«Tutto bello e imprevisto» Giulia Caminito finalista al Premio Strega racconta il suo libro

"L'acqua del lago non è mai dolce" è tra i libri finalisti dei due più prestigiosi premi letterari: il Premio Strega e il Premio Campiello. Abbiamo intervistato la giovane scrittrice romana per farci raccontare questo anno incredibile

Generica 2020

Possiamo dire che la letteratura italiana quest’anno ha il profumo di lago, del Lago di Bracciano: il protagonista inconsapevole dell’ultimo romanzo di Giulia Caminito “L’acqua del Lago non è mai dolce”. La storia di Gaia è arrivata nella selezione finale del Premio Strega e del Premio Campiello, un vero successo per la giovane, ma già matura, scrittrice romana.

Un libro, una storia e due Premi letterari prestigiosi: avresti mai pensato che il tuo libro arrivasse a conquistare il favore delle due giurie?

Sinceramente no, è stato tutto bello e imprevisto.

Che valore ha oggi partecipare a un premio letterario così prestigioso come il Premio Strega? Come ha cambiato la tua quotidianità dopo essere arrivata in semifinale?

È una grande occasione per far conoscere il libro in Italia e all’estero, sono coinvolti infatti lettori e lettrici su tutto il territorio, nel voto e negli incontri dei finalisti, ma anche gli istituti di cultura all’estero, le scuole superiori, gli insegnanti, nonché scrittrici, scrittori, giornalisti ed editori, insomma c’è tutta una rete legata al Premio che si attiva e che permette ai libri di circolare, di essere letti.

La vicenda di Gaia si svolge sul Lago di Bracciano, raccontaci da dove nasce questo libro e questa storia.

Nasce dalla collisione di alcune storie: quella della donna che sta dietro al personaggio di Antonia e la sua lotta per l’assegnazione di una casa popolare; quella del lago e mia, e quella di Gaia, la protagonista, una voce ribelle, imprevedibile, disturbante, che avevo molta voglia di scrivere.

Tutte le storie cominciano con una donna, quella che ti mette al mondo e il rapporto tra Gaia e sua madre è, diciamo, il fulcro intorno al quale si svolge tutta la vicenda. Questo rapporto è fatto di tante sfumature, qual è la sfumatura più importante del loro rapporto?

La necessità, forse. Il fatto che Gaia senta la madre necessaria e fondamentale, e che questa posizione centrale nella sua vita la renda anche un ingombro, un ostacolo a trovare la propria identità. Sempre affannata nel tentativo di allontanarsene o avvicinarsene, Gaia non sceglie mai altro dalla madre e non costruisce bene se stessa negli anni, arriva a sovrapporsi a lei nel finale, sembra destinata e ripeterne la vita in qualche modo. La madre è un pozzo da cui sale l’acqua per dissetarsi, ma in cui si ha paura di cadere.

Tu hai vissuto sul lago di bracciano, che ha fatto da cornice della tua formazione. Cosa c’è di autobiografico in questa stoia e in questo libro, qual è il tuo rapporto con tua madre?

Il rapporto con mia madre è ottimo e non l’ho preso a esempio per questa storia, di autobiografico ci sono i luoghi e alcuni eventi, alcune persone della mia vita trasformate in personaggi, ma non avevo voglia di raccontare la mia, più che altro di usarla per raccontare una storia.

Questa è una storia fortemente attuale che si svolge in provincia, alle porte di Roma ma potrebbe essere alle porte di una qualsiasi grande città.  Che valore ha oggi la provincia?

La provincia del romanzo è anche una periferia in realtà, perché la posizione di Anguillara Sabazia è peculiare, si trova sulle sponde del lago, ma anche ai confini di Roma. Per questo mi sembrava interessante raccontarla, provare a narrare una vita ai margini che si muove dentro e fuori la grande città, che si nasconde e poi si getta e che lungo la linea della ferrovia costruisce la propria fuga e i propri ritorni. Molta Italia è provincia e la provincia è più legata rispetto alle città a tante tradizioni, leggende, racconti del territorio che la rendono feconda e gravida di storie interessanti.

Gaia è un personaggio anche disturbante, politicamente scorretto possiamo dire. Da dove nasce questo personaggio?

Dalla voglia di scrivere di una giovane donna che sa essere scorretta, che sa colpire, che si affanna per emergere, che fallisce, che non sa come amare e farsi amare, mi sembrava importante provare a raccontare una ragazza così.

Il difficile periodo appena trascorso secondo te ha avvicinato o allontanato dalla lettura? In che modo?

Credo si sia letto di più in questo anno, ma le modalità anche sono cambiate, sono aumentati gli audiolibri, sono aumentate le vendite attraverso i canali online, bisognerà aspettare e far sedimentare quello che è successo per comprendere se c’è stato un miglioramento e di che tipo.

Qual è il libro che ti ha cambiato la vita?

Sono troppi, dirne uno farebbe torto agli altri.

Il podcast con l’intervista all’autrice al link.

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erika@varesenews.it
Pubblicato il 02 Luglio 2021
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