Caro Ek, sul covid i contenuti di Spotify vanno curati con più attenzione

Lettera aperta di Andrea Boscaro al CEO di Spotify, Daniel Ek. "La legislazione europea, del resto come quella americana, si fa sempre più stringente ed attenta"

Generica 2020

Al CEO di Spotify, Daniel Ek

Dearest Sir,

Le scrivo per darle un suggerimento, benché non richiesto, e mi permetto di farlo anche per ringraziarla per i tanti nuovi artisti, nuovi brani e, da appassionato di musica classica, incisioni meno famose che la sua piattaforma mi ha fatto scoprire in questi anni.

Le confesso che, dopo aver usato inizialmente da bravo boomer Spotify come se mi fossi trovato chiuso per un weekend in un negozio di musica ed aver ascoltato tutti gli album che non ero mai riuscito ad acquistare, ho iniziato nel tempo a seguire le playlist per venire catturato dalla curiosità di approfondire autori nuovi e stili fino a quel momento trascurati.

Per la verità, la prima delusione l’ho avuta proprio scoprendo che dietro le più importanti playlist non vi fossero tanto appassionati di musica che generosamente ne compilano e ne aggiornano i contenuti, quanto vere e proprie aziende come Indiemomo, Filtr e Digster che, riconducibili alle case discografiche, se ne servono per offrire servizi di raccomandazione a pagamento agli autori o per lanciare nuove band da loro messe sotto contratto.

“Business is business”, sono il primo a riconoscerlo, ma proprio per questo mi permetto di metterla in guardia dai rischi di ospitare contenuti, come il podcast di The Joe Rogan Experience, che dà ampio spazio alla disinformazione sul Covid-19. Pubblicare e remunerare autori controversi espone infatti al rischio non solo di perdere la fiducia di ascoltatori e artisti influenti come Neil Young e Jony Mitchell, ma anche di sostenere ingenti costi di moderazione dei contenuti da cui finora Spotify è stata esente, ma che ha costretto nel tempo piattaforme come Facebook ad accrescere gli investimenti in tecnologie e personale per gestirli senza che peraltro questi risultino ancora adeguati. Mentre scrivo, leggo che i primi episodi del podcast sono stati rimossi: continui su questa strada.

Oltre all’Oversight Board indipendente che opera da “giudice di ultima istanza”, quindicimila infatti sono i manual checkers che, in tutto il mondo, Facebook ha dovuto ingaggiare. È un numero che appare rilevante anche se in realtà lontano dall’essere sufficiente a tenere testa alle decine di milioni di contenuti di incitamento all’odio, immagini violente, foto e post legati al bullismo ed alle molestie che vi sono presenti. Anche l’intelligenza artificiale, ampiamente utilizzate per intercettarli, fa fatica a distinguerli soprattutto nelle lingue differenti dall’inglese.

Il responsabile di Facebook, Chris Palow, ha ammesso che la tecnologia infatti manca della capacità di un essere umano di giudicare il contesto di molte comunicazioni online, soprattutto con argomenti come disinformazione, bullismo e molestie per via della mancanza di informazioni precedenti o di fronte a errori di valutazione causati da pregiudizi o fraintendimenti e si è trovato a dover ammettere che il futuro vedrà un maggiore, e non minore, ruolo dell’essere umano: all’intelligenza artificiale resterà il compito di selezionare e ordinare i contenuti che dovranno essere valutati dai revisori, dall’attuale ordine cronologico ad un diverso ordine improntato alla pericolosità dei messaggi.

Se i contenuti audio, ed i podcast in particolare, possono essere presenti in un numero più limitato a quanto presente su Facebook e se la loro notorietà può accendere i riflettori sugli argomenti che trattano, il sistema regolamentare e sanzionatorio a cui Spotify deve sottostare è però identico e la legislazione europea, del resto come quella americana, si fa sempre più stringente ed attenta.

Dopo aver intrapreso il percorso che l’ha portata a rimuovere alcuni episodi, Dottor Ek, colga l’occasione per ripensare ai propri processi di autorizzazione e moderazione dei contenuti. Senza arrivare alla soluzione draconiana adottata da Pinterest che, di fronte a ricerche connesse al Covid-19, si è sempre limitata a invitare a visitare i siti delle autorità sanitarie locali, ma con la stessa determinazione ad individuare una propria via al problema. Ed a rispettare il fatto che, come un vero editore, vi sono onori, oneri e soprattutto responsabilità.

Andrea Boscaro

Partner The Vortex

di
Pubblicato il 09 Febbraio 2022
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.