La Corte dei Conti condanna Carlo Lucchina a risarcire i 175.000 euro pagati alla famiglia Englaro
La sentenza parla di «concezione personale ed etica del diritto alla salute» da parte dell'ex manager regionale. Eluana Englaro venne trasferita in Friuli perché in Lombardia si vietò di staccare l'alimentazione artificiale
Carlo Lucchina, ex direttore generale della sanità lombarda, deve risarcire all’erario 175.000 euro per il caso di Eluana Englaro. La notizia è riportata dal Corriere della Sera citando la Corte dei Conti che ha condannato in appello l’ex manager varesino.
La sentenza parla di «concezione personale ed etica del diritto alla salute» alla base della decisione di Lucchina di che costrinse il padre Beppino a trasferire Eluana in una struttura del Friuli per interrompere il trattamento che la manteneva in stato vegetativo.
Il manager varesino, durante il procedimento, ha dichiarato che non si era trattato di obiezione di coscienza ma dell’applicazione di direttive arrivate dall’avvocatura regionale.
LA STORIA
Eluana morì nel 2009 dopo 17 trascorsi in stato vegetativo irreversibile a causa di un gravissimo incidente stradale.
Nel 2008, l’allora dg della sanità lombarda Lucchina negò a Beppino l’interruzione dell’alimentazione artificiale nonostante, nel 200,7 la Cassazione avesse stabilito che ciascun individuo può rifiutare le cure alle quali è sottoposto se le ritiene insostenibili e degradanti. Nel 2008, la Corte d’appello di Milano, sulla base di quella decisione, aveva autorizzato l’interruzione del trattamento. Lucchina motivò la sua posizione ricordando che i sanitari non potevano venir meno ai loro obblighi professionali di nutrire il paziente.
Il padre di Eluana si rivolse al Tar per ottenere il rispetto della sua decisione di interrompere il trattamento ma Regione Lombardia si oppose costringendolo a trasferire la figlia a Udine. Per quella decisione, l’ente lombardo venne condannato a pagare 175.000 euro alla famiglia Englaro, una cifra su cui oggi si chiede conto a Lucchina.
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