Salvador, presidente un ex giornalista: «Vittoria storica»

La testimonianza di alcuni osservatori elettorali, anche di origine varesina, che si sono recati nel paese centroamericano durante le elezioni presidenziali

Sono andati nel Salvador come osservatori elettorali per le elezioni presidenziali, tra loro anche alcuni varesini. Sono una quindicina di persone che hanno assistito alla vittoria del candidato della sinistra per cui Mauricio Funes, candidato del fronte Farabundo Marti per la libertà nazionale, ha ottenuto il 51,3% dei voti contro il 48,7 andato al partito conservatore di governo, Arena. Funes è un ex giornalista televisivo che ha vinto riportando dopo 20 anni al potere il partito degli ex guerriglieri marxisti.
Si tratta di una vittoria storica per la sinistra in un paese in cui è ancora vivo il ricordo della guerra civile protrattasi dal 1980 al 1992 in cui sono morte 75.000 persone, molte delle quali uccise dagli squadristi di destra. Centinaia di sostenitori dell’Fmln sono scesi in piazza a festeggiare la vittoria abbracciandosi e lanciando fuochi d’artificio nella capitale.
Riportiamo di seguito la testimonianza degli osservatori elettorali italiani, presentiper conto della Fondazione salvadoregna Fundahmer e della Federazione delle chiese ecumeniche, di cui fanno parte anche i varesini Sara Villa di Angera che ha da poco terminato il SCV nel DES’Va, da Laveno invece Aurora Maria Lopez (studentessa di scienze delle comunicazioni) e Donatella Reggiori (coinvolta nella solidarieta) e Francesco P. (Cuveglio), tutti accomunati dall’interesse per questa terra, le sue vicende, la sua storia, la realtà e questo processo elettorale.
 
Testo di Francesco Bonolli di Novara:
"Sí se pudo!" (yes we did – ce l’abbiamo fatta!) urlavano ieri sera i responsabili della ONG che ci ospita; il nostro pick-up sta percorrendo le strade di San Salvador tra cortei rossi e militanti del FMLN in festa. La prima vittoria della sinista nella storia di El Salvador appare chiara nella capitale giá un paio d’ore dopo la chiusura dei seggi.
Il processo elettorale in questa parte del centroamerica potrebbe apparire come una giornata di vera festa, se non fosse che negli ultimi anni la contrapposizione politica si é portata via decine di migliaia di vite, sotto forma di guerra civile, repressione e massacri.
Sono le 4:30 di mattina quando raggiungiamo il centro elettorale dove passeremo la giornata ad osservare le operazioni di voto. Le due fazioni sono giá accampate ai due lati della strada, bandiere e cori urlati e cantati, almeno un centinaio di giovani per parte si fronteggiano in un clima di tifo da stadio. Piú tardi, di giorno, ci accompagnerá la musica, allegra, tanto alta da passare le pareti del centro di voto e accompagnare il nostro lavoro all’interno della scuola. Se le elezioni si vincessero coi decibel, il FMLN avrebbe giá la maggioranza.
Ci sono voci di decine di migliaia di stranieri con documenti falsi che si accingono ad attraversare il paese per votare, pagati dalla destra. Del resto frodi di questo genere sono giá state documentate dagli osservatori durante le elezioni passate. La nostra delegazione é stata testimone di un episodio eclatante che ci ha confermato la veridicitá di questi timori. Una camionetta carica di una quindicina di nicaraguensi viene intercettata dai sostenitori del FMLN proprio davanti al nostro centro di voto. Subito é circondata da centinaia di militanti. Dopo mezz’ora interviene la polizia e porta via in manette gli occupanti, di cui uno con addosso la maglietta di ARENA. In nessun caso c’é stata violenza. Noi osservatori siamo un elemento di garanzia, ci cercano, ci raccontano quello che sta succedendo. "Io non credo che questa sia democrazia" – mi dice in perfetto inglese un ragazzo con la maglietta del Frente – "fate sapere al mondo quello che sta succedendo qua!"
Il monopolio dell’informazione da parte del governo, le salde mani sulle istituzioni elettorali, una campagna martellante: tutti elementi che lasciano supporre che in realtá il supporto popolare al Frente sia molto maggiore di quanto dicano i numeri.
Ora l’interrogativo é se l’FMLN sará all’altezza delle aspettative. Il suo programma politico si basa su quattro ambiti di riforme in campo sociale, economico, politico e ambientale. Un programma che per quanto tutto sommato moderato, potrebbe finalmente lavorare in modo innovativo sulla difficile situazione sociale in cui versa la maggior parte della giovane societá salvadoregna.
Per noi abituati al tranquillo contesto europeo puó essere difficile capire cosa si nasconda da queste parti dietro la gioia di una festa elettorale. Irma, la nostra giovane e brava cuoca esperta di pupusas, ci racconta che questa notte ha gioito, ma anche pianto tanto. Suo padre é morto durante la guerra civile, e suo figlio é stato ucciso l’anno scorso dalle bande criminali nutrite dalla disperazione giovanile. La speranza di un futuro migliore affonda le radici in un lago di sangue, e per questo non puó che essere una speranza davvero forte.

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Pubblicato il 18 Marzo 2009
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