I ragazzi tornano in classe, tra regole e sorrisi
I primi a varcare le porte delle superiori sono gli studenti che devono frequentare i corsi di recupero. Sanificazioni, nastri bianco-rossi, alpini all'ingresso ma anche un po' di emozione

«Sì, dai, a me un po’ anche il prof mi è mancato». Dopo sei mesi e passa senza tornare in classe, il 1° settembre è il giorno del ritorno in classe. Lo è solo per pochi – i ragazzi che devono frequentare corsi di recupero – ma è comunque un momento emozionante.
«Oggi eravamo in quattro in classe» racconta uno studente appena uscito dai licei di Gallarate. Alle 12 escono alla spicciolata, clima rilassato da post-vacanza, qualche padre che aspetta e riprende – anche lui – le misure con i ritmi e gli spostamenti scolastici («Da oggi si riprende a chiamarlo alla mattina: dai che dobbiamo uscire»)
«Questa settimana andiamo tre giorni, poi altri tre giorni settimana prossima» ci racconta un’altra studentessa. All’ingresso ci sono i collaboratori scolastici e anche un volontario degli Alpini di Gallarate, per far rispettare i percorsi di entrata e uscita ben individuati.
Cambio scenario: all’Isis Facchinetti di Castellanza, ai margini del parco Alto Milanese, dove si riparte con spazi sanificati, alcune aule e corridoi imbiancati di fresco, tre nuove classi ricavate dagli spazi “sacrificabili”, misurazione della temperatura all’ingresso e autocertificazione, mascherine indossate da bidelli, professori e studenti, banchi monoposto, distanziamento nelle aule.

La dirigente Anna Bressan e il vice Lodovico Santoro ci tengono a sottolineare che l’organizzazione scolastica non si è mai fermata nemmeno a luglio e agosto tra bandi da non perdere, opere edili da progettare, finanziare e realizzare: «Stamattina test di proporzioni ridotte rispetto a quello che vivremo nei prossimi giorni. C’è la siamo cavata più che bene perchè c’è la collaborazione di tutti ma i problemi da risolvere sono ancora tanti».
Dal 14 settembre, però, i numeri saranno diversi: «Abbiamo 1400 studenti da gestire in entrata e in uscita – spiega la dirigente – ma siamo riusciti a ridurre a quasi zero la rotazione delle classi in modo da evitare di dover sanificare ogni volta al cambio di aula e per risparmiare minuti a favore della didattica che, probabilmente, dovrà già fare i conti con i moduli orari da 50 minuti». Non è ancora deciso se le ore di lezione verranno ridotte e le prossime riunioni con i docenti saranno esiziali per questo aspetto: «Siamo ad un bivio. Se adotteremo i moduli orari da 50 minuti dovremo comunque recuperare le ore di lezione, probabilmente al sabato mattina con la didattica a distanza perchè non si riesce a tenere la scuola aperta anche il sesto giorno».

Per i ragazzi resta una esperienza un po’ straniante, per quanto affrontata con il sorriso e l’entusiasmo da adolescenti. «Io oggi ero in classe da sola con il prof» dice una studentessa del liceo di Gallarate. «Però dai, alla fine mi ha fatto piacere rivedere anche loro». Distanziamento resta parola d’ordine, riecheggia scherzosamente anche tra i capannelli di ragazzi: «Ci sono i nastri rossi e bianchi intorno alla cattedra, per indicare lo spazio in cui deve stare la prof» racconta un altro studente.
I “fortunati” tornati a scuola non sembrano soffrire granché il ritorno in classe. Forse perché è anche un modo di rivedere anche i compagni dopo qualche mese? «In realtà siamo anche andati in vacanza insieme» confessano. E all’uscita chi deve fare i corsi di recupero trova anche qualche altro compagno, venuto a dare “manforte”. A ricordare che è sì importante tornare a studiare (e hanno ragione i genitori un po’ preoccupati da mezzo anno con didattica a distanza) ma la scuola è anche socialità. Ed una esperienza irripetibile, mesi densi come non mai, negli anni dell’adolescenza.
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