Casi da “codice rosso” in crescita: psicologi nei pronto soccorso della Sette Laghi per intercettare la paura
Nella sede della Prefettura è stato sottoscritto il nuovo protocollo operativo interistituzionale del progetto Link per creare un percorso efficiente e immediato al fianco delle donne vittime di violenza
Nel dicembre 2021 era stata aperta con grandi aspettative. La casa della nutrice, aperta di fianco all’ospedale Del Ponte di Varese, voleva essere uno spazio di aiuto protetto ed efficiente per dare un aiuto concreto alle donne vittime di violenza. Quell’esperienza, tanto ambiziosa, si scontrò subito con una carenza di finanziamenti che ne penalizzò il decollo.
L’esperienza fatta, però, ha permesso di individuare alcuni punti essenziali, per ripartire con un progetto che ponga le basi per una risposta concreta delle istituzioni alla drammatica piaga della violenza di genere.
L’Asst Sette Laghi si è fatta promotrice di un nuovo progetto che, partendo dall’esperienza della Casa della Nutrice, propone un’azione efficace e immediata di presa in carico a tutela delle vittime. Con la Fondazione Felicita Morandi, partner operativo, la Sette Laghi ha coinvolto tutte le istituzioni territoriali, partendo dalla Prefettura per allargarsi alla Procura della repubblica, Questura, Comando dei Carabinieri, Ats Insubria, Comune di Varese e uffici di zona.
« Link è il nuovo progetto che parte dalla precedente esperienza per migliorarla – spiega il direttore socio sanitario della Sette Laghi Giuseppe Calicchio – Concentriamo le attività all’interno del pronto soccorso dove le vittime si presentano. Qui si trovano i nostri psicologi e gli educatori della Fondazione Morandi che avvicinano la donna per ascoltarla e supportarla. L’obiettivo è quello di intercettare il bisogno e dare risposte concrete, evitando che la donna se ne vada ed esca dai radar della rete di assistenza».
Per avviare la nuova progettualità, la Sette Laghi ha vinto un bando di Regione Lombardia collocandosi tra i migliori progetti e ottenendo 150.000 euro: « Vogliamo arrivare a costruire un percorso duraturo, con personale stabilizzato. Entro due anni intendiamo estendere anche in altri pronto soccorso aziendali l’assistenza psicologica».
Nella rete entra anche l’Università dell’Insubria che attiverà specifici punti di ascolto dove intercettare il disagio e intervenire in modo appropriato.
Ed è propio nell’intercettazione delle situazioni a rischio che lavorano le forze dell’ordine: gli agenti di polizia locale, debitamente formati, che sono sentinelle sul territorio, così come i carabinieri che hanno avviato un’attività mirata di sensibilizzazione e prevenzione che ha portato a un aumento delle segnalazioni da “codice rosso”, come ha spiegato il comandante dei carabinieri di Varese Comandante Marco Gagliardo: « Abbiamo osservato un lieve incremento di casi di violenza che abbiamo intercettato con azioni mirate che partono proprio da incontri informativi aperti alla popolazione. In questi incontri individuiamo alcuni segnali che sono propri di condizioni sensibili. Lavoriamo per sensibilizzare anche se i nostri interventi sono sempre a violenza avvenuta».
Tra i casi citati dal colonnello il recente arresto con flagranza differita a Gallarate.
Il protocollo, che istituzionalizza rete e procedure, è essenziale anche per la Procura della Repubblica che può intervenire in modo tempestivo per arrivare all’eventuale denuncia e all’attivazione di un percorso di superamento della condizione di pura, come ricordato dal Procuratore Antonio Gustapane: «Abbiamo uno sportello apposito dove presentare denuncia».
La rete di soccorso si è attivata proprio la notte scorsa quando, nel cuore della notte, la Procura ha telefonato alla Fondazione Morandi per un intervento di estrema emergenza per una donna con i propri figli da ospitare nella casa rifugio. Una storia che era già nota ai servizi ma che continuava a sfuggire a interventi mirati proprio per quei “buchi” nelle fase di decisione post emergenza. Vuoti che il progetto link vuole colmare.
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