Farioli e la “politica politicante”
Il sindaco non si scompone di fronte alle mosse leghiste - che a Busto, peraltro, non sembrano ancora aver imboccato la via della rottura. Per il primo cittadino c'è "disorientamento e imbarazzo" tra le file del Carroccio
«Politica politicante». È un’espressione che Gigi Farioli, il sindaco di Busto Arsizio, da tempo ricandidato con la "benedizione" di Nino Caianiello, usa molto spesso per prendere di mira modi di fare politica che, dice, non gli appartengono. E la risfodera anche in un breve commento a quanto si muove nella Lega, il cui consiglio federale ieri a Milano ha visto Bossi dare l’indicazione del "liberi tutti" per i Comuni non capoluogo, con conseguente corsa all’intepretazione come una rottura garantita da parte di molti. Gigi Farioli potrebbe ben dire, usando un’altra delle espressioni a lui care, che ripete come sacri mantra in ogni occasione pubblica, che «Busto è capitale», col che la questione sarebbe risolta e l’alleanza Lega-PdL, va da sè, salva: ma si limita, più modestamente, a dire che è «non dovrei essere preoccupato della cosa, Busto è molto più di un capoluogo».
«Da sindaco non partitante» come si dice, coniando un neologismo per analogia con la politica "politicante", Farioli ancora non è stato contattato da nessuno, dice. Almeno per dichiarazioni ufficiali. È un fatto, viceversa, che sia nel suo ufficio a lavorare come un qualsiasi altro giorno: «e oggi come sempre con assessori della Lega Nord, in testa il vicesindaco, e l’amministratore delegato di Agesp Servizi». Precisamente la poltrone che la Lega, numeri alla mano, rischierebbe di perdere andando da sola. O che sarebbe certissima di confermare continuando l’alleanza.
Quanto a lui, Farioli, assicura che sarà sindaco, «e sindaco di tutta la città, per quanto espresso dalla maggioranza, fino all’ultimo giorno del mio incarico». Non gli resta che interrogarsi, o meglio invitare gli alleati leghisti a riflettere su «come possano dissociarsi da un’amministrazione che è l’unica a poter far partire il federalismo, avendo dimezzato il debito», contenuto le spese, gestito i conti fino a guadagnarsi il plauso di Fitch Ratings stessa, e così via. «Poi se questo è solo un dibattito della politica politicante…» butta lì. Come a dire: se è un bluff, scoprite le carte. Perchè qua, al momento, non c’è molto di chiaro, se non che la Lega ha ricevuto piena libertà d’azione, piuttosto che un’indicazione per l’alleanza. Ma vorrà il Carroccio correre il rischio di finire escluso dall’amministrazione, che sola (1993-2002) o in compagnia (2002-2011) controlla da più di diciassette anni? Farioli si limita a osservare: «Ho notato un certo disorientamento e imbarazzo fra chi serve e negli ultimi cinque anni ha servito con orgoglio, e lavorando bene, l’amministrazione e la città». Fate il vostro gioco, signori: è il momento delle scommesse, il tempo delle scelte. E la Lega che ha gettato il sasso, se lo vede ora ritornare.
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