Le aree delocalizzate? “Diventino zona di mitigazione ambientale”
Giampaolo Livetti, candidato di Etico, vuole che la Regione torni a progettare il recupero delle aree abbandonate, insieme ai Comuni: zone verdi, ma anche logistica "invece di sacrificare l'area del Gaggio"
Le aree delocalizzate siano gestite dalla Regione, coinvolgendo i Comuni. È l’idea di Giampaolo Livetti, esponente "storico" della sinistra nella zona di Malpensa, oggi candidato con "Etico" alle regionali. Per Livetti serve un piano complessivo, che recuperi le aree delocalizzate come aree di «mitigazione ambientale», ma anche – in secondo luogo – come aree logistiche, evitando la costruzione del parco logistico nell’area del Gaggio. «Soprattutto negli incontri con i cittadini residenti attorno a Malpensa – dice Livetti – mi viene posta una domanda ricorrente: “Cosa faresti delle case delocalizzate?”. Già, bel problema! Per chi non lo sapesse, la
delocalizzazione ha fatto acquistare da Finlombarda (soldi pubblici) alcune centinaia di edifici che risultavano in zone di rispetto aeroportuale non compatibili con la residenza. Centinaia di famiglie, dunque, sono state delocalizzate; molte hanno acquistato in zona un’abitazione, altre se ne sono andate. I prezzi di mercato, data la accresciuta domanda, hanno avuto una discreta impennata. Ora è tutto finito da anni: senza un progetto per le zone “desertificate”, spesso con abbandoni a macchia di leopardo, cioè con residenze abitate in percentuali minime, queste zone presentano un aspetto di abbandono e squallore. Spesso gli edifici sono stati derubati di canali di gronda, impianti interni; tutto quel che poteva servire è stato asportato. La collettività, poi, ha dovuto sostenere anche le spese per il taglio del verde e un minimo di manutenzione esterna: insomma un pasticcio infinito».
Che fare, dunque? «Anzitutto definire precisamente una destinazione urbanistica sovra-comunale per le zone. C’erano volumi, viabilità, infrastrutture per la residenza; ora bisogna progettare nuove funzioni, per queste zone». Quali? «Secondo me, prioritariamente, quella di mitigazione ambientale, in secondo luogo quella di risposta alle prospettive dell’aeroporto. In alcune zone prossime alla struttura di Malpensa occorre pensare infatti ad una rete di realizzazioni naturalistiche che riducano le ricadute acustiche e visive della struttura». In altri comparti, secondo il candidato di Etico, si può trovare spazio per nuove strutture logistiche, «quelle previste nel Master Plan della SEA»: «invece di sacrificare via Gaggio e la brughiera residua, come prevede il progetto SEA, si usino le aree delocalizzate nei comuni, per collocare la logistica».
Per Livetti deve essere proprio la Regione a prendere in mano la questione, con il futuro Piano d’Area Malpensa, che deve prevedere «un capitolo a parte per le aree delocalizzate». A due condizioni preliminari, dice il candidato di Etico. «Che anzitutto venga elaborata una VAS» che tenga conto dell’equilibrio tra gli aspetti economici, sociali e ambientali. Secondo: il coinnvolgimento dei Comuni interessati. «Ci sarebbe una terza condizione: che la programmazione regionale non sia falsata da interessi di conventicola o di “cordata”. Questa condizione – conclude Livetti – spetta agli elettori realizzarla».
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