Per la serie “quando il gioco si fa duro…”

La vicenda dell’oscuramento del sito Indymedia, reo di aver dato del nazista al Papa perchè a 17 anni vestì la divisa della Wehrmacht, qui a bottega non scalda i cuori. La censura è sempre una brutta bestia ma stavolta è come provare compassione per quelli che a Capodanno finiscono in ospedale con la mano dilaniata dall’esplosione di un petardo. Equiparare Benedetto XVI a Goebbels non è un’opinione, è una baggianata: significa non conoscere la storia della Germania (non è obbligatorio) o non volerla conoscere (un po’ meno perdonabile, se ti picchi di fare controinformazione). Leggete, al proposito, la testimonianza comparsa in questi giorni sui giornali dello scrittore Gunther Grass, da giovane “entusiasta volontario dell’esercito di Hitler” (lo dice lui) e oggi considerato voce della sinistra tedesca. Ma poi, perché le persone devono essere sempre guardate col criterio del bipolarismo e non per quello che dicono e sono?

PISTOLA FUMANTE – Citiamo testualmente: “Comune di Varese. Verbale di deliberazione della giunta comunale n.226. Oggetto: viaggio a Liyang (Cina) del sig.sindaco e del sig.vice sindaco. L’anno duemilacinque addì 11 del mese di aprile alle ore 10.00 si è riunita nella solita sala del Civico Palazzo…” Seguono sei paginette in cui si spiega perché è opportuno fare quella trasferta e si decide di anticipare 3.600 euro per le spese di viaggio. “Here’s the smokin’gun!”, esclamerebbero al Pentagono. Bene, per aver spifferato questa notizia in un post it il sindaco Fumagalli ci ha tacciati di essere dei cazzari, dei “sedicenti giornalisti”, incapaci di fare il nostro lavoro e ci ha signorilmente augurato di andare a morì ammazzati in Iraq. Saluti e baci, signor sindaco.

FANTAPUBBLICITA’ (MA NON TROPPO) – Cosa accadrebbe se la Juventus scendesse in campo col nome Toyota sulle maglie? O se la Rai ospitasse i promo dei programmi di Canale 5? Spiegazione: un paio di settimane fa Aspem (società del comune di Varese) lanciò l’allarme perché il nuovo servizio gas di Enel stava battendo a tappeto la città nel tentativo di sottrargli clienti. Giusto, dal suo punto di vista: Aspem è la cassaforte di Palazzo Estense e tutela il proprio mercato. Poi accade che sugli autobus di Avt (altra società del comune di Varese) compaiano pubblicità, grandi quanto una fiancata intera, della stessa Enel gas che magnifica i suoi servizi. Solo a noi dei post it questo sembra un autogol da cineteca?

CI VOLEVA TANTO? – Finalmente una proposta sensata, quella dell’acquisto, da parte del comune, del teatro Apollonio. In un periodo di quaresima finanziaria che senso ha imbarcarsi nell’acquisto della caserma Garibaldi per costruire lì il teatro cittadino? Meglio dunque arrangiarsi ad apparecchiare la tavola con quello che c’è già in dispensa come, con un sano esercizio di realismo, ha fatto notare l’assessore alla cultura Musajo Somma: il fatto che la città, nel senso di ente pubblico, non disponga oggi di una struttura sua per la cultura, rischia di essere un handicap. Tanto vale, dunque, sfruttare quello che già c’è, senza voli pindarici. E, per favore, ci venga risparmiato il piagnisteo sul fatto che il teatro Apollonio è un obbrobrio architettonico e rovina il paesaggio. Come se piazza Repubblica fosse place Vendome o le Terme di Caracalla.

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Pubblicato il 07 Maggio 2005
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