Botta e risposta: i Comitati ribattono a Parini (Accam)
Continua la guerra di parole dopo il rinnovo dell'autorizzazione regionale a bruciare i rifiuti
Quando si tratta di litigare e rimbeccarsi, a Busto è difficile trovare argomento migliore dell’inceneritore Accam. Dopo il rinnovo dell’autorizzazione regionale a bruciare rifiuti e le recenti prese di posizione del presidente dell’ex consorzio, Sergio Parini, il coordinamento cittadino dei comitati spontanei di quartiere, e specificamente la componente borsanese, ribatte a stretto giro.
"La difficoltà più grossa è rispondere a persone che non capiscono o non vogliono capire" scrivono gli estensori del documento (Landoni, Barbaglia, Pinciroli), aggiungendo quindi l’ormai immancabile riferimento alle più o meno presunte malefatte messe in luce mesi fa dall’operazione Grisù dei Carabinieri del NOE: "superficialità, pericolosità per i cittadini, crimini particolarmente odiosi, come il gas, che non si vede ma uccide!" aggiungono, assai poco concilianti. E anche qui ricordano che le indagini, con arresti e blocco degli impianti, "hanno coinvolto non solo i vertici di Accam SpA, ma anche altri esponenti politici guarda caso diversi tra loro, ma che in qualche modo hanno fortemente osteggiato la firma della convenzione".
Per i comitati "la convenzione è un atto dovuto", ed è "incredibile" che essa non sia considerata precondizione necessaria per concedere l’autorizzazione regionale a bruciare. La critica dei comitati era rivolta alla Regione, ma a rispondere è stato Parini. "Forse sente qualche peso sulla coscienza" azzardano gli autori del comunicato, chiedendo quindi al presidente di Accam di "porgere le sue scuse a tutta la città e ai suoi abitanti per aver impedito" che la convenzione, con le sua clausole a tutela della salute pubblica, andasse in porto. E quanto alla dichiarazione da parte di Parini che con il commissario Guglielman al posto di Rosa le trattative vanno molto meglio, gli esponenti dei comitati (già schierati con Rosa in vista del voto, va detto, ndr) controbattono che è stata Accam ad irrigidirsi e a non voler dialogare – ma su questo si potrebbe discutere in eterno.
Infine, nel comunicato si chiede "trasparenza e chiarezza" ad Accam sulle dichiarazioni di Parini in merito a interventi e tempi di applicazione della nuova normativa sullo smaltimento dei rifiuti entrata in vigore lo scorso 28 febbraio. In cauda venenum: il "nota bene" conclusivo chiede se non sia meglio che gli indagati dell’operazione Grisù si autosospendano dalle cariche societarie in Accam. E il duello continua, inesausto.
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