Il saluto a don Ampellio, il sacerdote che non contava gli abbracci

Le esequie sono state celebrate dal vicario episcopale di Varese don Giuseppe Vegezzi nella chiesa di San Giulio. La commozione unisce anche Rovate e Abbiate Guazzone

Cassano Magnago generica

«Ci ha voluto bene con tutte le sue forze, tutti i suoi sguardi, tutti i suoi abbracci che hanno toccato il cuore: fecondi nel bene, grazia di luce».

Con grande commozione tanti fedeli hanno salutato a Cassano Magnago don Ampellio Rossi, scomparso all’età di 84 anni.

Le esequie, celebrate dal vicario episcopale di Varese don Giuseppe Vegezzi, e a cui erano presenti anche le autorità civili con il sindaco, si sono tenute nella chiesa di San Giulio a Cassano, la città in cui viveva dal 2010.
Le persone hanno riempito la chiesa e anche il sagrato antistante, sempre nel rispetto di un adeguato distanziamento su cui vigilavano i numerosi volontari della Comunità Pastorale San Maurizio. Nel pensiero c’erano anche tanti di Rovate di Carnago, Abbiate Guazzone di Tradate, Binzago di Cesano Maderno, le parrocchie dove don Ampellio ha esercitato il suo ministero.

Cassano Magnago generica

Dopo le letture evangeliche della Passione secondo Matteo e della discesa dello spirito santo, l’omelia è stata tenuta da monsignor Luigi Stucchi, già vicario episcopale e parroco di Tradate nel periodo in cui – tra anni Ottanta e Novanta – don Ampelio era parroco ad Abbiate.

«Quando il cardinale Carlo Maria Martini venne ad Abbiate, il primo saluto all’arcivescovo fu affidato al nostro don Ampellio. Elencò all’arcivescovo tanti gruppi ecclesiali e anche civili, perché ognuno è destinato a incontrare il Signore» ha ricordato con una bella immagine monsignor Stucchi. «Lui non avrebbero contato gli abbracci, avrebbe cercato tutti e ciascuno».

Cassano Magnago generica

Stucchi ha ricordato monsignor Ferrari, scomparso lo scorso anno: lui e don Ampelio erano «confratelli sui banchi del seminario e vicini di casa da ormai 18 anni». Alle esequie è stato letto anche un messaggio della nipote, che ha seguito anche lei la vocazione cristiana, sostenuta proprio da don Ampellio.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 04 Marzo 2021
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