“La sanità pubblica è a rischio privatizzazione”: la raccolta firme on line contro il taglio delle tariffe
Nel decreto approvato dal Governo è prevista una sostanziale diminuzione dei rimborsi al privato accreditato per le prestazioni di laboratorio e di diagnostica. I centri temono di essere tagliati fuori
Il mondo della sanità privata si mobilita contro il decreto che ha rimesso mano ai Lea, i livelli essenziali di assistenza, e, nel contempo, ha rivisto le tariffe dei rimborsi per gli operatori. Le sigle che rappresentano le tante realtà private, che collaborano con il sistema pubblico, denunciano il taglio delle tariffe mettendo in discussione la possibilità di offrire le cure ai cittadini.
Lo Stato ha deciso una riduzione del 40% dei rimborsi che, in Lombardia, verrà coperta da Regione, ma solo parzialmente, per un 15% che di fatto riduce al 25% la riduzione per le prestazioni di diagnostica o di laboratorio.
Già il mese scorso le sigle che rappresentano gli operatori privati avevano chiesto di rivedere questa decisione che rende non più economica l’attività in ambito sanitario pubblico. Si erano appellati alla Conferenza Stato regioni, avevano anche chiesto un incontro alla premier Meloni. Il timore è di concentrare l’offerta statale solo nelle strutture pubbliche e così di favorire la crescita della sanità privata.
L’ultima mossa è una petizione on line con cui si spera di creare un movimento molto partecipato e rappresentativo del malcontento generale.
Nella presentazione della petizione si spiega
Perché firmare questa petizione?
La sanità pubblica italiana, basata sul diritto costituzionale alla salute, è a rischio di privatizzazione a causa dell’approvazione del nuovo tariffario nazionale delle prestazioni incluse nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Questo tariffario, approvato dal Ministero della Salute, presenta gravi criticità che mettono in pericolo l’accesso alle cure gratuite per tutti i cittadini.Cosa sta accadendo?
Il nuovo tariffario:
• È stato approvato senza un’adeguata analisi dei costi e senza rispettare i criteri stabiliti dalla legge.
• Introduce tariffe peggiorative, che non tengono conto della realtà economica della maggior parte delle strutture sanitarie accreditate, favorendo solo pochi grandi gruppi privati.
• Rischia di provocare un buco di bilancio per gli ospedali pubblici e la cancellazione della specialistica accreditata esterna, costringendo i cittadini a pagare di tasca propria molte prestazioni sanitarie.Quali saranno le conseguenze?
Se non blocchiamo questo decreto:
• La privatizzazione della sanità italiana diventerà una realtà, simile al modello americano.
• L’accesso alle cure gratuite, un diritto garantito dalla Costituzione, sarà drasticamente ridotto.
• Molti cittadini saranno costretti a rinunciare a cure essenziali a causa dei costi insostenibili.Cosa chiediamo?
Chiediamo al Senato della Repubblica di annullare o sospendere immediatamente l’efficacia del nuovo tariffario, per consentire una revisione trasparente e condivisa con tutte le parti interessate.
Come puoi aiutarci?
1. Firma la petizione cliccando su questo link: https://chng.it/C6TBz64Fvn
La sanità pubblica è un bene di tutti. Non permettiamo che diventi un privilegio per pochi. Blocchiamo questa dichiarazione di distruzione.
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C ‘e’ qualche cosa che non quadra qui: 1) le strutture accreditate sono comunque private. 2) il loro lamento e’ dato dalla riduzione dei rimborsi. Quindi si lamentano perche’ guadagnerebbero di meno! Perche’ tirare in ballo la privatizzazione della sanita’!? E’ una cosa molto, ma molto ambigua questa iniziativa !
Il privato accreditato contribuisce all’offerta di sanità erogata all’interno del Servizio sanitario nazionale. Se quella quota verrà meno, sicuramente la sanità pubblica non scomparirà ma l’offerta sarà inferiore
Il mondo della sanità privata si mobilita attraverso una petizione che chiede di bloccare questo decreto altrimenti “la privatizzazione della sanità italiana diventerà una realtà simile al modello americano”? Va da sè che se la quota del privato diminuisce (e con essa i relativi super profitti, come, appunto, gli US insegnano…) si potrebbe tornare alle origini, magari potenziando la sanità pubblica, no?…Si comprende che, dopo le abbuffate degli ultimi 30 anni, il privato si lamenti…Direi che l’iniziativa (la petizione) ha tutte le caratteristiche del buon specchietto per le allodole: questo ed altro, nel paese degli ignoranti…