Aggressione con l’ammoniaca a Cittiglio, resta in carcere il trentenne: “Non volevo ucciderla”
Il giovane ha negato ogni addebito, ma rimane in custodia cautelare. Il legale chiede una perizia per valutare la pericolosità della sostanza trovata sullo straccio usato per il tentativo di soffocamento
Non voleva ucciderla, ma solo farla riaddormentare, probabilmente in uno stato confusionale tale da non comprendere l’effetto potenziale dei suoi gesti.
Il trentenne che nella mattina di venerdì scorso ha, secondo l’accusa, tentato di uccidere la zia acquisita in una casa di Cittiglio ha parlato mercoledì nella tarda mattinata al giudice per le indagini preliminari Alessandro Chionna che lo ha interrogato in carcere alla presenza dei legali dell’arrestato Corrado Viazzo e Valentina Commisso.
L’uomo è accusato di tentato omicidio «anche se non volevo ucciderla» avrebbe detto al magistrato, rispondendo alle domande del gip. Il trentenne ha ricostruito la serata precedente durante la quale dice di essersi intrattenuto con la padrona di casa, di aver consumato alcool e droga comprata nei boschi dello spaccio.
Poi, al risveglio, lo straccio imbevuto di ammoniaca e la pezza inumidita premuta sulla faccia della donna che stava ancora nel dormiveglia, a letto. A questo proposito il legale Corrado Viazzo ha fatto sapere che chiederà una apposita perizia per valutare la potenzialità lesiva di un semplice straccio imbevuto di ammoniaca.
La donna, ricoverata al pronto soccorso di Cittiglio, ha avuto una prognosi di 3 giorni. Il trentenne rimane in carcere in regime di custodia cautelare.
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