Per la politica non esiste crisi
Marino Bergamaschi, direttore generale Associazione Artigiani Varese: "A 3 mesi dalla data di scadenza delle elezioni proporremmo uno stop a qualsiasi inaugurazione: che la politica si confronti solo sui programmi e con i cittadini".
La attendiamo da 50 anni, nel ricordo di quel 1924 quando prese il via il cantiere della prima autostrada al mondo: la Milano-Laghi. La provincia di Varese allora era all’avanguardia. Non ritorniamo su ciò che già si sa: per la cerimonia di inaugurazione della Pedemontana, a Cassano Magnago, probabilmente si spenderanno 300mila euro. Tutto pronto per accogliere ministri, assessori, presidenti delle province coinvolte dal tracciato e sindaci.
Condividiamo la dichiarazione di Leonardo Carioni, consigliere di amministrazione di Pedemontana: «Molti dicono che dobbiamo festeggiare. Io sto con i piedi per terra e dico che dobbiamo scusarci con la gente per i ritardi, e cercare di fare in fretta. Non si può festeggiare, dobbiamo ammettere che le opere pubbliche arrivano in Lombardia con 40 anni di ritardo».
La realizzazione della Pedemontana è necessaria e utile, ma sa tanto di conquista. Ci auguriamo, ovviamente, che si rispettino i tempi ed i budget, perché nel nostro sistema le infrastrutture costano sempre il triplo di quelle europee e sui tempi si nutrono sempre incertezze.
Alle forme della politica chiediamo sobrietà, un poco di pudore, onestà intellettuale e la correttezza di non presentare infrastrutture ordinarie (fondamentali per il rilancio dell’economia del territorio, per lo sviluppo dell’imprenditoria e la crescita concorrenziale delle MPI) come se fossero un miracolo. La Pedemontana la si attendeva, ma è sempre in periodo di elezioni che le infrastrutture divengono strategiche: in su ed in giù, partendo dalla Valceresio.
Se la politica avesse voluto inviare un messaggio concreto e pieno di "socialità" alla cittadinanza, l’inaugurazione della Pedemontana sarebbe stata l’occasione giusta: nessun spreco di denaro pubblico, nessuna opulenza, nessun sfarzo. Una picconata sarebbe bastata. Ha ragione il cardinale Bagnasco, quando afferma: «Tutti noi abbiamo serio ed urgente bisogno di recuperare il senso e il valore della sobrietà». Soprattutto in una situazione economica difficile come lo è l’attuale: casse integrazioni alle stelle e imprese che soffrono.
Dalla nostra analisi congiunturale si rileva che la crisi peggiorerà: in calando il fatturato, la disoccupazione interessa soprattutto le microimprese (da 3 a 5 addetti), la selettività delle banche è aumentata, la "questione" Confidi (ripatrimonializzare sì o no?) è sempre aperta. Che la politica si avvicini alla gente e che prenda a cuore il futuro di questo territorio: la circonvallazione di Varese (che ancora non esiste), l’innesto della Pedemontana con l’A8 (che non dev’essere un semplice "terrapieno"), la fusione delle stazioni delle Nord con lo Stato, la stazione di Castellanza che funziona poco e male. Il rispetto nei confronti dei cittadini-elettori si ottiene con le promesse mantenute, non con gli slogan propagandistici che affollano per sei mesi le città e le regioni in attesa del voto. Proponiamo che in occasione di qualunque elezione, a 3 mesi dalla data di scadenza, si imponga uno "stop" a qualsiasi inaugurazione o evento e che la politica si confronti, con i cittadini, solo sui programmi e sulle azioni future.
La vera politica non dev’essere una somma di benefit e privilegi, ma l’espressione di uomini che puntano al benessere del territorio. Uomini che vivono una passione (capace, a volte, di trasformarsi in missione), che vogliono dare ai cittadini ciò che serve per vivere meglio e in sicurezza e che conoscono i veri problemi del quotidiano. La politica nasce come strumento al servizio del popolo e per orientare lo sviluppo di un territorio inserito nel sistema Paese. Strumento di pubblico interesse con franchezza, discrezione e riguardo alla soluzione di problemi che ora si sono fatti vitali. Dimostrare solidarietà nei confronti di chi rischia la perdita del posto di lavoro o di chi è già stato licenziato, di chi vive con i contratti di solidarietà o di sospensione dell’attività lavorativa, sarebbe stato corretto.
Tutti quegli imprenditori e cittadini che stanno pagando di tasca propria questa recessione, cosa potranno pensare leggendo i giornali di questi ultimi giorni? Forse alla politica non interessa: meglio festeggiare…Ma se proprio si deve, meglio sarebbe "Panem et circenses".
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