Come difenderci dalle false notizie

Viviamo In un tempo “infodemico”, di circolazione impazzita di informazioni confuse, non sempre vagliate e misurate. Ecco come possiamo superare il contagio delle fake news

Generica 2020

Il Covid-19 è stato rubato da spie cinesi in un laboratorio canadese; un gruppo finanziato da Bill Gates ha brevettato l’agente patogeno ben prima della pandemia; la vitamina C previene l’infezione. Tutte bufale che si sono diffuse su scala planetaria più velocemente del virus stesso. Come possiamo difenderci e qual è il nostro ruolo? Il problema è complesso ed è molto più ampio della crisi sanitaria stessa.
Il tempo di profonda incertezza che stiamo vivendo ci pone una sfida di grande portata. In un tempo “infodemico”, di circolazione impazzita di informazioni confuse, non sempre vagliate e misurate, di tempi di consumo sempre più compressi e guidati dall’ansia, come possiamo superare il contagio delle fake news e conoscere la verità? Come possiamo agire responsabilmente per alimentare relazioni rispettose della dignità di tutti, che non alimentino l’odio e le contrapposizioni?

Abbiamo più informazioni e siamo più incerti e spesso inconsapevolmente o irresponsabilmente contribuiamo al rumore di fondo. A volte sottovalutiamo il peso del nostro contributo. In realtà, tutte le volte che leggiamo o mettiamo un like, stiamo costruendo una narrazione insieme agli altri, perché gli algoritmi contano senza etica e promuovono tutto quello che fa audience. Online, come in politica, siamo l’audience che ci meritiamo collettivamente.

Facciamo un breve test, prendendo esempi dalla cronaca recente.

È vero che Joe Biden, presidente degli Stati Uniti, per la flotta federale, vuole solo auto elettriche, prodotte da fabbriche sul suolo americano, da operai iscritti al sindacato, e che queste auto non esistono?

https://www.avvenire.it/economia/pagine/buy-american-biden-scivola-sull-auto 

È vero che Amanda Gorman, la 22enne poetessa rivelazione dell’inaugurazione del suddetto Biden, è entrata a far parte della più talentuosa e costosa agenzia di modelle del mondo?

https://www.theguardian.com/us-news/2021/jan/27/amanda-gorman-img-models-youth-poet-laureate 

È vero che la Solvey ha nascosto i dati sulle conseguenze fatali di sostanze tossiche per 8 anni e rischia di pagare 400 milioni di dollari di danni

https://www.ewg.org/release/years-solvay-kept-tests-secret-showing-health-hazards-forever-chemical 

È vero che l’inquinamento lombardo non è un fattore aggravante della trasmissione di coronavirus?

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0013935120315000 

È vero che Anthony Fauci, il virologo a stelle e strisce, ha cambiato dal 60 al 90% il tasso di vaccinazione da raggiungere per avere l’immunità di gregge?

https://www.reuters.com/article/health-coronavirus-usa-idUSL1N2J411V   

È  vero che la Cina ha dichiarato circa 4000 morti da Covid-19 e sono state ritirate 45 mila urne cinerarie solo a Wuhan?

https://www.corriere.it/esteri/20_marzo_28/coronavirus-pile-urne-cinerarie-dubbio-wuhan-numero-caduti-b2fd95c2-7126-11ea-a7a6-80954b735fc3.shtml 

È vero che in Italia nell’82% dei casi chi fa violenza su una donna non bussa perché ha le chiavi di casa?

https://www.osservatoriodiritti.it/wp-content/uploads/2019/11/violenza-sulle-donne4.pdf 

La risposta in questi casi è sempre la stessa: sì è vero. In alcuni casi ci vuole poco tempo per verificarlo, in altri serve una ricerca e riflessione approfondita che dia un senso alla notizia, che metta il dato o il fatto in una cornice di valori, relazioni e dimensioni culturali. In tutti i casi sta a noi la scelta di accettare passivamente quella che viene spacciata come informazione oppure mettere in moto il nostro senso critico. Una ricerca del MIT di Boston ha dimostrato che non è facile. Una notizia falsa raggiunge in media 1.500 persone, 6 volte più velocemente rispetto a una vera, e ha il 70 per cento di possibilità in più di essere rilanciata rispetto alle informazioni vere. Questo avviene perché i falsi hanno una componente di maggiore novità percepita rispetto alle notizie vere. Riescono a scatenare emozioni più forti rispetto alla verità. Al falso sono associati sentimenti come paura disgusto e sorpresa. Al vero tristezza, gioia e fiducia.

LE STRATEGIE DI SOPRAVVIVENZA QUOTIDIANA 

Nel Medioevo, il banditore diffondeva le notizie in modo capillare e molto veloce. Iniziava il suo bando cominciando dai quartieri più popolati e nelle ore in cui era probabile la presenza della gente. Il banditore dell’epoca assumeva un ruolo indispensabile, data la mancanza di qualunque mezzo di informazione. Molte persone usufruivano di questo servizio, venditori di stoffe, ambulanti e commercianti, i quali promuovevano le loro merci tramite il banditore. Spesso il rivenditore pagava il banditore in natura, con frutta, verdura, pesce o con altri generi che gli aveva pubblicizzato.
Oggi l’accesso alle informazioni è una condizione planetaria istantanea ubiqua e onnipresente. Serve però una nuova educazione al pensiero critico, alla scelta consapevole. Alcuni consigli per navigare in modo più consapevole nel mondo online, ispirati anche dal metodo CRAAP Test elaborato dell’Università dello Stato della California.

1. Verifichiamo la tempestività della notizia. Quando è stata pubblicata? È stata aggiornata? I link funzionano?

2. Valutiamo attentamente la fonte, i contatti, la missione di chi ci fornisce l’informazione. Ci sono siti che valutano l’attendibilità delle fonti. Tra i più famosi possiamo citare FactCheck.org, PagellaPolitica, Snopes e Bufale.net. Per verificare immagini e video è possibile utilizzare Foto Forensics, Google Reverse Image Search, InVid Project e Youtube Data Viewer.

3. Leggiamo tutto l’articolo. Spesso i titoli sono scritti ad effetto per ottenere click, mentre i dati, il ragionamento sono più articolati e raccontano una verità più composita.

4. Conosciamo l’autore. Al di là della testata, l’autore ha una sua credibilità? Quali esperienze e competenze ha per essere competente in materia? Chi lo segue? Da quanto tempo?

5. Verifichiamo le fonti citate e i collegamenti suggeriti. A volte le fonti dell’autore sono a loro volta autorevoli oppure per nulla.

6. Verifichiamo alcuni fatti e date. A volte le informazioni sono semplicemente errate, copiate senza controlli incrociati, oppure mancano le date.

7. Riflettiamo sul fine dell’informazione fornita. Informare o vendere? Intrattenere o influenzare? Fatti o opinioni?

Perché le buone pratiche facciano la differenza dipende da noi. “Perché un pensiero cambi il mondo, bisogna che cambi prima la vita di colui che lo esprime.” Albert Camus.

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Pubblicato il 16 Maggio 2021
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