Tira che ti passa. 5 grandi tiratori nella storia dell’NBA
Il basket è fatto, oltre che da grandissimi atleti, anche da grandi record. Scopriamo cinque nomi che sono entrati di diritto nella Hall of Fame dei tiratori NBA
Il basket è fatto, oltre che da grandissimi atleti, anche da grandi record. Scopriamo cinque nomi che sono entrati di diritto nella Hall of Fame dei tiratori NBA.
Calvin Murphy
Classe 1948, Calvin Jones Murphy rientra a pieno titolo nel rango dei grandi nomi quando si parla di percentuali al tiro. La grandezza di questo giocatore non sta solo nello scatto e nella rapidità delle giocate, oppure nel gioco di mani e nell’occhio di falco al momento del tiro. Queste qualità Murphy le possedeva tutte e con dedizione e tanto sudore le ha perfezionate nei 13 anni di militanza tra le file dei San Diego Houston Rockets. L’eccellenza di questo giocatore sta nel saper sfruttare come pochi altri il suo metro e settantacinque di altezza con percentuali da capogiro nei tiri liberi e non solo.
Con una media di 17,9 punti a partita, il buon Calvin ha chiuso la carriera con 17.950 punti segnati. Punteggi che si alzano ancora di più se si calcola la media al tiro durante i playoff affrontati, con bel 18,5 punti a match. Il suo nome occupa il terzo posto nel libro che celebra i tiri liberi consecutivi messi a segno (78). Un successo questo che è stato superato solo dodici anni dopo, quando Michael Williams raggiunse la cifra di 97 tiri liberi consecutivi messi a segno. Murphy ha indossato sempre la maglia degli Houston Rockets, e dopo Hakeem Olajuwon è il secondo più grande giocatore nella storia di questa squadra.
Steve Nash
Uno degli atleti che ha sempre saputo come piazzare al posto giusto la palla da basket.
Nato in Sudafrica nel 1974, Nash si trasferirà prima a Regina per poi stabilirsi con la sua famiglia ancora bambino nella città di Victoria, in Canada. I suoi inizi sportivi lo vedono come ottimo giocatore di calcio, migliore player della squadra di hockey e con una spiccata attitudine anche per il baseball. Con l’espansione anche in Canada del basket, inteso come sport popolare, il giovane Nash inizia a guardare con un occhio differente quella palla arancione.
Gran lavoratore, si dedica anima e corpo a perfezionare il tiro e gli altri fondamentali. Una gavetta che lo porta di fatto ad essere uno dei migliori giocatori del college in Canada.
Nash è a tutti gli effetti una leggenda. Fa parte insieme al grande Larry Bird e altri sette giocatori e una giocatrice, del famoso Club dei 50-40-90. Con questa sigla si identificano quei giocatori che hanno raggiunto una percentuale al tiro dal campo maggiore o uguale al 50% su un totale di 300 tiri liberi, un 40% o più nei tiri da tre punti e il 90% tirando 125 volte dalla lunetta.
Beh, se volete saperlo, Steve Nash in carriera ha raggiunto questa percentuale ben quattro volte consecutive. Uno dei migliori playmaker di tutti i tempi e terzo miglior assist man nella storia dell’NBA, Nash ha saputo lasciare il segno negli annali del basket, pur non riuscendo a portare a casa l’anello della vittoria in un campionato.
Dirk Nowitzki
Una delle grandi stelle dei Dallas Mavericks, Wunder Dirk, così soprannominato da fan e appassionati di basket, è stato il primo europeo ad essere eletto miglior MVP della regular season 2006-07 e delle finali NBA tenutesi nel 2011, anno in cui ha portato insieme ai suoi compagni i Dallas al titolo.
Settimo nella lista dei migliori marcatori di sempre della storia con un totale di 31,560 punti, Nowitzki, con i suoi due metri e tredici d’altezza, ha tutti i numeri di un grande centro, con in più però l’agilità, il gioco di mano e una percentuale di tiro da sogno. Dopo aver militato per quattro anni nella squadra tedesca del DJK Würzburg, il centro di origini teutoniche, ha vestito per undici anni la maglia dei Dallas Mavericks, ritirandosi poi nel 2019 alla bella età di 41 anni.
Larry Bird
Un altro nome difficile da scordare. Con i suoi due metri e sei cm d’altezza, Larry Bird ha segnato il basket dentro e fuori il campo. Oltre alla sua carriera con i Boston Celtics dal 1979 al 1992 con il ruolo di ala grande e ala piccola, Bird ha vestito poi anche i panni dell’allenatore, guidando gli Indiana Pacers dal 1997 agli anni duemila.
Bird è l’esempio di quello che si riesce a ottenere con il duro lavoro. Al di là della stazza e di una struttura fisica non troppo aggraziata, ha saputo capitalizzare al massimo tutte le qualità che si chiedono a un giocatore, con l’aggiunta poi di altre meno scontate per il ruolo di ala. Il suo punto forte è sempre stato il tiro, ma anche la visione di gioco, l’impegno costante in difesa e in attacco e una capacità quasi perfetta di leggere il campo gli hanno meritato nel tempo il titolo di “The Legend”.
Per tre volte migliore MVP della regular season, Bird è stato il primo giocatore a meritarsi l’ingresso nel club dei 50-40-90, ripetendo poi la performance per due stagioni di seguito.
Reggie Miller
Bandiera per una vita degli Indiana Pacers, Reggie Miller ha avuto anche l’onore di vincere un oro ai mondiali di Atlanta del 1996. Di ruolo come guardia, Miller ha trascorso ben 18 anni nella squadra di Indiana, anche sotto i consigli e una figura di allenatore come Larry Bird.
Con una media di 34 minuti a partita, Miller ha trovato nel tiro in sospensione una delle sua armi vincenti con cui mettere in seria difficoltà qualsiasi difesa.
Con i suoi 25.279 punti in carriera, il numero 31 di Indiana viene ricordato anche per l’impresa del 7 maggio del 95 contro i New York Knicks, con ben otto punti segnati in 8,9 secondi. Miller è stato un tiratore micidiale, capace anche di avere quella freddezza e abilità necessaria a prendersi la responsabilità di un tiro dell’ultimo secondo e segnarlo.
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