Lombardia Ideale si schiera apertamente per il NO al referendum

Le ragioni del NO alla consultazione referendaria sul taglio dei parlamentari

referendum costituzionale 2020 scheda

Dichiarazione di voto di Coordinamento regionale della Lista che appoggia il Presidente Fontana in vista della consultazione referendaria dei prossimi 20 e 21 settembre


Le ragioni che ci spingono a sostenere questa posizione riguardano essenzialmente il rifiuto di una battaglia anti-casta fine a se stessa, che ha come unico obiettivo quello di buttare fumo negli occhi agli italiani, addebitando tutti i mali dell’Italia al numero dei parlamentari, e dei politici in generale, anziché alla qualità delle persone che vengono votate o scelte dai partiti.
Il taglio, voluto principalmente dal M5S, ovvero da un partito che ha inviato in Parlamento persone senza alcuna preparazione amministrativa votate da poche decine di persone tramite un sito internet, sarà totalmente inutile dal punto di vista dell’efficienza dei lavori in Parlamento, nonché dal punto di vista economico: il risparmio che si avrà da questo taglio è irrisorio nei confronti del bilancio dello Stato e avrà come unico effetto reale e concreto quello di lasciare intere regioni senza un proprio rappresentante in Parlamento.

Per fare l’esempio della Lombardia, prima regione in Italia per numero di abitanti, da 151 parlamentari scenderebbe a 95, ovvero 56 rappresentanti in meno, pari a 1/3 di taglio, penalizzando soprattutto i territori della bassa, ma anche quelli pedemontani e montani.

Spesso, ed anche giustamente, ci lamentiamo della lontananza dei politici dai territori considerati “marginali”, e con questo taglio la situazione peggiorerà, a discapito proprio delle zone meno densamente popolate, che attualmente godono di una rappresentanza alla Camera ed al Senato che può garantire loro un ascolto maggiore da parte dello Stato.
Riteniamo assurdo partire dal taglio della rappresentanza dei cittadini per diminuire gli sprechi dello Stato, sprechi che si annidano semmai negli stipendi stellari di funzionari ministeriali, dei tribunali, della presidenza della Repubblica o del Consiglio, oppure proprio dei dipendenti di Camera e Senato, i quali possono arrivare a guadagnare fino al triplo di un Parlamentare.

Ecco perché la battaglia contro il numero dei Parlamentari è fuorviante e confonde gli italiani: con la scusa della lotta agli sprechi e alla Kasta si elimina rappresentanza al popolo e si danneggia la democrazia, senza andare ad intaccare i veri sprechi ed i veri privilegi, ovvero quelli della classe di burocrati statali a cui nessuno taglierà mai lo stipendio.

Pur lasciando libertà di scelta ai nostri amministratori e sostenitori, ci sentiamo di schierarci per il NO e di farlo votare, nella speranza che si torni a parlare di Politica con la P maiuscola, quella della passione di chi amministra i territori e vuole portare le loro problematiche a chi governa a Roma per tentare di cambiare veramente questa Nazione, partendo dalle identità locali e dalla loro rappresentanza.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Settembre 2020
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