La giovane Resistenza del 2010
Il 10% degli iscritti dell'Anpi è under 30: nascono nuovi circoli e iniziative. Lo spirito del 25 aprile rivive in forme nuove
“Il testimone della Resistenza passa nelle mani dei giovani”. Per anni è stato solo una parola d’ordine, un auspicio ripetuto dal palco delle celebrazioni. Ma non c’era urgenza: i partigiani che avevano combattuto sulle montagne o nella clandestinità, nelle città, erano ancora centinaia. Ora, però, il ruolo di guida e di testimoni passa davvero ai giovani: trentenni, ma a volte anche ragazzini appena diventati maggiorenni. Un piccola rivoluzione, a cui si è arrivati dopo la decisione storica del 2006, quando anche chi non aveva partecipato personalmente alla guerra partigiana ha avuto la possibilità di diventare un iscritto a tutti gli effetti. Si potrebbe pensare che sia una questione di necessità, un tentativo di avvicinare maggiormente i giovani. E invece è tutto il contrario: appena aperte le porte, le nuove generazioni hanno fatto subito capire di aver voglia di rilanciare la testimonianza. Oggi gli iscritti under 30 sono il 10% a livello nazionale, tanti quanti sono i tesserati che hanno combattuto durante la guerra.
Gli esempi non mancano anche sul nostro territorio. Da Varese Angelo Zappoli è molto soddisfatto. «Abbiamo un numero non irrilevante di under 30 inseriti nelle sezioni un po’ in tutta la provincia, ad Ispra ad esempio sono quasi tutti "under 40", molti non ancora trentenni. E la recente festa di Gemonio è stata organizzata dai ragazzi». Il fenomeno sembra utile a scuotere una certa immagine "ingessata" – ed errata – che l’osservatore esterno può avere. «Certo, ma intendiamoci, ci sono anziani partigiani che sono modernissimi, girando per le scuole per decenni hanno fatto esperienze importanti, mantenendo i contatti con la gioventù. Sono all’avanguardia ancora oggi». Il meccanismo di ricambio generazionale mostra una sua forza particolarmente nei centri minori, osserva Zappoli. «Io ho 55 anni e presiedo la sezione varesina di Anpi, ma già stiamo pensando a un rinnovamento generazionale ulteriore. Del resto crediamo ad una Resistenza come fenomeno dinamico, non statico nè ancora pienamente compiuto nei suoi esiti. L’esperienza di Anpi si allarga alla difesa dei valori costituzionali, all’acqua come bene pubblico, e così via». Ora e sempre. «Ai ragazzi direi di iscriversi ad Anpi per contribuire ad un futuro decente: qui si progetta sulla base di quanto è stato, sensibili alle lezioni della Storia, senza nascondersi e senza preclusioni».
A Gallarate la sezione dell’Anpi ha affidato l’intera organizzazione della festa della Liberazione ai giovani : l’intervento ufficiale del 25 aprile sarà affidato al ventottenne Alessio Mazza, ma la celebrazione ufficiale (che per molti ha ormai il sapore di un rito, ravvivato solo dalle frequenti polemiche) sarà anticipata tre giorni prima – giovedì 22 – dalla serata "Ri-belli da morire", che alternerà musica e interventi. «Cerchiamo – spiega Alessio Mazza – di attualizzare la festa della Liberazione attraverso testimonianze e interventi di chi porta avanti anche oggi la Resistenza in modo pacifico, ad esempio quella contro lo sfruttamento e il precariato. Per questo abbiamo invitato la Cgil, poi ci saranno anche altri gruppi attivi sul territorio». A sostenere l’iniziativa è un gruppo di ragazzi giovani, che ha lavorato a lungo all’iniziativa, anche per sottrarre il 25 aprile ai riti spesso freddi e restituirlo alla dimensione della festa e della condivisione, partendo dalla musica, dalle tante canzoni dedicate alla Resistenza negli anni (ma soprattutto negli ultimi venti, e forse anche questo è un particolare significativo). «Oggi nella nostra sezione abbiamo molti iscritti nati anche negli anni novanta, che non sono neanche ventenni».
Ma un segnale di novità viene anche da Vedano Olona, dove – a sessantacinque anni dalla Liberazione – è nata una nuova sezione Anpi, animata da un gruppo di giovani e intitolata all’antifascista Lelio Basso e al leader rivoluzionario africano Thomas Sankara. Come a ribadire che la Resistenza deve essere attualizzata, anche nella sua dimensione internazionale: liberi tutti o tutti prigionieri delle ingiustizie.
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