Scarichi abusivi in provincia di Como nel cantiere della Tremezzina, una denuncia della Polizia
Sotto la lente degli investigatori i cantieri della Variante della Tremezzina: l'esito dei controlli ambientali effettuati con Arpa

Scarichi che invece di venire convogliati nelle apposite condutture per venire smaltiti in maniera efficace e sicura finivano direttamente nel suolo, rischiando di inquinare la falda.
Nella giornata dell’8 febbraio un’operazione della Polizia di Stato ha messo al centro la tutela dell’ambiente, la Divisione di Polizia Amministrativa e di Sicurezza della Questura, unitamente a personale dell’ARPA di Como, ha passato al setaccio il cantiere dell’opera viabilistica “Variante della Tremezzina” – svincolo di Griante (CO), con particolare riferimento allo smaltimento delle acque derivanti dai processi di lavorazione.
Nell’ambito della quotidiana attività istituzionale i poliziotti della Divisione di Polizia Amministrativa e di Sicurezza della Questura di Como, supportati da due esperti dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente – A.R.P.A. -, hanno proceduto al controllo del cantiere dell’opera viabilistica al fine di verificare il corretto smaltimento dei rifiuti.
L’attenzione dei poliziotti e dei tecnici dell’A.R.P.A., supportati anche da personale della Stazione Carabinieri della Tremezzina, si è concentrata sulle modalità di smaltimento delle acque derivanti dalle lavorazioni in atto presso il cantiere.
La minuziosa verifica ha permesso di accertare che era stato ricavato un pozzetto all’interno del cantiere, nascosto da alcuni stracci, ferri e manufatti di calcestruzzo, in cui era stato convogliato un tubo flessibile che scaricava acqua proveniente dalla galleria direttamente nel suolo/sottosuolo. In sostanza, le acque raccolte in galleria, da considerarsi a tutti gli effetti acque di processo che la stessa società appaltatrice gestisce come rifiuti, venivano convogliate in un pozzetto nascosto all’interno del cantiere.
A seguito di ciò è stata raccomandata l’interruzione dello sversamento illecito.
Un secondo scarico, proveniente da una galleria attualmente priva di lavorazioni perché sospese dal novembre 2023, è stato controllato e l’acqua, con recapito finale in un tombino sulla sede stradale, campionata dai tecnici dell’A.R.P.A. per essere sottoposta a controllo sui parametri.
La completa e complessa attività ha portato al deferimento in stato di libertà del capo cantiere con delega all’ambiente, un 46enne nato e residente in provincia di Potenza per il reato di cui all’art. 256 del D.L.vo 3 aprile 2006 n. 152.
«Il monitoraggio continuerà per assicurare che i lavori di costruzione dell’importante infrastruttura comasca proseguano nel pieno rispetto dell’ambiente», dicono dalla questura.
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