Le guardie giurate hanno il contratto scaduto da sei anni. “Rischiamo la vita per 1200 euro lordi al mese”
In provincia di Varese sono circa 2000 i lavoratori interessati al rinnovo del contratto. Si aprirà un tavolo di confronto provinciale tra le parti sociali

Il contratto collettivo dei lavoratori della vigilanza è scaduto da sei anni. Una guardia giurata armata percepisce uno stipendio di 1200 euro lordi al mese con servizi da dodici ore. I fiduciari non armati, come, per esempio, le guardie dei supermercati, guadagnano 5,29 euro lordi l’ora, ovvero 4 euro netti.
Il rinnovo del contratto riguarda in provincia di Varese circa duemila lavoratori, almeno ventimila in Lombardia e duecentomila in tutta Italia.

I sindacati di categoria Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs Uil e i rispettivi segretari provinciali, Giuseppe D’Aquaro, Livio Muratore e Guido Murvana, hanno organizzato un presidio davanti alla prefettura di Varese per sensibilizzare la cittadinanza e la stessa autorità prefettizia su una questione che non può più essere rinviata. «Parliamo di stipendi che sono al minimo della sussistenza – dice Giuseppe D’Aquaro, segretario della Fisascat Cisl dei Laghi – e di lavoratori che rischiano la propria incolumità fisica e in alcuni casi anche la vita. Si tratta ormai di un’evidenza sociale».

Dai vertici della prefettura è arrivata la proposta di aprire un tavolo di confronto provinciale tra le parti sociali. «La prefettura, con la sua proposta, ha dato prova di grande sensibilità – sottolinea Livio Muratore, segretario della Filcams Cgil – Il contesto è cambiato, con l’inflazione e i rincari questi lavoratori non arrivano alla fine del mese. La situazione di questi lavoratori è dunque a dir poco imbarazzante se si tiene conto che il tribunale di Milano alla fine del 2021 ha definito quei salari al di sotto della soglia di povertà».

Il prossimo incontro tra le parti sociali a livello nazionale è previsto per il 5 settembre. «Il fronte delle associazioni datoriali è molto frammentato – conclude Guido Murvana segretario provinciale della Uiltucs Uil – ne nascono sempre di nuove proprio per evitare il confronto sulla questione salariale. I lavoratori della vigilanza non possono più reggere questa situazione, sono in tanti quelli che lasciano, mentre le aziende del comparto cercano di accaparrarsi quelli rimasti offrendo pochi euro in più, soldi che scompaiono non appena viene perso un appalto».
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