Lavoratori svizzeri “vittime di dumping”: in arrivo il salario minimo
Lo ha deciso il Consiglio di Stato che ha individuato delle categorie, come commesse e operai, da tutelare con contratti «normali»
Buste paga sproporzionate tra frontalieri e residenti? Contro il dumping sugli stipendi il Governo del Ticino ha adottato oggi un provvedimento che prevede l’introduzione di un salario minimo per i lavoratori di alcuni settori dell’economia. Le categorie in cui, secondo il Consiglio di Stato, la concorrenza tra i lavoratori residenti e gli stranieri sarebbe insostenibile sono: la vendita (negozi con meno di 10 dipendenti), la fabbricazione di apparecchiature elettriche, di computer e di prodotti di elettronica e ottica. I lavoratori interessati dovranno essere assunti con «contratti normali di lavoro» che prevedono il versamento di «salari minimi vincolanti». Questi ultimi entreranno in vigore il primo aprile del 2013 e avranno validità di due anni nei due rami industriali e di un anno nel settore della vendita.
Lo scorso 20 novembre il Consiglio di Stato aveva adottato un provvedimento simile anche per i centri fitness, entrato in vigore lo scorso 1 gennaio.
Secono il Codice delle obbligazioni, che regola i rapporti commerciali, qualora in un ramo o in una professione vengano «ripetutamente e abusivamente offerti salari inferiori a quelli usuali per il luogo, la professione o il ramo e non sussista un contratto collettivo con disposizioni sui salari minimi al quale possa essere conferita obbligatorietà generale, su richiesta della Commissione tripartita il Consiglio di Stato può stabilire un contratto normale di lavoro di durata limitata che preveda salari minimi differenziati secondo le regioni e all’occorrenza il luogo allo scopo di combattere o impedire abusi».
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