Quando preoccuparsi quando la caldaia emana cattivo odore
Tutte le caldaie che sono attualmente in funzione, da quelle per i singoli privati o appartamenti, per arrivare a quelle condominiali, funzionano con una combustione

Tutte le caldaie che sono attualmente in funzione, da quelle per i singoli privati o appartamenti, per arrivare a quelle condominiali, funzionano con una combustione. Per diminuire l’inquinamento e per riuscire a diminuire i consumi, si utilizzano dei combustibili che sono naturali. Il gas è quello più comune, seguito poi dalla legna o dal pellet. Alcuni sono aerei, nel senso che sono incorporei, come il gas, ed altri rientrano nei corpi solidi. Facciamo questa distinzione semplicemente perché così si comprende anche quali sono le manutenzioni da fare e i fumi che producono.
La legna, quando brucia, produce un fumo che è più sano rispetto a quello del gas. Però ha una maggiore quantità di fuliggini e di ceneri. Mentre il gas produce poche polveri sottili, ma che sono pericolose perché sono prodotte da una reazione chimica interna. Inoltre la sua combustione tende a creare una grande quantità di anidride carbonica.
Fatta questa precisazione è molto più facile capire come mai il Ministero della Salute richiede che ci siano dei controlli dei fumi sia durante l’installazione che negli anni avvenire.
CALDAIA PUZZA QUANDO È ACCESA
Il Controllo fumi caldaia avviene solo col il supporto di tecnici che posseggono dei dispositivi di analisi in tempo reale. Tali dispositivi tendono a recuperare il fumo sia all’interno della camera di combustione che nella fuoriuscita delle canne fumarie. Entrambi hanno dei valori che consentono di capire: quantità e qualità dell’anidride carbonica e delle polveri sottili. Un tecnico è in grado di capire perfino se ci sono dei problemi di funzionalità nella caldaia.
La prima analisi dei fumi avviene nel collaudo, quando è terminata l’installazione. La seconda avviene a distanza di 4 anni quando si effettua la revisione. Tuttavia, in questo lasso di tempo, è possibile che ci siano dei problemi con la caldaia. Accenderla spesso per poche ore provoca un forte aumento di combustibile interno non bruciato. Esso tende ad attaccarsi alle polveri che sono nelle canne fumarie in modo da farle rapprendere e quindi creare delle ostruzioni.
Si ha un cattivo odore che dipende proprio da queste sporcizie di fuliggine e altri elementi. purtroppo il risultato è quello di avere un ritorno dei fumi o quest’ultimi non riescono a disperdersi all’esterno. Inoltre il puzzo rimane nella caldaia e tende a fuoriuscire all’esterno in casa. Dovrete quindi fare un controllo e un’analisi dei fumi.
Tossicità dei fumi caldaia
Ovviamente il fumo della caldaia viene analizzato perché esso è tossico. Nonostante ne produciamo poco, magari perché non siamo spesso a casa quindi esso viene acceso solo di sera, esso rimane comunque pericoloso.
Nei mesi invernali sono milioni gli utenti che accendono la caldaia e questo indica un forte aumento delle polveri sottili e combuste, dell’anidride carbonica e di combustibile esterno non bruciato interamente. Questa è la motivazione per cui il Ministero della Salute deve controllare quali sono le analisi dei fumi di tutti coloro che posseggono tale impianto.
Le revisioni e gli obblighi che tutti i cittadini debbono rispettare sono quelli di fare dei controlli e analisi dei fumi una volta ogni 2 anni o annualmente. In base al combustibile che si utilizza si ha a che fare con dei tempi diversi. Rivolgetevi quindi al vostro tecnico di fiducia.
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