Nei luoghi che diventeranno lo Studentato di Biumo a Varese

Abbiamo visitato i luoghi del progetto che vuole rivoluzionare la storica castellanza: da via Frasconi all'area Cagna, passando per le corti che verranno aperte alla città

Ormai è molto più di una idea: quello che ormai tutti conoscono come il progetto dello “Studentato di Biumo” che ha ottenuto importanti finanziamenti in Regione e che è stato riconosciuto anche nell’ambito dei bandi Pinqua, sta per vedere concluso il suo iter iniziale con la consegna del progetto definitivo ed esecutivo.

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Un progetto originale, che ha l’obiettivo di mostrare e aprire alla città di Varese una Biumo “diversa”. Per capire meglio di cosa si tratta, siamo andati nei luoghi che diventeranno parte integrante della struttura insieme all’assessore ai lavori pubblici Andrea Civati e al presidente del consiglio Comunale Alberto Coen Porisini, che è stato anche rettore dell’Università dell’Insubria, cui questo studentato è destinato.

«Va subito chiarita una cosa: è passato come “progetto dello studentato” perchè dell’intero progetto è l’iniziativa piu emblematica e innovativa, quella di realizzare una settantina di alloggi per studenti nel quartiere – spiega l’Assessore Civati – In realtà il progetto è più ampio e complesso: nasce dall’idea di dare una nuova vocazione a Biumo sia abitativa, sia di studio, sia di riqualificazione degli spazi pubblici. Diversi appartamenti, che verranno riqualificati, rimarranno a vocazione abitativa e potranno essere utilizzati da cittadini che ne avranno bisogno. Poi ci saranno gli alloggi per gli studenti, nell’area Cagna e in casa Frasconi, mentre il terzo elemento, che tiene insieme tutto, è quello della riqualificazione degli spazi pubblici e dei percorsi pedonali, con connessione tra le corti storiche del quartiere: Casa Frasconi, la corte di via Nicolini, le corti dell’area Cagna. Quest’ultima parte del progetto ha lo scopo di unire il quartiere e tenerlo aperto e vitale, con iniziative culturali e studentesche».

Nei luoghi dello studentato diffuso di Biumo
La corte Nicolini, ora chiusa da un portone di ferro

L’area Cagna, quella che attualmente ospita tra l’altro la biblioteca dei ragazzi e gli uffici dei servizi educativi, manterrà una destinazione mista: «Nella parte superiore, quella definita “delle due torri”, continueranno ad esserci appartamenti di edilizia residenziale pubblica. Verranno riqualificati e destinati a cittadini che ne hanno bisogno. Al piano terra e al piano primo verrà invece insediato lo studentato: al primo piano principalmente le stanze, singole o doppie, e al piano terra i servizi comuni: refettorio, aule per incontri, per studio, luoghi accessori come lavanderie e altro. Nella parte esterna della area Cagna, il cosiddetto “parchetto” di piazzetta Solesin, ci saranno un playground e degli spazi di sport».

ALLA SCOPERTA DELLA BIUMO STORICA, FINO AD OGGI CHIUSA DIETRO UN PORTONE

I posti per gli studenti saranno circa settanta, 45 nell’area Cagna e la restante parte, 20-25 nella casa Frasconi, uno straordinario edificio poco noto: «Casa Frasconi è un palazzo tra i piu storici della città – sottolinea Civati -Sulla facciata c’è una data significativa, il 1498, quando probabilmente quell’edificio è stato completato. E’ una delle case piu antiche, ma che pochi varesini e pochi biumensini conoscono. Grazie a questo progetto verrà restituita alla città».

Nei luoghi dello studentato diffuso di Biumo
Un particolare affrescato di casa Frasconi

Una interessante caratteristica del progetto è quella dell’”apertura delle corti” di Biumo: «L’idea che tiene insieme il progetto in modo che questo possa fornire uno spazio pubblico riqualificato è quella di unire le varie corti di Biumo, che ora non sono visibili – continua l’assessore ai lavori pubblici – Per i passanti oggi sono solo dei portoni, cioè dei luoghi inaccessibili. L’intento è di collegare, a partire da via Walder, il vicolo Frontini, la corte di casa Frasconi, via Frasconi per poi passare al cortile degli edifici comunali di via Nicolini, arrivare fino a via Garibaldi e via Cairoli, per poi arrivare fino al parchetto dell’area cagna, dove ci saranno attività all’aperto e sportive».

COSTI E TEMPI DEL PROGETTO

I finanziamenti ottenuti per questo progetto arrivano sia dallo Stato che dalla Regione Lombardia: «La spesa è di complessivi 10 milioni – sottolinea Civati – Da Regione Lombardia arrivano circa 8 milioni, mentre dal ministero delle infrastrutture, nell’ambito del progetto Pinqua, i contributi sono di circa 700mila euro. La restante parte proverrà da risorse comunali».

Nei luoghi dello studentato diffuso di Biumo
Al lavoro sulla mappa, nel cortile di casa Frasconi

Civati infine azzarda le ipotesi per i tempi di attuazione: «Entro la fine dell’anno verrà consegnato il progetto definitivo ed esecutivo. Da qui si potrà bandire la gara per individuare l’azienda esecutrice. Quindi, auspicabilmente, i lavori potranno cominciare nel 2023, per concludersi nei successivi due anni – spiega – Saranno dei lavori complessi perchè interessano degli edifici utilizzati, quindi dovranno esserci delle attenzioni: interverremo per lotti. Partiremo da via Cairoli, per poi passare a casa Frasconi e a tutti gli altri edifici interessati».

STUDENTATO, ELEMENTO FONDAMENTALE PER TRASFORMARE LA VOCAZIONE DELLA CITTÀ

Uno studentato nel centro città è fondamentale per cambiare prospettive all’università e aiutare la città a cambiare vocazione: «Si tratta di un elemento fondamentale nel momento in cui si vuole attirare studenti che vengono da fuori città o fuori provincia – spiega Alberto Coen Porisini, presidente del consiglio comunale e già rettore dell’Università dell’Insubria – per farlo infatti bisogna pensare anche agli spazi abitativi per gli studenti. La presenza degli studentati però è il modo di far partire un percorso che poi deve coinvolgere tutta la città. Senza studentato si fa molta fatica a convincere dall’esterno qualcuno che è interessato all’offerta formativa dell’ateneo, ma che per venire deve trovare un alloggio: diverso è presentargli la presenza di strutture apposite rispetto a dirgli “la casa dovrà cercarla in autonomia”».

Nei luoghi dello studentato diffuso di Biumo

È stato rettore, cosa pensa di questo progetto? «Io mi sono occupato della nascita dello studentato attuale, il collegio Carlo Cattaneo, che è stata una delle ultime cose che ha fatto il professor Dionigi al termine del suo mandato e che poi, durante il mio rettorato, è stato aperto e sviluppato fino al completo utilizzo di oggi – precisa Coen Porisini –  Questa è una soluzione molto interessante: io ho sempre pensato che l’università avesse bisogno di un luogo fisico dove identificarsi, tant’è che ho sempre spinto per il campus di Bizzozero. Tuttavia ho sempre detto che le attività universitarie come laboratori di ricerca e aule che devono stare all’interno di un campus e area geografica, mentre la presenza degli studenti è qualcosa che deve coinvolgere tutta la città. Avere studentati diffusi all’interno della città è un elemento che può caratterizzare la presenza universitaria a Varese, e questo è un passo importante nella giusta direzione».

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 30 Marzo 2022

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