Filetti (Cgil): “Ambiente, giustizia sociale e sicurezza sul lavoro messi a dura prova dal sovranismo”

Alle Ville Ponti il 18mo congresso della Camera del Lavoro di Varese "Il lavoro crea futuro". Presenti 350 delegati e molti ospiti

18° Congresso Cgil di Varese

La sera prima del diciottesimo congresso della Cgil di Varese, la segretaria Stefania Filetti è andata all’assemblea dei Giovani Democratici. Una presenza significativa alla luce anche del suo intervento lapidario in cui ha ricordato ai ragazzi presenti che «l’Italia è in una situazione difficile. Forse la più difficile degli ultimi 30 anni».
 La difficoltà a cui allude Filetti è naturalmente politica, perché i tre pilastri della relazione congressuale della segretaria della Camera del Lavoro di Varese, ovvero ambiente, giustizia sociale e sicurezza sul lavoro, sono condizionati pesantemente dalle scelte sovraniste del Governo Meloni.

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IL VIOLINO DEI MIGRANTI 

L’idea di aprire il congresso alle Ville Ponti di Varese con le note del violino costruito dai detenuti del carcere di Opera con il legno di una “carretta del mare” che solo fino a poco tempo fa trasportava il suo carico di uomini, donne e bambini in giro per il Mediterraneo, va dritta al cuore del problema che, secondo la Cgil, è il sovranismo. «In tutto questo c’è anche poca lungimiranza economica. Basterebbe un segnale di civiltà e riconoscere il diritto di cittadinanza ai bambini che nascono e studiano nel nostro Paese» ha sottolineato Filetti.
Il tema della giustizia sociale è poi strettamente legato a quello ambientale. Molte delle migrazioni in atto soprattutto nel continente africano sono spinte dai cambiamenti climatici che creano fenomeni di desertificazione di intere regioni. «È una dato di fatto, un conto matematico. Bisogna ridurre le emissioni di anidride carbonica che sono la causa del surriscaldamento del pianeta».

COP 27 DELUDENTE

Il problema, dunque, è strettamente politico. La leva del cambiamento è in mano ai governi, ma il risultato dell’ultima riunione del Cop 27, la conferenza dell’Onu che si occupa di contrastare il cambiamento climatico, è deludente. «Il documento finale – ha spiegato Filetti – contiene soltanto l’auspicio all’eliminazione dei sussidi all’utilizzo delle fonti fossili e la riduzione delle emissioni provenienti dall’utilizzo del carbone, non la sua eliminazione».
Se questa politica non riesce a trovare una spinta concreta per la messa in sicurezza del bene comune per eccellenza, cioè il pianeta Terra, è legittimo anche chiedersi se sia in grado di salvaguardare l’umanità. E spostando la lente di ingrandimento su altri fenomeni, la prospettiva non migliora.

GLI INFORTUNI SUL LAVORO

La segretaria della Cgil ha invitato i 341 delegati presenti nella Villa Napoleonica a guardare una mostra fotografica realizzata da Davide Torbidi, della Flai Cgil di Lodi, e dedicata agli infortuni sul lavoro. I dati riguardanti la sicurezza nei luoghi di lavoro in Italia sono da Terzo Mondo: da gennaio a novembre 2022 i morti sul lavoro sono stati 1006. È come se nel giro di un anno fosse scomparsa l’intera popolazione di Inarzo. «La provincia di Varese – ha detto la segretaria della Camera del Lavoro – ha un dato complessivo riguardante gli infortuni del 2021 più bassa della media lombarda. I numeri del 2022 sono però in aumento e fanno riflettere a partire dai nove infortuni mortali».
Nei primi otto mesi dell’anno gli infortuni in provincia di Varese sono stati 6.700, il 26% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
In provincia, grazie alla Prefettura, si è attivato un tavolo di elaborazione e confronto per promuovere la prevenzione, mentre si è rivelato prezioso il lavoro fatto da Camera di Commercio, Inail e Ats di Varese si è fatta un’elaborazione puntuale dei dati relativi agli infortuni. «Ma i dati che mancano totalmente – ha ammonito Filetti – sono quelli raccolti dall’Inps che fino ad ora non sono stati messi a disposizione. L’incrocio con quei dati ci consegnerebbe una fotografia più precisa rispetto alle condizioni di lavoro degli infortunati».

MALPENSA, I FRONTALIERI, IL COVID E LE DONNE

La sostanziosa relazione di Stefania Filetti ha toccato molti altri temi: a partire dal documento programmatico della Cgil nazionale, “Il lavoro crea il futuro”, che dà il titolo anche al congresso provinciale, fino al lavoro svolto dal sindacato confederale, dalle Rsu e Rls nei luoghi di lavoro in piena pandemia. E ancora: il destino di Malpensa dopo il Covid, la condizione dei lavoratori frontalieri, ben 31 mila in provincia di Varese, e la diminuzione della partecipazione dei cittadini dopo l’esperienza dei lockdown.
Il pensiero finale della segretaria della Cgil di Varese è andato alle donne «alla loro libertà in Iran, in Afghanistan, qui da noi e in tutto il mondo. Soffriranno, ancora, saranno ripudiate, umiliate, ma resisteranno e vinceranno».

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 10 Gennaio 2023
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