Le difficoltà degli ospedali pubblici non fermano gli screening: “Se necessario recluteremo i privati”
Il direttore sanitario di Ats Insubria Catanoso fa un bilancio delle campagne di screening tra i cittadini della provincia. Le difficoltà delle radiologie non rallentano i controlli mammografici in leggero aumento

I numeri dello screening mammografico, pur non ottimali, sono confortanti. E questo risultato è stato ottenuto nonostante le difficoltà in cui si muove il sistema pubblico. Il direttore sanitario di Ats Insubria Giuseppe Catanoso è fiducioso che il sistema dei controlli mirati e gratuiti per larghe fasce di popolazione stia migliorando anche se non nasconde le difficoltà.
Le carenze di personale specialistico negli ospedali degli screening è un problema: la situazione nel presidio del Sant’Antonio di Gallarate, per esempio, dove tra dicembre e gennaio si dimezza l’equipe, pone un problema di tenuta dello screening che impone determinate caratteristiche come la doppia lettura da professionisti con almeno 5000 mammografie lette.
75.000 slot di mammografia all’anno
«Al momento – commenta il dottor Catanoso – posso solo vedere i dati in leggero aumento: rispetto al biennio 2022-2023, in questo che va a concludersi (2023-2024) siamo passati da un’adesione del 44% all’attuale 45,29% ( dati a fine novembre). Siamo ancora lontani dagli obiettivi che ci siamo dati, ma la crescita è un segnale positivo. Noi abbiamo un bacino di circa 300.000 donne ( territorio Ats Insubria) e calcoliamo che la metà si sottoponga allo screening. Quindi, noi dobbiamo garantirci almeno 150.000 slot nel biennio, 75.000 all’anno. Ricordiamoci che in Lombardia abbiamo un sistema sanitario integrato tra pubblico e privato: quando l’offerta pubblica non è sufficiente, la ricerca va nel privato che deve fornire le stesse garanzie di qualità sia degli specialisti sia dei macchinari».
Tempi congrui di chiamata per approfondimenti
Il sistema dello screening, però, deve garantire anche il secondo livello, cioè gli approfondimenti richiesti dalla lettura della mammografia: « Anche in questo caso il sistema garantisce efficienza e tempestività in relazione alla gravità della situazione. Ci possono essere attese più o meno lunghe, ma sono calibrate all’urgenza che i radiologi evidenziano. Se il rischio è elevato, la chiamata per gli approfondimenti avrà la massima priorità».
L’adesione è meno del 50% delle donne convocate
In questo biennio, Ats Insubria ha coinvolto il 96% delle donne che rientrano nello screening mammografia: nel bacino dell’Asst Sette Laghi l’adesione è stata del 45,43% mentre in quello della Valle Olona è stato del 48,72%. « Stiamo studiando i comportamenti delle donne convocate che non si presentano – spiega ancora il direttore sanitario – sappiamo che, da un lato, c’è un limite al sistema di prenotazione: Ats manda la convocazione fissando l’appuntamento con un anticipo congruo. Può capitare, però, che la donna abbia un impedimento: allora è sempre possibile modificare data e orario telefonando o scrivendo agli uffici. C’è poi la possibilità di prenotare direttamente attraverso il sito regionale. Stiamo implementando anche un sistema di “recall” con messaggio che arriva sul cellulare, un sistema che dovrebbe entrare in funzione nelle prossime settimane. Ricevendo il richiamo sul telefono, possiamo sensibilizzare maggiormente le donne ad aderire o a spostare l’appuntamento».
Il dottor Catanoso sottolinea l’efficacia e l’utilità delle campane di screening avviate da Regione Lombardia: « Proprio in un momento di difficoltà del sistema, puntare sulla prevenzione è fondamentale. Intervenire tempestivamente garantisce risultati migliori in termini di salute e costi inferiori. Noi dobbiamo lavorare di più su quella fetta di popolazione che, per superficialità o non conoscenza, non aderisce».
Screening alla cervice uterina
Come lo screening mammografico anche lo screening della cervice uterina rimane ancora basso nella fascia di popolazione più giovane: il 24,24% nella fascia tra 25 e 29 anni e il 44% tra le donne comprese tra 55 e 64 anni. I dati della Sette Laghi sono lievemente inferiori rispetto a quelli della Valle Olona: il 23,15% delle giovani donne nel nord della provincia e il 24,42% nel bacino sud mentre tra le over 55 enni la percentuale nella Sette Laghi è del 41,18% contro il 45% della Valle Olona.
Screening colon retto
Si invertono, invece, le percentuali se guardiamo allo screening del colon retto: l’adesione agli inviti alla Sette Laghi della fascia 50-74 anni è del 40,35% contro ili 39,94% della Valle Olona.
Screening epatite C
Sono ancora bassi, invece, i dati dell’adesione alla campagna di screening dell’epatite C: alla Sette Laghi è stato del 13%e alla Valle Olona del 14%. « Dobbiamo sensibilizzare i cittadini a sottoporsi a questo esame semplice, fondamentale per individuare una malattia silente che si trasmette anche per via sessuale. La campagna di screening finirà a fine anno. Ma i controlli sono davvero semplici, basta un prelievo ematico: la malattia si eradica nel 90% dei casi con i farmaci».
Screening alla prostata
E appena partito, infine, lo screening alla prostata: « È ancora in fase iniziale e vengono chiamati gli uomini che compiono i 50 anni nel mese. Una volta a regime il sistema, soprattutto del secondo livello con il coinvolgimento degli urologi, si aumenteranno le convocazioni».
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