Il “micro museo“ di Cadero che racconta la storia della Gioconda
Un minuscolo museo per una storia sconfinata: dal genio di Leonardo alle leggende locali. All’esterno del museo altre riproduzioni della Monna Lisa fatte da ragazzi delle scuole medie
Piccolo museo, grande storia. È il “Micro Museo“ di Cadero, frazioncina montana di Maccagno con Pino e Veddasca nato dalla collaborazione dell’associazione Taxus e la Fondazione Leonardo da Vinci di Milano che propone la storia della Gioconda, il celebre e misterioso ritratto eseguito dal Maestro.
Il micro museo ospita la mostra “Quando il Mito diventa Leggenda”: la storia del celebre dipinto della Monna Lisa che ha appassionato studiosi, scrittori, intellettuali, appassionati e la stampa di tutto il mondo. In vista anche una nuova mostra in omaggio di Dante Alighieri il 24 luglio 2021.
Decine e decine di riproduzioni della Monna Lisa meglio nota come “la Gioconda” accolgono i visitatori all’ingresso del piccolo museo.
Opere di diversi artisti tra cui “Igor Bozan Borozan” che, durante l’inaugurazione ha dipinto in diretta su un telo la figura del celeberrimo Dante Alighieri, in vista di un suo omaggio il 24 luglio alle ore 18:00 presso il medesimo Micro Museo Cadero.
Un Museo che, nelle tre stanze che lo compongono, nasconde un’infinità di storia. Una sala è dedicata alla vicenda ufficiale del furto della Gioconda da parte di Vincenzo Peruggia mentre nelle altre due si narrano, attraverso il video delle parole di Graziano Ballinari e la riproduzione della Taverna Garibaldi, le ipotesi di una storia diversa.
Il racconto ufficiale viene presentato tramite giornali dell’epoca che raccontano del furto di Vincenzo Peruggia, il quale ha costruito su quel fatto la sua fama di patriota che ingenuamente avrebbe sottratto la Gioconda perché la riteneva italiana, e una diretta Rai del tempo in cui si racconta nel dettaglio la medesima vicenda. Accanto ad ogni giornale c’è un QR in quattro lingue diverse, così come vicino ad ogni riproduzione della Gioconda che rimanda agli artisti a cui appartiene il dipinto.
Nelle altre stanze, invece, si apre un nuovo scenario in cui Graziano Ballinari, storico e cittadino della valle, sostiene che la vera Gioconda non sarebbe quella esposta al Louvre di Parigi ma si troverebbe ancora in Val Veddasca e che Vincenzo Peruggia sia stato solo un prestanome ma non il reale ladro del dipinto.
Ballinari racconta, tramite un’intervista riprodotta sullo schermo di una televisione nella stanza, che i veri artefici del furto sarebbero stati due fratelli Lancillotti con mamma proprietaria della Taverna Garibaldi a Cadero e papà finanziere a Graglio.
Secondo quello ricordato da Graziano Ballinari i due fratelli in cerca di lavoro finirono a fare gli inservienti al Louvre di Parigi e, a seguito della richiesta di un Marchese, rubarono la Gioconda per soldi. Una volta sottratta il Marchese non la volle più e così per paura i fratelli, insieme alla madre e all’oscuro del padre, nascosero il dipinto sotto la tavola della Taverna Garibaldi facendo pagare 20 centesimi a chi voleva vederla. Quando il padre lo scoprí provò un così grande disonore che disse ai figli di trovare un amico a cui addossare la colpa in cambio di denaro. Da quanto narrato l’amico fu proprio Vincenzo Peruggia. Il resto è storia.
Nella stanza accanto si trova proprio la riproduzione della Taverna Garibaldi dove sotto la tavola c’è uno specchio che mostra la Gioconda nascosta così come, a quanto narrato, sarebbe successo a quel tempo.
La versione ufficiale rimane pur sempre quella in cui è stato Vincenzo Peruggia a rubarla ma dal 21 agosto 1911 sono tante le ipotesi sui protagonisti che hanno contribuito a realizzare il furto più celebre del mondo.
Quello che è certo è che la Gioconda è stata consegnata ma, ancora, non si ha la certezza assoluta che sia quella originale.
Un tema affrontato anche da Silvano Vinceti durante l’inaugurazione con la presentazione del suo libro: “Il furto della Gioconda. Un falso al Louvre?”. Un testo che ha rivelato nuovi elementi della storia che confermano molte voci dei racconti tramandate di padre in figlio in Val Veddasca, riscoprendo nuovi particolari trascurati negli studi precedenti.
«Il Museo del Louvre ha dichiarato che la Gioconda in loro possesso è l’originale ma ancora dei dati oggettivi non ha voluti trasmetterli», dice Silvano Vincenti.
Di sicurezze sulla veridicità della Gioconda riconsegnata da Vincenzo Peruggia al Louvre non ce ne sono ma, come analizzato da Vinceti nel suo libro e come ipotizzato da Graziano Ballinari, quella gioconda potrebbe essere un falso. All’esterno del museo altre riproduzioni della Monna Lisa fatte da ragazzi delle medie. Insomma, un mistero tutto da scoprire e un Micro Museo tutto da osservare vi aspetta a Cadero con la mostra “Quando il Mito diventa Leggenda”.
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