Studenti segnati dal lockdown ma affamati di vita
Due mamme della primaria Sant'Alessandro scrivono una favola per raccontare vita e speranze di una piccola scuola in mezzo alla pandemia
Si intitola “Dalla scuola una speranza” la favola scritta da due mamme della scuola primaria Sant’Alessandro (IC di Castronno) per raccontare la vita di una piccola scuola “dietro le sette colline” in mezzo alla pandemia, dando risalto all’impegno profuso dalle insegnanti e all’entusiasmo dei bambini tornati in classe “felici di andare a scuola, di imparare, di stare insieme ai compagni, nonostante le restrizioni e i presidi di sicurezza”.
E se dovesse esserci un altro lockdown?
Saranno pronti, lo affronteranno insieme alle insegnanti sino al finale ” e vissero tutti felici e contenti… senza mascherina, mostrando sempre il sorriso a tutti”.
Di seguito il testo integrale.
C’era una volta una piccola scuola elementare, dietro le sette colline, con poco più di sette maestre. Ogni anno si adoperavano – insieme ai genitori – per abbellire e migliorare la piccola scuola, un luogo solare e accogliente, che però con gli anni necessitava sempre più manutenzione. In tempi, in cui i fondi pubblici erano limitati, anche grazie all’impegno delle famiglie, organizzando raccolte di fondi tramite vendite di torte e tombole, questo piccolo spazio di serenità e di crescita veniva preservato e arricchito.
Un giorno, però, queste maestre si trovarono davanti ad un nuovo problema, molto più grande dei problemi affrontati fino a quel momento: il Covid-19, come un lupo cattivo, costringeva tutti a nascondersi in casa. Da un giorno all’altro, con tanti libri rimasti nella piccola scuola, i bambini si trovarono a dover rimanere a casa e le maestre – all’inizio – non avevano modo di comunicare con loro, se non tramite le rappresentanti di classe. La paura del Covid cattivo era grande e mentre tanti si sentivano paralizzati, le maestre della piccola scuola di Sant’Alessandro – sostenute dalla preside dell’Istituto Comprensivo di Castronno e con la collaborazione dei genitori – si rimboccavano le maniche e si mettevano al lavoro. Tante di loro non erano proprio affini alla tecnologia e usavano poco volentieri PC e smartphone, ma tutte capivano che restare in contatto con i propri alunni era l’unica cosa che contava. Non potevano aspettare e sperare che le scuole riaprissero per continuare con la didattica. Nel giro di poche settimane ognuna delle cinque classi dava il via alla DAD – didattica a distanza – considerando i bisogni e le capacità di concentrazione davanti ad uno schermo, ci si ritrovava in videolezioni e venivano proposte attività anche giocose, fruendo della vasta scelta del mondo virtuale.Ben consapevoli che tante famiglie vivevano ancora dietro le colline e non tutte avevano accesso ad un PC o una linea di internet solida, le maestre, flessibili e creative, cercavano di assicurarsi che nessun bambino perdesse l’occasione di connettersi con la sua classe: non solo per non perdere contenuti scolastici, ma soprattutto per non sentirsi isolato, lontano dai compagni di classe.
La nostra storia non finisce qui, perché purtroppo il lupo cattivo Covid, dopo essersi nascosto durante l’estate, mostrava nuovamente i suoi denti affilati dopo il tanto atteso ritorno in classe a settembre. Lo spazio ridotto della piccola scuola si presentava come una grande sfida da affrontare, in tempi di distanze di sicurezza tra banchi e numeri massimi di bambini per aula. Ma conoscendo le sette maestre, nessuno si è stupito delle soluzioni innovative e creative trovate per rispondere alle nuove esigenze nel rispetto delle regole. Non è facile scostarsi dalla strada conosciuta per imparare ad esplorare nuove vie e sperimentare nuovi mezzi… Eppure con la collaborazione di tutta la comunità scolastica l’attività didattica in presenza è ripartita!Come le fiabe ci insegnano da decenni; con impegno, coraggio e dedizione le difficoltà ad un certo punto finiscono, si superano e la vita torna a manifestarsi nella sua positività, come prima dell’arrivo del lupo cattivo. Dentro lo sguardo di chi si è trovato ad affrontarle c’è però una maturità diversa. Da questa pandemia ancora non siamo usciti, ma un guizzo di questa spontanea bellezza della solita vita quotidiana lo possiamo già cogliere nei nostri bambini tornati tra i banchi. Felici di andare a scuola, di imparare, di stare insieme ai compagni e alle loro insegnanti, nonostante le restrizioni e i presidi di sicurezza. Segnati dal lockdown, ma affamati di vita. Da loro nasce la nostra speranza.
Per questo vogliamo ringraziare in primis le insegnanti della Scuola Primaria “Marconi” di Sant’Alessandro e la Dirigente Scolastica dell’Istituto Comprensivo di Castronno che hanno dimostrato tutta la motivazione e l’energia positiva possibile per combattere il lupo cattivo Covid, accogliendo i nostri bambini in sicurezza, non perdendo di vista la didattica, investendo l’energia rimanente sulla rassicurazione di genitori scettici rispetto alle novità o incerti sul fatto di mandare i propri figli a scuola. Un grazie al personale ATA, che ha intensificato il proprio lavoro, e al Comune di Castronno, che si è adoperato per garantire i servizi, nonostante restrizioni e difficoltà. Infine, un grazie ai medici, agli infermieri e a tutti gli operatori sanitari, che ci sentiamo sempre e comunque di ringraziare in questi difficili mesi.
Se dovessimo tornare ad un nuovo lockdown che forzi anche la piccola scuola a chiudere le porte ai suoi alunni, possiamo essere certi di una cosa: le nostre maestre sono pronte!
E vissero tutti felici e contenti… senza mascherina, mostrando sempre il sorriso a tutti, anche nella piccola scuola dietro le sette colline con poco più di sette maestre e tutti i nani fortunati!
Speriamo che questo possa essere presto il nostro lieto fine.Due mamme come tante
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