Oltre duecento persone in Elmec per lo spettacolo dedicato al non detto della violenza di genere
La rappresentazione è il frutto di un percorso condotto in Elmec attraverso due laboratori in azienda aperti a uomini e donne grazie alla compagnia teatrale Al Borde
Nel giorno dedicato alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Elmec ha scelto di trasformare il proprio Campus di Brunello in un luogo di ascolto, partecipazione e consapevolezza. Martedì 25 novembre, oltre duecento persone hanno preso parte allo spettacolo teatrale “Quello che le donne non dicono”, realizzato dalla Compagnia Al Borde, un lavoro corale nato dai laboratori condotti nei mesi scorsi con i dipendenti dell’azienda.
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Un progetto che nasce dall’ascolto delle persone
La rappresentazione è il frutto di un percorso condotto in Elmec attraverso due laboratori aperti a uomini e donne, ai quali hanno partecipato circa 25-30 persone. «Questa volta – racconta una delle attrici – abbiamo scelto di lavorare sul tema della violenza di genere, affrontando ciò che spesso rimane taciuto: il “non detto”, quello che non si riesce a esprimere nella quotidianità».
Dalle testimonianze, dalle confidenze raccolte e dagli spunti emersi nei gruppi di lavoro è nato il testo scritto da Andrea Narsi, poi trasformato nella sceneggiatura dello spettacolo. Sul palco si sono alternati Marta Bruzzichelli, Ilaria Felter, Sofia Cantarelli e Maria Virginia Agostini, insieme ad Alessandro Gaglio nel ruolo di “Ale Mancia”, conduttore immaginario del programma radiofonico che fa da cornice alla rappresentazione.
Lo spettacolo: una radio che dà voce al non detto
Il format scenico riproduce la struttura di una trasmissione radio, un luogo simbolico in cui chiunque può chiamare e raccontarsi in anonimato. Le tre chiamate che arrivano in diretta rappresentano altrettante storie ispirate ai vissuti emersi durante i laboratori: un mosaico di emozioni, paure, domande e desideri di uscire dall’isolamento.
«Ogni volta – spiegano le attrici – è come aprire una finestra su un’umanità diversa. Le storie che raccogliamo ci costringono a rimetterci in gioco ogni volta: ascoltare, accogliere e riportare in scena ciò che abbiamo vissuto insieme alle persone che incontriamo».
Consapevolezza, confronto e una comunità che si riconosce
La serata si è aperta alle 18.30 con l’intervento di Elisa Bisceglia, Direttrice Sostenibilità e Fiducia di Elmec, che ha introdotto il valore sociale dell’iniziativa. Alle 18.40 è andato in scena lo spettacolo, seguito da un momento di dialogo con il pubblico: uno spazio che molti partecipanti hanno utilizzato per condividere riflessioni, ringraziamenti e testimonianze personali. Tra i temi più ricorrenti, il ruolo della comunità nel rompere la solitudine che spesso accompagna chi vive situazioni di violenza, e la necessità di riconoscere i segnali, anche quando non sono espliciti. La serata si è conclusa con un aperitivo conviviale, occasione informale per proseguire il confronto e per incontrare la compagnia.
L’importanza di non sentirsi soli
Fra gli aspetti emersi nei laboratori, e restituiti nello spettacolo, uno in particolare ha trovato forte risonanza: l’importanza di contrastare l’isolamento. «Molte delle storie che abbiamo ascoltato – spiega la compagnia – parlano proprio della necessità di rompere la solitudine, di trovare qualcuno disposto ad ascoltare».
È in questa prospettiva che Elmec e AlBorde hanno costruito un evento che unisce impresa, arte e responsabilità sociale, trasformando il teatro in un’occasione di consapevolezza collettiva.
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