Manfredi Palmeri attacca le “posizioni anti-Israele” della sinistra
L'esponente della Lista Moratti parte dal "Qatargate" che coinvolge l'ex europarlamentare Antonio Panzeri e pone il tema della posizione verso Israele

Manfredi Palmeri contro «le posizioni anti-Israele» di Sinistra Italiana. Il consigliere regionale e candidato della lista Moratti in Lombardia va all’attacco, dopo il caso “Qatargate”, come è stata ribattezzata l’inchiesta che coinvolge in Italia Antonio Panzeri, l’ex eurodeputato lombardo arrestato (con la moglie e la figlia) con l’accusa di corruzione per favorire interessi qatarioti in Europa.
«La Magistratura sta lavorando sul Qatargate e se quanto emerge fosse confermato dopo la conclusione delle indagini e in un giudizio, sarebbe una pagina nera delle istituzioni europee, a maggior ragione perché accanto alla corruzione vi sarebbe un baratto della difesa dei diritti umani e dei diritti dei lavoratori, con un tradimento che ha una valenza ancor più negativa per il contesto in cui sarebbe maturato. Ma accanto a questo c’è già un grande tema politico ineludibile: quello delle posizioni anti-Israele presenti all’interno della Sinistra italiana anche in Europa».
Il consigliere regionale associa le posizioni di Panzeri, più in generale, a quelle di altre voci della sinistra, compresa la Cgil: «Ripensando ai suoi numerosi interventi in cui si poneva in modo negativo su Israele (inclusi i più recenti che di fatto negavano per il Medio Oriente il prezioso valore degli Accordi di Abramo) così come agli analoghi sul tema da parte di chi gli era accanto nel Gruppo di Sinistra al Parlamento Europeo, nella CGIL, nei Centri Studi, nelle associazioni culturali, nelle Ong, nei rapporti pubblicati, ci domandiamo adesso se fossero gratis o a pagamento… ».
«Pochi giorni fa in Lombardia la posizione del Movimento Cinque Stelle è stata espressa con una mozione in Consiglio Regionale che aveva una dichiarata sostanza anti-Israele e ci auguriamo che questo non sia in alcun modo oggetto di un accordo elettorale con nessuno. Anche su questo il PD si sta spaccando e i riformisti, i cattolici, gli ex Margherita, i nativi democratici, gli innovatori, chi teme di tornare indietro al PDS non vogliono seguire i dirigenti di partito col rischio di dovere andare a ruota di una collocazione politica espressa dai Consiglieri del M5S, sapendo bene invece che con Letizia Moratti ci sarebbe nettezza nel mantenere quelle occidentali, atlantiste, europeiste in chiave liberaldemocratica che apprezzano e che reputano necessarie per una Grande Lombardia».
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