Povertà varesina, un fatto non marginale

I dati dell’attività dell’associazione, che compie quest’anno dieci anni, dicono come la povertà non sia affatto una “questione da immigrati” e che in questi mesi sia in aumento

Stando ai dati diBanco Nonsolopane, che festeggia quest’anno i dieci anni di attività, la povertà nella città giardino non è un affare da “poveri immigrati” e nemmeno una “faccenda marginale”. E’ un problema serio, in continua crescita.
 
I loro assistiti sono passati da 101 (nel 1999) a 2295 (nel 2009)  e di essi più della metà – il 54% per la precisione, in tutto 1193 famiglie – sono di nazionalità italiana. Famiglie marocchine e albanesi – le più consistenti percentualmente – costituiscono il 13 e il 10 per cento del tutto mentre le altre nazionalità sono più sparpagliate. Nel 2009 hanno distribuito 130 tonnellate di alimentari: un numero in crescita pressocchè continua, anche grazie alla collaborazione di aziende – molto vivace quella dei cral di Whirlpool e Inda – e di supermercati.
 
Le persone che si rivolgono al Banco Nonsolopane – la cui sede è a Varese, in via Bainsizza – sono piuttosto giovani, in piena età attiva: il 26 per cento è tra i 36 e i 50 anni e il 13 per cento tra i 26 e i 35 anni. La causa della povertà nel 2009 è un reddito insufficente per quasi la metà delle famiglie assistite (il 45%, per la precisione), segue la disoccupazione (che incide per il 20 per cento): ma tra le motivazioni ci sono anche separazioni e malattie (per il 3% l’una). Nell’ultimo anno, gli assistiti sono aumentati ulteriormente: sono passati da 1886 a 2295, con un incremento del 20%, la maggior parte dei quali di nazionalità italiana.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Maggio 2010
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