L’addio a Gigi Proietti, ricordandolo sul palco delle Arti di Gallarate
L’8 e 9 maggio 1991 Proietti era in scena nei panni del grande attore shakespeariano Edmund Kean: forse la sua interpretazione più intensa e fortunata, ricordata anche durante i funerali a Roma
«L’eterno Edmund Kean», dicono oggi, nei giorni del funerali a Roma, parlando di Gigi Proietti. Che si era identificato nel profondo nella storia del grande attore shakespeariano ottocentesco Edmund Kean, protagonista di una piecé di Raymund Fitzsimons.
Proprio con quel suo spettacolo, andato in scena fino al 2019, Proietti è stato ospite anche al Teatro delle Arti. «Era l’8 e 9 maggio 1991», ricorda Riccardo Carù, grande appassionato, da anni tra i collaboratori di don Alberto nella gestione di quel piccolo miracolo di provincia che è il teatro di Gallarate.
«È stato merito di Elio Schiavoni, dell’agenzia teatrale Utim, grande amico di don Alberto: è riuscito a portare qui Gigi Proietti e Vittorio Gasmann, attori che di rado frequentavano le sale di provincia. Ma come diceva don Alberto: Gallarate è un capoluogo della provincia, per il teatro»
Lo spettacolo, nel 1991, era già un successo celebrato, ma ancora alla terza tournèe, di tante che ne sarebbero seguite. «Andai in scena per la prima volta al Festival di Taormina nel 1989. Prima di debuttare tremavo dalla paura», ricordava Proietti quattro anni fa, alla vigilia di un altro spettacolo omaggio al teatro shakespeariano e al suo interprete londinese. «Mi reputavo un attore che, ovviamente, aveva già una notevole esperienza, ma in spettacoli più comici, popolari, dove il pubblico soprattutto si divertiva e rideva molto. Mi son detto: se qui cominciano a ride’, semo rovinati!».

«Il Kean» è stato il suo cavallo di battaglia, «quello che ha insegnato anche ai suoi allievi, come hanno ricordato anche oggi ai funerali. E noi abbiamo avuto il pregio e l’onore di averlo avuto qui a Gallarate».
Uno degli aspetti più toccanti dell’ultimo saluto a Gigi Proietti è stato proprio il racconto dei suoi allievi, di chi ha respirato fin da bambino il teatro grazie a lui, da Pino Quartullo a Paola Cortellesi a Enrico Brignano. Edoardo Leo ha citando il sonetto che Proietti declamò in occasione dell’ultimo saluto ad Alberto Sordi: «Tutta la città sbrilluccica de lacrime e ricordi. Che tu non sei solo un grande attore. Tu sei molto di più. Sei Gigi Proietti».
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