo l’altra, imbastendo piccoli tornei domestici. Avrebbero mai potuto immaginare, quei ragazzini, che per le generazioni successive quel semplice divertimento avrebbe potuto diventare una professione o assumere proporzioni olimpiche?
Gli eSports alle Olimpiadi: un’utopia?
Chi non passa molto tempo al PC o non conosce un vero appassionato di videogiochi, potrebbe ora sorprendersi leggendo che gli eSports sono diventati un fenomeno tanto importante da iniziare ad essere preso in considerazione per diventare disciplina olimpionica. Sì, avete letto bene: un primo importante segnale è arrivato ad ottobre 2018, quando il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha rilasciato brevi ma precise dichiarazioni al riguardo.
Durante il summit, gli addetti ai lavori hanno dato ampio spazio alla questione eSports, poiché questi hanno raggiunto una rilevanza tale da non poter più essere ignorata, sia in termini di pubblico (miliardi di persone, tra giocatori e spettatori) che in termini economici. Inoltre, hanno riconosciuto al CIO, che un videogiocatore professionista si allena tanto quanto un atleta che pratica sport convenzionali, e questo merita riconoscimento e attenzione.
Gli eSports, tuttavia, sono ancora ben lontani dal fare il loro ingresso alle Olimpiadi, per vari motivi. Il primo di questi è che, qualora venissero accolti, non potrebbero in alcun modo essere in contrasto con quelli che da sempre sono i valori olimpionici. Non potrebbero quindi esserci tornei che si svolgono attraverso videogiochi basati sulla guerra o dove è presente la violenza in ogni sua forma. Inoltre, nella comunità dei gamer, dovrebbe venire prima istituita un’organizzazione – ad oggi inesistente – che si occupi di vigilare attentamente che tutte le regole previste dalle Olimpiadi vengano rispettate.
Anche se non si vedranno videogiocatori professionisti che si sfidano per la medaglia alle Olimpiadi di Tokyo 2020, e forse neanche all’edizione successiva, questa apertura da parte del CIO è un passo fondamentale in tale direzione.
Ma cosa sono effettivamente gli eSports?
Il nome può confondere i meno esperti, che forse staranno pensando a quei videogiochi della Wii che riguardano effettivamente gli sport, ma non è di questo che si tratta. Il mondo degli eSports è costituito da videogiochi, appartenenti a generi diversi, che hanno raggiunto un enorme successo e che permettono ai gamers di sfidarsi tra loro, quasi sempre a squadre e spesso a livello internazionale.
Accade con titoli come Fifa, Halo, Warcraft ma l’esempio più pertinente ed eclatante è sicuramente League of Legends, un videogioco online di cui ogni anno si tiene un campionato mondiale. Il team vincitore si porta a casa un trofeo che pesa 32 kg e un assegno di un milione di dollari. La finale del 2017 fu guardata da ben 60 milioni di spettatori, e si tratta ormai di un evento di proporzioni tali da superare anche eventi e cerimonie di sport tradizionali.
Il successo del League of Legends World Championship ha contribuito notevolmente a puntare i riflettori sul fenomeno degli eSports: in America questi godono già di tutto rispetto e i gamers professionisti sono considerati alla stregua di atleti e campioni sportivi.
Che cosa serve per diventare un videogiocatore professionista
Come in qualunque disciplina, le prime carte da possedere per fare di una passione come quella del videogioco il proprio lavoro, sono talento e dedizione. Come si potrà ben immaginare, anche in questo campo la competizione è altissima e i gamers che si aggiudicano la vittoria ai tornei ufficiali o che guadagnano giocando al PC o ad altre console, sono persone che hanno dedicato al raggiungimento di tale obiettivo tutta la loro concentrazione.
Un gamer professionista dedica al videogioco in media 7-8 ore al giorno, e non smette mai di studiare, di informarsi e di concentrarsi a migliorare quelle che sono le proprie debolezze.
Un’altra componente fondamentale per fare del videogioco una professione sono gli strumenti. Tra gli accessori principali, oltre al PC o alla console prescelta, vi è una buona sedia da videogaming: dando per scontato che si resta seduti per molte ore al giorno, è importante che sia comoda, che non causi problemi di postura e di mal di schiena e che permetta di giocare agevolmente.
Immancabili, soprattutto per giocare online e interagire con gli altri gamers, sono un paio di cuffie con microfono integrato di alta qualità, che permettono al giocatore di restare concentrato e di sentire al meglio sia i suoni provenienti dal gioco che le voci dei compagni di squadra.
Un’altra strada per guadagnare attraverso i videogiochi è quella di diventare uno youtuber, il cui canale è incentrato sul gaming. Per tentare questa via, e proporre agli utenti un canale interessante e professionale, bisogna possedere:
- una periferica di acquisizione (qualora non si giochi al PC), che permette di registrare audio e video del videogioco dalla console utilizzata;
- un buon software per montare i video, soprattutto qualora si voglia inserire nel gameplay una miniatura con le proprie reazioni durante l’esperienza di gioco;
- una videocamera per potersi riprendere mentre si gioca, offrendo agli utenti le proprie reazioni più autentiche;
- un treppiede per la telecamera, così che le immagini siano sempre nitide e ferme.
La base di tutto: una connessione ADSL all’altezza dei vostri obiettivi
Tutto quello di cui si è parlato sin qui non è nemmeno lontanamente pensabile se non si dispone di un’ottima connessione in fibra per il gaming online a latenza ridotta. I videogiochi online, soprattutto se si intende viverli a livelli più alti, necessitano di una connessione stabile e sicura, che non faccia brutti scherzi nel mezzo di una partita importante.
A tal proposito, è finalmente disponibile in Italia Melita: fornita da un’azienda con esperienza ventennale alle spalle, i pacchetti proposti da e su Melita.it rispondono oggi alle più avanzate richieste e necessità in termini di connessione. Grazie alla sua connessione in fibra ottica avanzata, con Melita si può navigare a una velocità di 1 Gigabit al secondo.
Oltre ai servizi intelligenti per la casa (Plume), Melita offre una connessione stabile, sicura e soprattutto veloce grazie alla rete OpenFiber che, tramite alta tecnologia mesh Wi-Fi, garantisce la massima connettività in ogni punto della casa.
Se, dunque, si desidera impegnarsi e raggiungere dei risultati soddisfacenti nel mondo del gaming, bisogna partire dalle fondamenta: installando una rete veloce ed efficiente come l’ADSL in fibra ottica di Melita, il terreno sarà migliore per far crescere il proprio sogno e conseguire gli obiettivi prefissati. Bisogna armarsi di pazienza, metterci impegno, studiare le partite dei gamer professionisti più bravi e famosi, ma non ci si deve dimenticare della vita reale.
Uno dei punti di forza dei gamer professionisti, infatti, è non perdere mai l’equilibrio tra la dedizione al videogioco e l’attenzione per la famiglia e gli amici. Senza contatti umani veri e senza il sostegno degli affetti più cari, intraprendere questa strada diventerebbe ancora più difficile, oltre che dannoso per la salute.
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