Sono 55 i bimbi nati l’anno scorso nella stanza della cicogna all’ospedale di Cittiglio

Si tratta del 10% di tutti i nati nel presidio di Cittiglio. Al Del Ponte riammessi i padri ad assistere al parto cesareo

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Sono stati 533, lo scorso anno, i bambini nati all’ospedale di Cittiglio. Cinquantacinque madri hanno scelto la stanza della cicogna. Quest’anno sono già 4 i neonati venuti al mondo in una stanza che offre un’esperienza di parto naturale in cui vengono assecondati i ritmi fisiologici: ogni fase è seguita da due ostetriche che assicurano sicurezza e benessere di madre e bimbo, mentre non è presente il ginecologo.

La donna può scegliere se stare a letto, oppure utilizzare qualcuno dei dispositivi presenti che possono aiutarla a trovare la posizione migliore: la sfera, la vasca, la liana, il materasso. Dopo il parto, mamma, papà e bebè restano insieme. Il neonato, appena nato, viene posto sul petto materno e lì resta tranquillo per un paio d’ore, quando arriva la puericultrice per lavarlo e sottoporlo alle profilassi. 

Non tutte le gravide, però, possono partorire nella stanza della cicogna: requisito fondamentale è che la gravidanza sia stata fisiologica, per garantire la massima sicurezza di mamma e bambino: «Il nostro impegno – spiega il Prof. Fabio Ghezzi, direttore di Ginecologia e Ostetricia di ASST Sette Laghi, – è quello di rendere il parto un momento ‘famigliare’, intimo e il più naturale possibile per tutte le quasi 4mila donne che ogni anno scelgono di partorire nei nostri tre punti nascita. Tutto questo, però, senza risparmiare in sicurezza, che resta una priorità. Dopo le restrizioni che si sono rese necessarie durante l’emergenza covid, i nostri punti nascita stanno reintroducendo quelle modalità che permettono alla coppia di vivere il parto in tutta la sua portata di valori ed emozioni».

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A partire da oggi, primo febbraio, all’Ospedale Del Ponte,  viene reintrodotto reintrodotto il “cesareo dolce”,  che prevede la presenza del papà in sala operatoria per i cesarei programmati e in assenza di situazioni di rischio per mamma e bebè.

Dallo scorso 19 dicembre, inoltre, è stato ampliato l’orario di visite dalle 14.00 alle 18.00, fermo restando il diritto di ogni donna, qualora ne avesse necessità e ne facesse richiesta, di avere accanto il proprio caregiver (compagno, mamma o persona di fiducia) concordandone la presenza con il personale, nel rispetto delle altre degenti: « Queste attenzioni all’aspetto ‘dolce’ del parto ci stanno a cuore tanto quanto la sicurezza di mamma e bambino – precisa il Prof. Ghezzi – Quando le condizioni di salute sconsigliano una pratica, lo spieghiamo alla paziente e cerchiamo di adattare la nostra organizzazione e le diverse opportunità alle esigenze di ciascuna. Non è facile mantenere questa impostazione con quasi 4mila parti all’anno, ma questi numeri sono significativi, non solo perché confermano l’attrattività dei nostri punti nascita, ma anche perché rappresentano la premessa stessa della sicurezza che offriamo alle pazienti. Una rete che ospita così tanti parti è garanzia di sicurezza e completezza del servizio offerto, oltre che della grande esperienza e professionalità di chi vi presta servizio, e non mi riferisco solo ai ginecologi, alle ostetriche e agli infermieri della mia struttura, ma a tutta la squadra che collabora con noi, a partire dai neonatologi e dagli anestesisti». 

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Pubblicato il 01 Febbraio 2023
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