«Gli extracomunitari? Puoi farli lavorare quanto vuoi»
Presentato dall'Anolf il primo studio in provincia che individua svantaggi e vantaggi nell'impiego di manodopera extracomunitaria
Una cosa è certa: gli immigrati vengono in Italia per lavorare, anche a condizioni peggiori rispetto agli italiani e sopportando carichi di lavoro mediamente più pesanti. “Dove li metti, stanno”, “ Se devono finire un lavoro lo finiscono, si fermano anche dopo le 18”, “puoi farli lavorare quanto vuoi”, sono alcune delle risposte date dagli imprenditori intervistati. Tra i vantaggi, dunque, emergono la disponibilità, la flessibilità, l’accettazione di ruoli e mansioni (l’80 per cento viene impiegato in mansioni di basso livello) il maggior adattamento a questi, il tutto a fronte di un livello culturale medio-alto. Molti lavoratori extracomunitari sono operai-laureati. Tra gli svantaggi o elementi negativi ci sono la cattiva conoscenza della lingua italiana (anche se per le mansioni che svolgono un livello minimo è più che sufficiente), i tempi della burocrazia (i lavoratori perdono giornate intere per andare in questura e uffici vari), la difficoltà a reperire stranieri in regola, l’investimento in formazione che spesso viene vanificato dal ritorno nella terra di origine appena “hanno un po’ di denaro che gli permetta di costruire qualcosa”, l’autoprolungamento delle ferie (qualcuno parte in vacanza e ritorna fuori tempo massimo perché non conosce le regole), problemi sanitari e differenti comportamenti (si fermano a pregare, specialmente i musulmani), immagine sociale. Gli extracomunitari arrivano generalmente grazie al passaparola di lavoratori stranieri già presenti in azienda, ai rapporti di parentela e un’esperienza in Italia è per gli imprenditori già una forte garanzia sia in termini di professionalità che di integrazione con la nostra cultura. |
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