Addio a Mario Campi, il mitico postino di Cuvio che per 40 anni consegnò la posta su e giù per la Valcuvia
Profondo cordoglio in paese per la scomparsa di una delle figure più amate e rispettata. Lo storico Roncari: “Il Mario pustin, cuviese d’oc e di nascita, era del 1931, era uno degli ultimi rimasti di quella classe prolifica“. Funerali sabato

Era uno dei pilastri del paese in un periodo non cui al mare i selfie non c’erano: solo il francobollo, una Bic e una bella cartolina bastavano per arrivare al cuore di chi stava a casa. Oppure di chi leggeva il giornale amando sfogliare le pagine ogni giorno dopo averlo ricevuto nella cassetta delle lettere: così arriva l’abbonamento al mensile preferito, le bollette da pagare e la cartolina verde, quella del militare.
Lo ricordano così, a Cuvio, Mario Campi, lo storico postino del paese che è morto stanotte: ha portato per decenni nelle case non solo lettere ma anche umanità e simpatia. Nell’aprile del 2016 l’amministrazione comunale di Cuvio, e i vertici della Pro Loco lo premiarono con un riconoscimento speciale per i tanti anni di lavoro al servizio della comunità che terminarono nel lontano 1983, quando smise di viaggiare con la sua Vespa 150 per le vie dei paesini della Valcuvia. Il suo impegno per la comunità proseguì nel corso della sua vita con l’attività in giunta comunale dove per dieci anni ricoprì il ruolo di assessore.
«Non un semplice portalettere, ma “il postino” per antonomasia, preciso, affabile e gentile,
degno della fiducia e del rispetto della gente di Cuvio e Comacchio, assessore per un decennio e già anima e mente della Schola Cantorum»
, recitava la targa che in quell’occasione gli venne riconosciuta.
Così lo ricorda Giorgio Roncari, storico locale: (…) Il Mario pustin, cuviese d’oc e di nascita, era del 1931, era uno degli ultimi rimasti di quella classe prolifica. In gioventù aveva fatto qualche anno in seminario assieme al Nino Ferrari e al Luigi Sangalli. La sua era una famiglia di postini, lo era stato il padre e, alla sua morte, la madre, poi, quand’essa raggiunse la pensione, a continuare fu il fratello Angelo, grande invalido di guerra che morì nel ’48. A quel punto per il nostro Mario, lasciato il seminario, fu naturale continuare quel lavoro. Si sposò con la sua Luigia con la quale ebbe due figli nel giro di un anno, Enrica ed Ettore. Fu postino per una quarantina di anni, girava il paese a piedi col suo borsone a tracollo come non se ne vedono più al giorno d’oggi. Tutti lo conoscevano e lui conosceva a tutti. Preciso, affabile e gentile degno della fiducia e del rispetto della gente di Cuvio e Comacchio; cordiale e spontaneo, con la sua lieve ‘erre’ francese aveva una parola simpatica per ognuno. La grande stima che godeva in paese si vide alle elezioni comunali quando ottenne più voti di tutti i candidati, dietro solo al sindaco Pancera. Democristiano doc, in Comune fu consigliere e assessore. Il suo impegno nel sociale lo si registrò anche in altri campi: fu uno dei fondatori della “Schola Cantorum” che animò per decenni le messe cantate della domenica; per infiniti anni fu membro del Consiglio Parrocchiale e fu anche nel direttivo della Juventus Club Valcuvia, squadra della quale era appassionato tifoso. (…)
I funerali si terranno a Cuvio nella parrocchiale SS: Pietro e Paolo sabato mattina alle 9.30.
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