Cauley-Stein, McDermott e Hanlan: “A Varese e in Europa per giocare il nostro basket”

I tre "assi" nordamericani spiegano con convinzione la loro scelta. Il pivot: «Per il golf ho una dipendenza, fantastico il campo di Luvinate». Il canadese: «Ecco perché porto anche palla». L'ala: «Qui la pallacanestro che fa per me»

Basket

In mezzo a mille americani che dicono chiaramente (e giustamente) di essere venuti in Europa per perseguire l’obiettivo di tornare in patria per giocare nella NBA, ce ne sono tre che – tutti in una volta – ti spiegano candidamente di preferire il basket del Vecchio Continente. E di essere qui per una scelta tecnica che permette di ritrovare una pallacanestro più vicina alle loro corde.

Lo spiegano, ognuno con le sue motivazioni, Willie Cauley-Stein, Olivier Hanlan (che è canadese) e Sean McDermott ovvero il tris d’assi calato sul tavolo dalla Openjobmetis e presentato in una volta sola nella zona hospitality “Irca Lounge” del palasport di Masnago. Pardon della Itelyum Arena. Il pivot, sesta scelta assoluta del draft 2015 risponde senza mezzi termini sul perché abbia scelto Varese anche come risposta al “modello americano: «Sì: la politica. Le decisioni vengono prese più a livello politico che non a livello tecnico. Per me questa è la possibilità di una nuova carriera in Europa dove c’è molta più pallacanestro giocata che non quella fatta di uno contro uno o tiro da 3 in step back, come accade ora. Giocare qui è molto più divertente e coinvolgente. E poi qui ogni partita e ogni pallone sono importanti, non come nella NBA dove si disputano 82 incontri tutti uguali: a Varese è bello andare in giro ed essere riconosciuto e salutato per strada, trattato da superstar quando vedono la macchina con lo stemma della società. Questo aiuta a dare il 110% in campo».

Anche Sean McDermott ha i suoi buoni motivi e li spiega quando gli viene posta la classica domanda sul pubblico varesino. «Quando io ho iniziato a giocare tra i professionisti (nel 2020 a Memphis) c’era il Covid e quindi le partite erano a porte chiuse. Poi mi sono spostato in G-League dove il pubblico è davvero poco: vedere quante persone c’erano l’altra sera per una amichevole mi rende contento e mi fa intuire come sarà in futuro con l’impianto pieno. In più, so che la mia pallacanestro più adatta al gioco europeo rispetto a quella USA. Qui c’è molto gioco senza palla, un po’ come accadeva a liceo o college; come ha detto Willie, il movimento della palla, il coinvolgimento di tutti, il lavoro del pivot che si muove e crea spazio sono giocate molto importati. Credo di trovarmi bene in questa situazione».

Olivier Hanlan (il nome si legge alla francese, Olivié) è addirittura un veterano delle leghe europee per aver giocato in Lituania, Francia, Germania, Grecia, Spagna e Turchia. «Ai compagni più giovani consiglio di non avere fretta. La mentalità che importiamo dall’America è quella di fare subito tanti punti e di pensare alle statistiche ma l’obiettivo qui non è quello». Tra l’altro Hanlan spiega anche un aspetto del gioco di Bialaszewski: «Mi avete visto anche portare palla e non è una novità perché in Europa l’ho già fatto. A Varese per ora il ruolo degli esterni non è ancora così definito: chi tra i piccoli riceve la sfera può correre dall’altra parte, quindi a volte tocca anche a me».

Openjobmetis Varese - Sam Massagno: LA PARTITA

CAULEY-STEIN: IL GOLF, DONCIC E CURRY – L’uomo più atteso è senza dubbio Willie Cauley-Stein che in carriera vanta oltre 400 partite in NBA. A livello fisico è sembrato ancora indietro ma lui rassicura: «Mi sento bene, non ho infortuni e sono a posto: ora si tratta di migliorare giorno dopo giorno. Alla squadra posso dare quello che serve a livello cestistico: punti, rimbalzi, creare spazi… Non mi sono fatto grandi aspettative prima di venire qui per evitare di avere delusioni, però l’impatto con i compagni è stato buono mentre la società ha una organizzazione di alto livello». A chi lo segue sui social non è sfuggito il suo amore per il golf: «Non sono appassionato, ho letteralmente una dipendenza. Non nascondo che quando mi è stata proposta Varese mi sono informato se ci fosse un green vicino: poterci giocare con Toto Bulgheroni è stato splendido anche perché il campo è tenuto benissimo e in qualche buca si può godere di un panorama meraviglioso. Non capita spesso negli Stati Uniti».

L’altra grande passione nota è quella per l’arte e per la storia: «Essere vicini a Milano, una capitale della moda, ma anche a Roma con il Colosseo e con tutti i luoghi d’arte antica che offre è sicuramente un altro buon motivo per essere venuto in Italia. Le persone come me, negli States, sono chiamate “Renaissence Men” e mi rivedo in questa definizione». Impossibile non chiedere quali sono i giocatori più forti che ha incrociato in carriera e i nomi sono il top del top: «Tra i compagni direi Steph Curry e Luka Doncic, poi è difficile sceglierne uno. Tra gli avversari… LeBron James».

Openjobmetis Varese - Sam Massagno: LA PARTITA

HANLAN: ORGOGLIO FOGLIA D’ACERO – Olivier Hanlan ha seguito con passione il grande cammino fatto dalla sua Nazionale ai recenti Mondiali. «Ho seguito molto i miei compagni del Canada e sono molto orgoglioso del risultato ottenuto (medaglia di bronzo ndr). Il mondo ha capito che anche in Canada ci sono giocatori molto forti. Dispiacere per non esserci stato? No, ho fatto parte del team per due anni ma poi i gruppi e le situazioni cambiano, quindi si volta pagina».

A proposito di basket canadese, Olivier ha conosciuto bene una leggenda come Steve Nash: «Abbiamo lavorato molto insieme in Nazionale e lui è il Dio della pallacanestro del Canada. Però è anche una persona completamente diversa dagli standard NBA: ciò gli permette di confrontarsi con noi su tante altre cose: dal calcio all’Italia e all’Europa». Infine Hanlan parla del suo numero, il 21, lo stesso di Giancarlo Ferrero che lo ha preceduto come capitano della squadra. «È una coincidenza: uso il 21 da quando sono bambino anche perché era il numero di mio papà e di mio nonno».

Openjobmetis Varese - Sam Massagno: LA PARTITA

MCDERMOTT: MISTER UTILITA’ – L’ala dell’Indiana è alla prima esperienza europea ma sembra già calato, mentalmente e tecnicamente, nel proprio posto. «Nonostante sia appena arrivato capisco l’importanza del torneo preliminare di Champions League. Sappiamo che saranno partite importanti e penso che con il nostro lavoro e con le amichevoli di questo periodo arriveremo pronti».

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 15 Settembre 2023
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