Arrivati a Luino i primi profughi ucraini: 67 in totale, 41 sono bambini

I dati sono stati forniti dal primo cittadino durante il consiglio comunale: "Sono già tutti sistemati presso famiglie residenti o domiciliate a Luino"

Generica 2020

E’ tornato a riunirsi questa sera, venerdì 17 marzo, il consiglio comunale di Luino. Prima di procedere con l’ordine del giorno, il sindaco Enrico Bianchi ha dato un importante comunicazione: «Vorrei fare un breve aggiornamento, che possa in qualche modo “riunire” questo consiglio, rispetto all’arrivo degli ucraini sul territorio di Luino. La Polizia Locale ne ha registrati in totale 67, di cui 41 sono bambini. Per tutti siamo riusciti a trovare una sistemazione presso famiglie residenti o domiciliate a Luino».

Il primo cittadino si è preso poi ancora un momento per riprendere le parole che il sindaco di Germignaga, Marzo Fazio, aveva speso in occasione della marcia per la Pace tenutasi lo scorso 6 marzo:

Siamo di fronte a una guerra vicina come non mai: credo che ognuno di noi, in un modo o nell’altro conosca qualcuno coinvolto dal conflitto. Siamo di fronte a una guerra che rischia di mettere in campo la minaccia nucleare, di coinvolgere tutto il mondo in uno scontro inedito. Come già ho avuto modo di dire, credo che ci sia un’unica parte dalla quale schierarsi, che è quella di chi soffre. Il popolo ucraino, in primis, cui esprimiamo la nostra vicinanza: tanti di noi sindaci stanno accogliendo profughi, ci sentiamo solidali con le comunità presenti nei nostri territori, stanno attivando iniziative di aiuto. Ma non vorrei neppure dimenticare chi, per le scelte di un politico viene mandato a morire.  “La Russia lancia coscritti senza esperienza (18-22 anni) come uno scudo, usa i suoi cittadini come carne viva (a giudicare dai prigionieri, molti non sapevano dove e perché erano stati mandati), professionisti sono inviati a compiti responsabili, soldati zombificati da propaganda, gli è stato detto che la popolazione li saluterà con i fiori, e anche le piante della nostra terra li odiano“. Sono parole di Andrej, uno dei tanti “bambini di Chernobyl” che furono ospiti delle nostre zone. Nei messaggi che ci stiamo scambiando, mi colpisce una frase: Sinceramente non so come rispondere alla domanda “come stai”, rispetto a una normale vita infernale.  Comincio ad abituarmici, perché partecipo alla difesa e cammino costantemente con il pensiero che volerà accanto a me.  Per un paio di giorni sei sotto shock, e poi il concetto di “futuro” scompare nella vita”. Se il presente dei nostri amici ucraini è questo, senza la possibilità di uno sguardo avanti, a noi è affidato un compito fondamentale. Il nostro presente dev’essere quello di costruire un futuro per loro, per tutti. Lo dico, in primis, come sindaco, come rappresentante dei tanti comuni qui presenti. Siamo “amministratori di comunità”, ma non possiamo e non dobbiamo mantenere l’orizzonte ristretto”.

Il sindaco Bianchi ha continuato:«Vorrei aggiungere che, come cita l’articolo 11 della nostra Costituzione – ‘L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa della libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali‘ – si incorra per via diplomatica ad un’interruzione immediata di questa premeditata carneficina, il mondo chiede questo. Si avvii subito un processo di pace, non si lasci nulla di intentato. Una donna russa di San Pietroburgo durante una manifestazione di pace di questi giorni è stata arrestata dalla polizia russa. Quella donna, di circa ottanta anni, aveva un cartello commovente e significativo in mano: “Soldato lascia cadere la tua arma e sarai un eroe. Sono questi gli eroi che chiediamo a Putin“. Concludo con un ultimo pensiero – ha chiosato ancora Bianchi – durante la marcia del 6 marzo abbiamo attraversato un ponte, quello tra Luino e Germignaga, e siamo stati simbolicamente costruttori di un ponte di pace e di questo un grande esempio fu il sindaco Giorgio La Pira. Queste le sue parole di speranza: “Quando tutto sembra crollare, tutto è ancora magnificamente valido“».

D’accordo con quanto detto dal primo cittadino, il consigliere di minoranza Andrea Pellicini ha voluto richiamare anche la posizione del Parlamento Italiano in merito. «Sottoscrivo le parole del sindaco e dico qualcosa di più. Abbiamo certamente il dovere di adoperarci perché torni la pace, ma allo stesso tempo l’Ucraina ha il diritto di difendersi. Il Parlamento Italiano in questo si è trovato quasi unanime, motivo per il quale oltre ad aver inviato aiuti umanitari ha inviato anche le armi necessarie perché gli ucraini siano in grado di difendersi».

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Pubblicato il 17 Marzo 2022
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