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“Ad una stella chiederò un passaggio”: la bellezza essenziale delle canzoni secondo Marrone e Germini

Da Paolo Conte a Madame, passando per Jovanotti e i Pinguini Tattici Nucleari: il nuovo album di Paolo Marrone e Massimo Germini è di riletture essenziali. Appuntamento il 23 maggio a Materia per un la presentazione del disco, tra voci, chitarra e canzoni senza tempo

Ad una stella chiederò un passaggio

Gli album di cover, si sa, possono essere un’arma a doppio taglio. Alcuni dischi sono passati alla storia come veri e propri capolavori — su tutti uno dei casi più celebri è Kicking Against the Pricks di Nick Cave (c’è chi ancora oggi lo considera uno dei migliori in assoluto della lunga carriera di King Ink e di questa speciale categoria di LP) — mentre altri si sono purtroppo rivelati pallide e annacquate celebrazioni, se non addirittura trascurabili spin-off nella discografia di artisti altrimenti impeccabili.

A Materia la bellezza senza tempo della musica d’autore

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Spesso la grande discriminante che ha determinato successo e fallimento, a nostro modestissimo parere, è stata la visione. Qual è l’intenzione che sta dietro alla decisione di reinterpretare — e addirittura riunire in un album — canzoni altrui già conosciute, amate, sedimentate nell’immaginario collettivo? Perché si fa? Lo si fa per omaggio, certo. Per desiderio di attraversare e restituire nuovamente le emozioni che quelle canzoni hanno suscitato. E su questo, naturalmente, ogni artista è libero di esprimersi come meglio preferisce.

Ma se quando si “mette mano” a opere altrui si ha qualcosa da dire — davvero — su quelle canzoni, quando si sente che, spogliandole dagli arrangiamenti originali, dal tempo, dagli stili, questi brani possono parlare ancora in modo nuovo, intimo, universale, ecco allora che da semplice omaggio ci trova di fronte a qualcosa di uno spessore diverso. Per questo motivo sarebbe quindi un grande errore considerare Ad una stella chiederò un passaggio, l’ultimo lavoro di Paolo Marrone e Massimo Germini, un mero album di cover, una scappatoia per risentire dei grandi classici o nuovi successi, con voci e abiti, leggasi arrangiamenti, diversi da quelli a cui siamo già stati abituati.

Le otto, minimaliste, tracce pubblicate nell’aprile 2025 sono molto di più: sono la ricerca, attraverso sei decadi di musica, di una bellezza artistica capace di trascendere il tempo. Già tre anni fa, con E invece non finisce mai, un monografico dedicato a Roberto Vecchioni, il duo — nato dall’incontro tra il frontman dei Favonio e il chitarrista, cultore della musica italiana e storico collaboratore dello stesso Vecchioni — aveva intrapreso un percorso singolare “chitarra (a volte sostiuita con mandolino) e voce”, celebrativo ma anche “rivelatore”, come il famoso cuore nel racconto di Edgar Allan Poe, della canzone italiana come patrimonio sempre vivo e in grado di dialogare lungo la linea di tempo.

In un panorama musicale in cui produzione e arrangiamento giocano un ruolo sempre più centrale, Ad una stella chiederò un passaggio… si presenta come un cover-album che parla piano, ma che dice molto. Un disco “diacronico” nella scelta dei brani ma “sincronico” e uniforme all’orecchio di chi ascolta. Un disco che sceglie l’essenzialità e il sincero rispetto, un disco realizzato da chi conosce la potenza di testo e melodie. Marrone e Germini hanno selezionato un “campionario” estremamente variegato, hanno riconosciuto un sottile quanto vivido fil rouge che collega brani immortali come Eppure Soffia di Pierangelo Bertoli o Il Poeta di Bruno Lauzi e ai moderni autori come Pinguini Tattici Nucleari (Lake Washington Boulevard) e Madame (Quanto forte ti pensavo) passando per Samuele Bersani (En e Xanax”) e Jovanotti, posto in apertura dell’album con Quando Sarò Vecchio, il cui verso Ad una stella chiederò un passaggio dà il nome anche alla raccolta.

Menzione speciale va fatta anche e soprattutto per Uomo Camion di Paolo Conte, incisa per il docufilm Renzo Chiesa, Chiesa Renzo di Paolo Boriani (presentato nella sede di VareseNews lo scorso febbraio). Il brano del 1979 sarà la scintilla che porterà Marrone e Germini a raccogliere, ripensare e restituire e spogliare anche gli altri sette brani della raccolta. «Ogni brano è stato scelto non solo per la sua importanza storica, ma anche per il suo messaggio universale e per la sua capacità di toccare le corde più intime dell’ascoltatore».

Non a caso la copertina dell’album, firmata dallo stesso Renzo Chiesa, è un’immagine evocativa che fonde il concetto di bellezza e tempo. Un viso segnato, forse, ma ancora capace di emozionare, vedere, cantare. Così sono queste canzoni: nude, essenziali, senza tempo.

Il prossimo venerdì 23 maggio, ore 21, Paolo Marrone e Massimo Germini saranno a Materia, lo Spazio Libero di Varese, dove presenteranno Ad una stella chiederò un passaggio. Una serata di melodie essenziali ed emozioni profonde. Scopri a questo link il programma di maggio.

Dal folk al rap, passando per l’Eurovision: tutti gli appuntamenti musicali di maggio a Materia

Marco Tresca
marco.cippio.tresca@gmail.com

 

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Pubblicato il 06 Maggio 2025
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