Chicchi di caffè ripieni di cocaina a Malpensa, in manette uno “chef” fiorentino

Nel pacco proveniente dalla Colombia 500 chicchi ripieni di coca. M.I., 50enne italiano residente a Medellin, si è presentato in bicicletta al punto di ritiro ma ha trovato i finanzieri che lo hanno arrestato

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Chicchi di caffè svuotati con grande perizia, riempiti di cocaina e richiusi, tanto da apparire esattamente come gli altri. I finanzieri del Gruppo di Malpensa hanno individuato una spedizione di circa 2 kilogrammi di pregiato caffè colombiano e scoperto più di 130 grammi di cocaina abilmente occultata dentro i chicchi. L’italiano che ha tentato di importare la droga è stato arrestato in provincia di Firenze.

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Le Fiamme Gialle di Malpensa, nell’ambito dei controlli sulle merci in entrata via aerea effettuati in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, hanno selezionato una spedizione espressa proveniente dalla Colombia e indirizzata ad un tabaccaio della provincia di Firenze.

I finanzieri si sono insospettiti per il nome di fantasia del destinatario della merce – riconducibile ad un personaggio cinematografico di un giovane boss mafioso in un recente film d’azione/thriller statunitense. Determinati ad approfondire i controlli sul pacco, all’interno del collo hanno effettivamente trovato tre buste di un tipico caffè colombiano, merce alquanto comune considerata l’elevata qualità del caffè prodotto in Colombia, esportato in tutto il mondo.

Grazie ad un attento controllo fisico della merce, i finanzieri hanno notato che, tra i chicchi di caffè, erano mischiati oltre 500 chicchi richiusi abilmente con nastro adesivo scuro. Una volta tolto il nastro, i finanzieri hanno scoperto che quei chicchi erano stati completamenti svuotati e “farciti” di pura cocaina bianca.

L’attività di polizia giudiziaria, diretta e coordinata dalle Procure della Repubblica di Busto Arsizio e di Firenze, si è conclusa, in collaborazione con l’unità cinofila del Gruppo Firenze e i finanzieri della Tenenza di Pontassieve con la cosiddetta “consegna controllata” del pacco e l’arresto di un cittadino italiano iscritto all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (A.I.R.E.) proprio in Colombia (a Medellin). M.I. di circa 50 anni, di professione dichiarata
“chef” ma attualmente disoccupato e già gravato da precedenti per droga, è arrivato in bicicletta dal tabaccaio – formale destinatario della merce ma di fatto mero punto di ritiro di pacchi per conto terzi – e ha ritirato il suo pacco.

Immediatamente bloccato dai finanzieri, è stato tratto in arresto in flagranza di reato. Proseguono così i controlli sui passeggeri, sui bagagli e sulle merci spedite per via aerea con i sequestri dei militari della Guardia di Finanza e dei funzionari dell’Agenzia delle Dogane che non si sono mai interrotti, neanche nel periodo del lockdown.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Luglio 2020
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