Un caffè con Mattia, il primo paziente al quale fu diagnositicato il Covid19 in Lombardia

Non è stato sicuramente il primo caso di Coronavirus in Lombardia ma tutti ormai lo conosciamo perché è stato il primo paziente nel quale è stata ufficialmente riconosciuta la presenza del virus Sars-Cov-2

mattia covid fontana

Mattia Maestri non è stato sicuramente il primo caso di Coronavirus in Lombardia ma tutti ormai lo conosciamo perché è stato il primo paziente nel quale è stata ufficialmente riconosciuta la presenza del virus Sars-Cov-2. L’esito del tampone positivo, effettuato andando oltre i protocolli, per disperazione, dopo una bruttissima polmonite che sembrava incurabile, è arrivato il 20 febbraio e la notizia è stata diffusa nel cuore della notte del 21 febbraio con una nota ufficiale di Regione Lombardia.

“L’uomo è ricoverato in terapia intensiva all’ospedale di Codogno (LO) i cui accessi al Pronto Soccorso e le cui attività programmate, a livello cautelativo, sono attualmente interrotte – diceva la nota stampa della Regione – . Le persone che sono state a contatto con il paziente sono in fase di individuazione e sottoposte a controlli specifici e alle misure necessarie”.

Solo nei giorni successivi è parsa evidente quale fosse la situazione: ricostruire la rete dei contatti e mettere a fuoco la catena del contagio si dimostrò sostanzialmente impossibile. Mattia non era il primo e la diffusione del virus era talmente estese che dovunque si testasse emergevano casi di positività.

«Una domenica sera mi sentivo un po’ debole e avevo la febbre un po’ alta – raccontò Mattia una volta superata la malattia ai microfoni di Skytg24 -. Pian piano è aumentata e allora sono andato al pronto soccorso. Le analisi hanno detto che era una lieve polmonite e mi è stato suggerito di curarla a casa, in quanto nei soggetti giovani è una pratica che viene svolta così. Al mio ritorno a casa con antibiotico, però la febbre è aumentata e mi sono ripresentato al pronto soccorso. Da lì in poi la febbre è cresciuta ancora fino a quando sono stato portato in terapia Intensiva».

Il 38enne fu dimesso dall’ospedale più di un mese dopo, quando l’Italia era già in pieno lockdown.

Oggi il presidente lombardo Attilio Fontana lo ha rincontrato a Lodi: “ho colto l’occasione per prendere un caffè con Mattia, il primo paziente italiano grazie al quale siamo riusciti a far partire l’allarme in tutto il Paese, in tutta Europa – ha scritto il Presidente -. Voglio ricordare un fatto che ormai è appurato. Grazie alla forza e alla resistenza di Mattia abbiamo capito che qualcosa non andava nella sua malattia. Grazie a questo e al coraggio dei medici di Codogno che hanno scelto di andare oltre ai protocolli, il virus è stato scovato. Diversi studi hanno poi ricostruito che il Covid circolava sul territorio già da diverso tempo, addirittura da mesi”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Settembre 2020
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