Sulle origini della seconda Guerra Mondiale
Ottantacinque anni fa, proprio il 1 settembre del 1939, Hitler comandava l’invasione della Polonia e iniziava il secondo conflitto mondiale
L’ 1 settembre 1939 Hitler comandava l’invasione della Polonia. Gli accordi di Locarno del ‘25 non erano riusciti, complice la grande recessione mondiale iniziata nel ’29, a lasciare uno spazio vitale alla Germania, che era stata eccessivamente penalizzata nella sconfitta del 1918. I Tedeschi scalpitavano, ma l’incursione polacca fu solo un pretesto.
Molto comunemente si attribuisce a Hitler la volontà di iniziare la Seconda Guerra Mondiale con l’invasione della Polonia, nelle prime ore di settembre del 1939. Richard Overy, uno storico inglese, sottolinea tuttavia che gli stati in grande difficoltà in quel periodo erano il Regno Unito e la Francia, gravati da un impero coloniale il cui peso economico e politico era divenuto eccessivo. Erano soprattutto loro a desiderare una guerra, purché si potesse controllarla per trarne vantaggio. Gli anglo-francesi la vollero in quel momento, e la vinsero, ma il costo fu alto se a fine conflitto emersero due sole grandi potenze: gli USA e l’URSS.
Il problema dunque era che la Germania, ricchissima di risorse minerarie, non risultava facilmente controllabile nelle proprie ambizioni e se il Trattato di Versailles firmato nel 1919 l’aveva ridimensionata ed umiliata, la salita al potere di Hitler nel ‘33 l’aveva invece ringalluzzita nelle proprie ambizioni industriali e di riarmo. Gli anglo-francesi non erano contrari a dare un ruolo alla Germania fra le grandi potenze, ma per tutto il XX secolo il contenimento del potere economico e politico tedesco è stato un problema serio in Europa: basti pensare che per oltre quarant’anni il paese venne poi diviso in due. Mentre però i britannici chiusero un occhio quando Hitler nel ‘35 annunciò apertamente una politica di rafforzamento militare, in palese violazione delle condizioni rigidissime che avevano messo fine alla Prima Guerra Mondiale, i francesi risultarono più preoccupati, avendo essi una frontiera terrestre in comune con i tedeschi. Per queste ragioni fu indetta la Conferenza di Stresa, a Palazzo Borromeo, sull’Isola Bella (11-14 aprile 1935) alla quale Mussolini partecipò giungendo in idrovolante da Sesto Calende.
I britannici ammiccavano di voler restituire almeno una parte delle colonie africane che i tedeschi avevano perso con gli accordi di Versailles, ad esempio il Camerun. I francesi spostarono invece la loro attenzione ad oriente per tentare di tenere i tedeschi impegnati da quella parte: a questa ragione furono dovuti gli accordi che la Francia strinse fin dagli anni Venti con Polonia, Cecoslovacchia, Romania ed infine Jugoslavia nel 1927.
USA e URSS cercarono di rimanere fuori dai giochi. Gli USA sapevano bene che l’interesse di Gran Bretagna e Francia era imperialistico. L’URSS, dal canto suo, era un paese che ancora cercava di esportare la rivoluzione socialista in tutto il mondo. Per quanto possibile, quindi, questi due stati si defilarono dai problemi dell’Europa centrale.
La Germania fece dunque un errore di valutazione quando, senza dichiarare guerra, invase la Polonia l’1 settembre, per rivendicare uno spazio vitale ad Est. I tedeschi non pensavano ci sarebbe stata una reazione, invece il 3 settembre prima il Regno Unito e (sei ore dopo) la Francia, presentarono una formale dichiarazione di guerra.
L’errore più grande di Hitler fu però ben più tardi, nel dicembre 1941, quando, quattro giorni dopo l’attacco giapponese a Pearl Harbor, egli si affrettò a dichiarare guerra agli Stati Uniti, da lui considerati una nazione decadente, corrotta dai neri e dagli ebrei, nonché militarmente irrilevante e politicamente smidollata. In questo modo non solo il dittatore tedesco attirò nel conflitto l’unico attore in grado di minacciare seriamente la Germania, di più, tolse le castagne dal fuoco al presidente Roosevelt, che aveva fatto di tutto per non essere trascinato in guerra ma che ora si ritrovava politicamente le mani libere in quanto aggredito dai giapponesi da un lato, nonché minacciato esplicitamente dai tedeschi e dagli italiani dall’altro.
Scheda libro:
R. Overy – “Le origini della Seconda Guerra Mondiale” – Il Mulino – 2020
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